Dichiarazione dei redditi: quanti anni si deve conservare la documentazione

Patrizia Del Pidio

25 Settembre 2023 - 15:16

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Quanto tempo vanno conservati i documenti a supporto della dichiarazione dei redditi con modello 730 o con modello Redditi Pf? Vediamo cosa prevede la normativa e quali sono le eccezioni.

Dichiarazione dei redditi: quanti anni si deve conservare la documentazione

Ormai quasi tutti i contribuenti hanno presentato la dichiarazione dei redditi con modello 730, tranne qualche ritardatario che si sta ancora accingendo a farlo. Per chi la presenta con il modello Redditi, invece, c’è ancora tempo fino al 30 novembre 2023.

Ma chi ha presentato la dichiarazione con il 730/2023 quanto tempo deve conservare la documentazione che supporta quanto inviato all’Agenzia delle Entrate? La tempistica indicata dalla normativa è di 5 anni, e pertanto per la dichiarazione dei redditi 2023 è necessario conservare la documentazione fino al 31 dicembre 2028. La documentazione dovrà essere esibita su richiesta dell’Ufficio competente, e dovrà pertanto essere accuratamente archiviata.

Ecco la guida per comprendere come e per quanto tempo conservare i documenti giustificativi della dichiarazione dei redditi 2023, con particolare riferimento ai termini temporali, alle eccezioni e alle differenti regole previste per persone fisiche e imprese.

Dichiarazione dei redditi 2023: quali documenti conservare?

I documenti relativi alla dichiarazione dei redditi 2023 che andranno conservati fino al 31 dicembre 2028 sono gli elementi giustificativi più comuni ovvero:

  • le certificazioni delle ritenute d’acconto;
  • le certificazioni dei redditi (si pensi alla certificazione unica);
  • gli scontrini parlanti per i farmaci acquistati (quelli, cioè, che riportano l’indicazione del codice fiscale del contribuente che eserciterà il beneficio fiscale);
  • le fatture per le spese mediche e le altre ricevute;
  • le altre spese che danno diritto ad oneri deducibili o oneri detraibili (ad esempio, le spese relative alla formazione);
  • gli attestati di versamento d’imposta attraverso i modelli F24;
  • la copia della polizza attestante i requisiti chiesti per i premi di assicurazione sulla vita;
  • il contratto di mutuo e i contratti di compravendita per l’acquisto dell’immobile adibito ad abitazione principale, e fondamentale documento di supporto per la detrazione degli interessi passivi;
  • il contratto di mutuo per la costruzione e la ristrutturazione dell’immobile adibito ad abitazione principale, anch’esso al fine di agevolare la detrazione degli interessi passivi.

Come già anticipato, tutta la documentazione di supporto alla dichiarazione dei redditi dovrà essere conservata in modo ordinato per 5 anni a partire dalla fine del periodo d’imposta in cui la dichiarazione dei redditi medesima viene trasmessa telematicamente, affinché possa essere oggetto di facile presentazione in caso di richiesta da parte dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate. In caso di dubbi sui termini di conservazione, vi consigliamo di rivolgervi a un bravo commercialista esperto contabile.

Dichiarazione dei redditi 2023: le eccezioni al termine di conservazione dei documenti

A ogni modo, non mancano le eccezioni a questa regola generale. Basti considerare, ad esempio, che le spese di ristrutturazione della casa che danno diritto alla detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi si devono conservare per cinque anni, con decorrenza dal termine del beneficio della detrazione Irpef del 50, del 65, del 75 o del 110%: ora, considerando che le spese per le ristrutturazioni edilizie conducono a un beneficio, che nella maggior parte dei casi, è spalmabile in 10 anni, ne deriva che, dal momento della comunicazione in dichiarazione dei redditi al momento della possibile distruzione, dovranno passare almeno 15 anni. Stesse regole valgono in materia di spese relative al risparmio energetico, in grado di conferire il diritto alla detrazione del 50 o del 65 per cento.

Per quanto tempo conservare i documenti utili per la dichiarazione dei redditi? Ecco la differenza tra persone fisiche e imprese

Il termine di conservazione fiscale dei documenti a supporto della dichiarazione dei redditi è pari quindi a 5 anni. Tale termine vale sia per persone fisiche che per le imprese.
Attenzione però: nel caso delle imprese l’obbligo civilistico di conservazione delle scritture contabili (necessarie anch’esse per la predisposizione della dichiarazione dei redditi) è pari a 10 anni.
Di conseguenza, per chi svolge attività di impresa i documenti contabili, con cui si è redatto il bilancio e poi predisposta la dichiarazione dei redditi, sono soggetti ad un termine di conservazione maggiore dei 5 anni previsti dal Fisco. Si tratta però di un obbligo di carattere civilistico.

Per un approfondimento sulle regole in materia di conservazione dei documenti contabili delle imprese si consigliano i seguenti articoli:

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