Nonostante guerra commerciale e tensioni globali, valute e azioni di Brasile, Messico, Sudafrica e Turchia brillano, sfidando il dollaro forte e attirando investimenti globali.
Nel 2025 i mercati emergenti stanno sfidando le previsioni negative e conquistando un ruolo da protagonisti negli investimenti globali. Paesi come Brasile, Messico, Sudafrica e Turchia stanno registrando una performance migliore rispetto ai mercati sviluppati, sorprendendo gli analisti e gli investitori che solo poco tempo fa li consideravano tra i più vulnerabili nel contesto di un mondo segnato da una guerra commerciale globale e tensioni geopolitiche.
Nonostante le premesse iniziali che davano per scontato un impatto negativo particolarmente severo sulle economie in via di sviluppo, gli asset dei mercati emergenti – valute, azioni e obbligazioni – stanno ottenendo risultati superiori. Secondo un indice JPMorgan che monitora i bond in valuta locale dei maggiori mercati emergenti, e un indice MSCI relativo alle loro azioni, i guadagni sono attorno al 10% da inizio anno. Nel confronto, l’indice MSCI World, che copre i titoli di 23 economie sviluppate, cresce del 4,8%, mentre l’indice FTSE World Government Bond registra un aumento del 6,6%.
Questi risultati sono resi possibili da una combinazione di fattori. Innanzitutto, la debolezza del dollaro USA ha alleviato la pressione sulle valute emergenti, permettendo alle banche centrali di questi paesi di adottare politiche monetarie più accomodanti, con tagli dei tassi di interesse volti a sostenere la crescita economica e a stimolare i mercati azionari e obbligazionari locali. Come sottolinea Nandini Ramakrishnan, stratega macro di JPMorgan Asset Management, il rafforzamento delle valute emergenti crea spazio per ulteriori tagli dei tassi, favorendo così un contesto positivo per le azioni. [...]
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