Le navi russe nel Mediterraneo sono un problema che non va sottovalutato

Luna Luciano

24 Febbraio 2023 - 20:15

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Aumentano le navi russe nel Mediterraneo. Ecco cosa sta accadendo e perché è un problema che non va sottovalutato.

Le navi russe nel Mediterraneo sono un problema che non va sottovalutato

Crescono sempre di più le tensioni nel Mediterraneo all’aumentare della presenza di navi russe.

Dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, iniziato con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo esattamente un anno fa - il 24 febbraio 2022- il Mediterraneo ha ricoperto un ruolo strategico insieme al Mar Nero. Per tale motivo risulta al quanto evidente che l’Italia, così come il resto dell’Ue, non possa ignorare tale preoccupante dato, che sembra eguagliare - se non superare - i numeri registrati durante la guerra fredda.

A denunciare “l’aumento impressionante” della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero, con addirittura delle puntate verso lo Jonio è stato il Capo di Stato Maggiore della Marina italiana, Enrico Credendino, durante l’audizione alla Commissione Difesa della Camera tenutasi nei giorni scorsi.

È proprio in questa occasione che Credendino ha non solo spiegato cosa stia accadendo nel Mar Mediterraneo ma quali possono essere i rischi e quindi il perché non bisogna assolutamente che l’Europa sottovaluti il problema.

E se il quadro attuale della guerra non lascia intravedere possibili spiragli di pace, la situazione sembra infatti complicarsi con quanto sta accadendo in Moldavia, aumentando i timori di un possibile allargamento del conflitto, non bisogna cedere a toni allarmistici.

Per tale motivo è bene ripercorrere le parole del Capo di Stato Maggiore, cercando di capire quali sono i rischi concreti e quale può essere una soluzione per garantire comunque la sicurezza delle acque mediterranee.

Le navi russe nel Mediterraneo sono un problema che non va sottovalutato

Il numero di navi russe nel Mediterraneo è aumentato a partire dallo scoppio della guerra, raggiungendo livelli che non si vedevano “nemmeno ai tempi della guerra fredda”. Tutto questo per via del ruolo strategico del bacino mediterraneo.

Nonostante l’aumento dei componenti della flotta marina russa, Credendino ha voluto sottolineare che tale numero non è una minaccia diretta “al territorio nazionale” ma è sicuramente un problema che non va sottovalutato, in quanto al crescere del numero di navi russe aumenta “ tantissimo” la tensione. Infatti, come ha spiegato il Capo di Stato Maggiore, l’esercito russo ha dimostrato “un atteggiamento aggressivo” che non era “usuale” nel Mediterraneo “e prima era evidente solo nel Baltico”.

Il rischio è quindi quello di un possibile incidente e “quando c’è un incidente di questa natura non si sa mai dove si può andare a finire”. Questa la sentenza finale poco rassicurante di Credendino. Infine, il Capo di Stato Maggiore ha posto l’accento sul problema di riarmo delle nazioni “della sponda sud del Mediterraneo” - in termini navali - come l’Algeria, Stato che compra le proprie navi da Italia, Francia e Germania, benché i sommergibili dotati di missili Kaliber li compri dalla Russia.

Le navi russe nel Mediterraneo non sono una minaccia ma serve flotta bilanciata

Credendino ha quindi presentato un problema senza cedere a toni allarmistici, anzi spiegando che l’aumento del numero delle navi russe non sia una minaccia diretta ma costituisca motivo di tensione, aumentando il rischio di incidenti.

Tuttavia l’aumento della flotta marina di Mosca nel Mediterraneo non deve essere sottovalutato e richiede all’Italia e agli alleati una maggiore presenza in nave. “L’esigenza per noi è di essere presenti con una flotta navale bilanciata” monitorando il Mediterraneo come spiegato dall’Capo di Stato Maggiore:

Il Mediterraneo è una zona molto turbolenta, con una competizione continua tra stati rivieraschi per l’accesso alle risorse economiche e teatro di illeciti di varia natura, tra contrabbando, trafficanti di esseri umani. È necessario monitorarlo costantemente

L’unica soluzione quindi per garantire comunque la sicurezza delle acque mediterranee sembrerebbe essere quella di aumentare la flotta marina italiana e degli alleati, in modo da poter controbilanciare qualsiasi mossa russa.

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