Scadenza della possibilità di compensazione delle minusvalenze realizzate nel corso del periodo d’imposta 2012. Ecco regole e consigli fiscali per gli investitori.
Dallo scorso 31 dicembre 2016 gli investitori che hanno realizzato minusvalenze nel 2012 non possono più avvalersi della compensazione rispetto a plusvalenze realizzate con lo stesso prodotto finanziario.
In altre parole, da poche settimane l’applicazione delle regole fiscali in materia di minusvalenze hanno tolto la possibilità di compensazione agli investitori che le hanno maturate nel corso del periodo d’imposta 2012.
Ma andiamo con ordine, definendo cosa si intende per minusvalenze e quali sono le regole da rispettare.
Minusvalenze: cosa sono e la regola sulla scadenza compensazione
La minusvalenza è la differenza negativa esistente tra il valore di acquisto ed il valore di cessione di un prodotto finanziario. Si tratta della perdita subita nell’investimento del proprio denaro.
Per fare un esempio, se il risparmiatore A investe 1.000 euro in acqusto di azioni Gamma e le rivende a 900 euro, egli matura una differenza negativa - ovvero una minusvalenza - per euro 100.
Il Tuir - ovvero il Testo Unico delle Imposte sui Redditi - prevede che le minusvalenze possono essere compensate entro 4 anni attraverso la compensazione con plusvalenze (guadagni) successivamente maturate. In altre parole, le minusvalenze contratte durante l’anno 2012 potevano essere portate in compensazione entro 4 anni, e quindi entro lo scorso 31 dicembre 2016.
Compensazione minusvalenze prodotti finanziari: attenzione al tipo di reddito
Attenzione: non tutti i prodotti finanziari permettono di fruire della compensazione per le minusvalenze.
A questo proposito, infatti, occorre considerare la fondamentale differenza tra:
- i redditi di capitale, ovvero quei redditi disciplinati dagli articoli 44 e 45 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). La disciplina dei redditi di capitale è caratterizzata da una elencazione analitica delle casistiche che il Fisco inquadra tra i redditi di capitale. Tale elencazione comprende fattispecie particolarmente eterogenee, motivo per cui non si può parlare di una configurazione omogenea: i redditi di capitale sono, per loro natura, derivabili da attività e strumenti diversi fra loro;
- i redditi diversi, ovvero quelli che il Fisco individua in via residuale poiché non appartenenti alle cinque categorie principali (redditi di lavoro dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa, redditi dei fabbricati e dei terreni, redditi di capitale).
Questa distinzione è fondamentale nell’economia del nostro discorso poiché le minusvalenze possono essere portate in compensazione soltanto con i prodotti finanziari che producono redditi diversi.
Ma come si fa a sapere quali prodotti finanziari producono redditi diversi e quali producono redditi di capitale?
Prodotti finanziari e compensazione minusvalenze, ecco un’utile tabella sinottica:
| Strumento finanziario | Tipologia di reddito prodotto | Compensazione minusvalenze |
|---|---|---|
| Capital gain obbligazioni | Redditi diversi | SI |
| Cedola obbligazioni | Redditi di capitale | NO |
| Capital gain azioni | Redditi diversi | SI |
| Dividendi azioni | Redditi di capitale | NO |
| Capital gain ETF | Redditi di capitale | NO |
| Dividendi ETF | Redditi di capitale | NO |
| Capital gain fondi | Redditi di capitale | NO |
| Dividendi fondi | Redditi di capitale | NO |
| Capital gain ETC | Redditi diversi | SI |
| Certificati | Redditi diversi | SI |
| Derivati | Redditi diversi | SI |
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