Legge 104 e permessi retribuiti: si può andare in vacanza con il familiare disabile?

Claudio Garau

20 Dicembre 2022 - 12:32

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La legge 104 contiene varie regole di tutela e, tra queste, vi sono i noti permessi legge 104. Possono essere usati per andare in vacanza con il disabile? Facciamo chiarezza.

Legge 104 e permessi retribuiti: si può andare in vacanza con il familiare disabile?

La nota legge n. 104 del 1992, detta più comunemente legge 104, rappresenta tuttora il riferimento legislativo per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. L’articolato provvedimento vede come maggiori destinatari i cittadini disabili, ovvero con handicap acclarato, ma non mancano riferimenti e misure di tutela anche a favore del familiare che vive con loro, non di rado il caregiver di queste persone.

Ecco perché è molto importante conoscere come funziona la legge 104: d’altronde conciliare l’assistenza ad un proprio caro con l’attività lavorativa può essere molto impegnativo e, proprio per questo, interviene la 104 laddove l’assistito sia stato riconosciuto persona con handicap. Sussistono infatti una serie di agevolazioni ad hoc. Queste ultime sono di sostegno sia al disabile che al caregiver, e rappresentano misure che facilitano la cura e l’assistenza della persona non autosufficiente nel corso del tempo.

Di seguito vedremo i permessi legge 104 ma da uno specifico punto di vista: grazie ad essi, il lavoratore può andare in vacanza con il familiare disabile oppure no? Ci sono limitazioni o regole particolari in riferimento a questa situazione? Lo vedremo insieme nel corso di questo articolo, non prima di averti ricordato, in breve, che cosa sono i permessi legge 104.

Permessi legge 104: cenni generali

Abbiamo accennato alla portata della legge 104, un provvedimento che ha come presupposto la considerazione per la quale l’autonomia e l’integrazione sociale possono essere raggiunte, soltanto assicurando alla persona in stato di handicap e alla sua famiglia un opportuno sostegno. Esso può manifestarsi con servizi di aiuto personale, psicologico o tecnico - ad esempio - ma anche attraverso l’utilizzo dei citati permessi.

Come è noto, le agevolazioni in oggetto consistono in tre giorni di assenza dal lavoro, riconosciuti ai lavoratori che prestano assistenza a familiari con disabilità grave. Ricordiamo che comunque anche il disabile lavoratore, oltre che il familiare (coniuge, genitori, figli e parenti entro il 3° grado), può sfruttare queste giornate di permesso retribuito.

Perciò sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbio: tutti i lavoratori dipendenti del settore pubblico e di quello privato, possono contare - in ipotesi di accertamento di disabilità grave in base all’art. 3, comma 3 della legge 104 - su questi permessi retribuiti che, oltre ad essere sfruttati a giorni, possono essere anche utilizzati ad ore.

I permessi legge 104 sono retribuiti dall’Inps, conseguentemente occorre inviare una domanda ad hoc all’istituto per averne diritto, e contestualmente una richiesta indirizzata anche al proprio datore di lavoro.

Permessi legge 104 e vacanza del lavoratore con il disabile: alcune importanti precisazioni

I permessi legge 104 sono utilizzabili entro ben precisi limiti e per specifiche situazioni: ecco perché è utile domandarsi se e in che modo si possono usare dette agevolazioni per andare in villeggiatura con il familiare portatore di handicap. Poniamo il caso di chi, ad esempio, assiste un familiare disabile e intende andare in vacanza con lui, per alcuni giorni in un certo periodo dell’anno, oppure pensiamo a chi d’estate va a stare con il familiare disabile per un po’ di tempo nella casa al mare o in un luogo di villeggiatura: si possono usare i permessi legge 104 per questi motivi? E dunque possono essere sfruttare le agevolazioni senza aspettare i giorni di ferie?

Ebbene, in base alla legge vigente non devi dimenticare che i permessi in oggetto sono sempre
mirati a dare assistenza del disabile. In termini pratici, ciò non significa che il familiare con handicap grave debba essere assistito 24 ore su 24, ma neanche che possa essere lasciato senza supporto per lungo tempo.

Vi sono situazioni nelle quali il disabile grave può aver necessità di andare in vacanza e il familiare lavoratore, che lo assiste, va ad assumere di conseguenza il ruolo di accompagnatore. Pensiamo ad esempio a chi ha bisogno di cure termali o comunque cure specifiche in un luogo lontano dalla città di residenza, oppure pensiamo al caso della persona con handicap che ha avuto la raccomandazione, da parte del medico, di fare un periodo di villeggiatura, in mare o in montagna. Davvero è possibile per il lavoratore caregiver, accompagnare il disabile in vacanza grazie alla richiesta e all’ottenimento dei permessi legge 104?

Ebbene, se è vero che la legge e la giurisprudenza non si pronunciate nel dettaglio su situazioni di questo tipo, possiamo comunque ritenere rispettoso della 104 il comportamento di chi chiede ed ottiene il permesso per andare in vacanza con il disabile, a patto che a quest’ultimo sia garantita una costante ed adeguata assistenza anche durante questo periodo.

Divieto di delega dell’assistenza a terzi durante la vacanza e possibilità di riposarsi

Insomma in casi come questo non vi sono elementi per cui ritenere illegittimo il comportamento del lavoratore, sempre che quest’ultimo - una volta in vacanza con il disabile - non decida di svolgere attività del tutto differenti da quelle di assistenza e di cura. In altre parole, non sarebbe corretto partire col familiare portatore di handicap, di fatto utilizzandolo come “copertura” per poi delegare la sua assistenza a terze persone e dedicarsi ad hobby o attività tipicamente vacanziere.

Ci si potrebbe però chiedere se il lavoratore caregiver può, durante la vacanza con il disabile, assentarsi per poco tempo, al fine di riposarsi - anche magari sfruttando la vicina spiaggia o un parco pubblico. Anche in questo caso, la legge vigente non dettaglia comportamenti corretti o scorretti durante la fruizione dei permessi legge 104 e, perciò, il lavoratore sarà libero di usare le assenze anche per riposarsi dalla fatica legata al dare assistenza ad una persona con handicap.

Attenzione però: deve essere pur sempre un’assenza temporanea, e non un’assenza continua - la quale renderebbe impossibile accudire il disabile, andando contro alla stessa finalità della legge.

Permessi legge 104 e vacanza del lavoratore senza il disabile: quali conseguenze?

Vediamo infine un caso simile a quello che abbiamo appena considerato, e riferito a chi va in vacanza durante i giorni di permesso retribuito legge 104. Che succede in queste circostanze? Ebbene, abbiamo detto che dette agevolazioni servono a dare le cure necessarie al disabile e ad assisterlo in modo continuativo. Da questo ne discende logicamente che abbandonarlo, o lasciarlo comunque in mani altrui, per fare una vacanza al di fuori delle ferie, magari andando nella propria abitazione al mare o in montagna non è oggettivamente un comportamento corretto e compatibile con le finalità della normativa, che in ogni caso permette di assentarsi - ma soltanto per assistere il familiare con handicap grave acclarato.

In ragione di ciò, partire per una vacanza - in qualsiasi località si scelga di andare - sfruttando i permessi retribuiti, è considerato un comportamento che integra un vera e propria truffa aggravata. E comprenderai facilmente il perché: i permessi costituiscono infatti assenze retribuite dall’Inps, e perciò dalla collettività, la quale - di fatto - sostiene detti costi per assicurare l’assistenza ai disabili gravi. E di certo non per permettere al lavoratore di godere di giornate libere, ulteriori rispetto a quelle delle ferie - senza dare l’opportuna assistenza al familiare con handicap. In casi come questi, il lavoratore rischia concretamente anche il licenziamento, proprio come nel caso in cui, durante i permessi legge 104, viene scoperto a fare tutt’altro (attività tipiche del tempo libero, sport, secondo lavoro ecc.).

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