Dal decreto bollette al viaggio in Ucraina: le prime mosse di Meloni da presidente del Consiglio

Stefano Rizzuti

26 Ottobre 2022 - 13:21

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Il primo intervento sarà il decreto bollette, poi Giorgia Meloni dovrà pensare al fronte internazionale con una serie di viaggi tra cui quello a Kiev: le prime mosse della presidente del Consiglio.

Dal decreto bollette al viaggio in Ucraina: le prime mosse di Meloni da presidente del Consiglio

Subito dopo il voto di fiducia delle Camere, Giorgia Meloni è attesa da una serie di urgenze improrogabili. Una sul fronte interno - riguardante l’economia e il caro bollette - e l’altra sul campo internazionale. Fondamentale, per la nuova presidente del Consiglio, sarà ribadire il posizionamento internazionale del suo governo, fornendo ulteriori garanzie sulla posizione atlantista e mettendo a tacere le polemiche sull’ambiguità delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sulla Russia.

La prima emergenza è invece economica: il caro energia richiede un pronto intervento con un decreto che dovrebbe riguardare solamente le bollette e la benzina, estendendo gli aiuti attualmente previsti per famiglie e imprese fino alla fine del 2022. Poi si penserà alla legge di Bilancio, da varare in tempi strettissimi.

Sul fronte internazionale il primo messaggio Meloni lo lancia chiaramente dopo il voto di fiducia alla Camera, con una telefonata al presidente degli Usa Joe BIden, durante la quale ha sottolineato l’importanza dell’alleanza transatlantica. Poi la presidente del Consiglio punterà a ribadire la sua posizione sull’Ucraina, probabilmente con un viaggio a Kiev.

Il decreto Meloni su bollette e benzina

Il nuovo governo è chiamato a mettere subito in campo un decreto per fronteggiare il caro energia. Per rinnovare le misure attualmente in vigore per il mese di dicembre il costo stimato è di circa sei miliardi. A cui aggiungere le risorse per rinnovare lo sconto su benzina e diesel: il taglio delle accise sul carburante per la metà di novembre e per tutto dicembre richiede circa un miliardo e mezzo di euro.

Per il decreto i soldi arriveranno dal tesoretto lasciato da Mario Draghi: il governo Meloni dovrà chiedere l’autorizzazione a spendere queste risorse già la prossima settimana. Parliamo di 9,4 miliardi di euro che, però, con il calo dei prezzi dell’energia potrebbero diventare anche di più. Parte di questi soldi dovrebbe andare su altre misure, come per esempio la flat tax per gli incrementi di reddito.

La legge di Bilancio del governo Meloni

Meloni, durante il suo discorso programmatico alla Camera, ha già annunciato che in legge di Bilancio ci sarà spazio quasi esclusivamente per misure legate al caro energia, rinviando quelle più identitarie annunciate in campagna elettorale. Non ci sarà un grande intervento sulle pensioni, ma solo la conferma di Ape sociale, Opzione donna e forse quota 102.

Possibile qualche modifica al Reddito di cittadinanza, anche perché avverrebbe attraverso un taglio delle risorse. Ma il rischio è che dia vita a proteste e scontri sociali. C’è poi la flat tax: l’obiettivo, sulle partite Iva, è quello di un intervento iniziale da inserire nel decreto fiscale collegato alla manovra. Non sarà la vera tassa piatta che voleva Salvini, ma un primo segnale che si avvicina più alla proposta di Fratelli d’Italia (la flat tax incrementale).

Da Bruxelles a Kiev, i viaggi di Meloni

Meloni è intanto attesa da una serie di viaggi internazionali. Uno dei primi potrebbe essere a Bruxelles, ma in programma c’è anche un’altra trasferta a Kiev, per mostrare ancora una volta la sua posizione a favore dell’Ucraina. C’è però il problema dei bombardamenti russi sulla città che sono ripresi: Meloni potrebbe approfittare di un cessate il fuoco che viene garantito in alcuni casi per le visite dei capi di Stato stranieri.

La presidente del Consiglio vorrebbe incontrare il presidente ucraino Zelensky prima del 15 novembre, giorno del G20 di Bali. Inoltre spera di riuscire a ricevere a Roma anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Una serie di incontri dal sapore decisamente europeista e atlantista, anche per smentire il pericolo di un posizionamento diverso mostrato dai suoi alleati in più occasioni.

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