Cosa prevede il Piano nazionale per la Salute Mentale 2025? Arriva lo psicologo di base

P. F.

16 Luglio 2025 - 16:10

Nel nuovo Piano per la Salute Mentale è stato introdotto lo psicologo di base, una figura che garantisce a tutti i cittadini l’opportunità di ricevere un supporto psicologico totalmente gratuito.

Cosa prevede il Piano nazionale per la Salute Mentale 2025? Arriva lo psicologo di base

Il Ministero della Salute ha approvato il nuovo Piano Nazionale per la Salute Mentale 2025–2030, risultato di un lungo lavoro di confronto tra istituzioni, professionisti, associazioni di utenti e familiari.

Il documento si propone di rispondere alla sempre più crescente richiesta di servizi per la salute mentale, un’esigenza che si è amplificata molto negli ultimi anni a causa della pandemia, delle crisi economiche e sociali e di un diffuso malessere psicologico, in particolar modo tra i giovani e le donne in gravidanza.

Gli obiettivi principali sono prevenire le problematiche in modo tempestivo, garantire cure uguali in tutto il territorio e coordinare meglio i vari servizi sanitari. Il Piano si propone anche di rafforzare il lavoro di squadra e il coinvolgimento della comunità, con una maggiore attenzione ai bisogni dei cittadini nei momenti di difficoltà.

In questo quadro si inserisce una delle novità più rilevanti: l’introduzione ufficiale della figura dello psicologo di base, un professionista pensato per rappresentare il primo contatto tra la persona e la rete di cura psicologica.

Cosa prevede il Piano nazionale per la Salute Mentale 2025?

Il Piano Nazionale per la Salute Mentale 2025–2030, approvato dalla Conferenza Stato‑Regioni il 15 luglio 2025, punta a rafforzare un sistema in crisi, segnato da carenze di personale e una richiesta sempre più imponente di servizi per la salute mentale.

Oltre all’introduzione della figura dello psicologo di base accanto ai medici di famiglia, è stata data una grande attenzione al tema della salute mentale materna, con l’introduzione di screening già dal primo trimestre di gravidanza, e al disagio adolescenziale, per cui è prevista la formazione di micro équipe dedicate alla fascia 14‑22 anni per prevenire lo sviluppo di patologie più serie.

Il piano prevede anche il rafforzamento del legame tra sanità e giustizia, con l’introduzione del “case manager”, una figura che coordina l’intero iter di cura per i casi psichiatrici più gravi e pericolosi. A livello sociale, il documento propone di rafforzare integrazione sociosanitaria e interventi comunitari grazie al “Budget di salute”, uno strumento di presa in carico personalizzata volto ad aiutare i cittadini affetti da gravi disturbi mentali o con bisogni sociosanitari complessi.

Sotto il profilo economico, il piano conferma lo stanziamento di 10 milioni di euro per incentivare la presenza di psicologi nelle scuole nel 2025, una cifra che salirà a 18,5 milioni nel 2026. Inoltre, è previsto anche l’utilizzo di fondi per screening e interventi rivolti a infanzia e adolescenza e la realizzazione di campagne di comunicazione per sensibilizzare famiglie e comunità.

I quattro livelli di assistenza per la salute mentale

Il Piano prevede quattro livelli di cura per la salute mentale: il primo livello è quello dello psicologo di base e dell’intervento territoriale precoce, il secondo è costituito dai servizi specialistici, il terzo comprende le strutture ospedaliere e residenziali e il quarto è dedicato ai disturbi psichiatrici più complessi che necessitano di trattamenti specifici.

In questo schema, il primo livello rappresenta la porta d’ingresso nel sistema e ha un ruolo cruciale nella riduzione dello stigma del paziente e nell’alleggerimento del carico sui servizi specialistici.

Chi è lo psicologo di base

Lo psicologo di base è una figura professionale che opera all’interno delle Case di Comunità - strutture socio-sanitarie previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per rafforzare l’assistenza territoriale e avvicinarla ai cittadini - insieme a medici di medicina generale, psichiatri, infermieri e operatori sociali.

Si tratta di uno psicologo psicoterapeuta con una formazione specifica per il lavoro sul territorio, in grado di offrire interventi brevi e mirati nei casi di disagio lieve o moderato. L’obiettivo principale di questa figura è quello di intercettare per tempo il malessere psicologico, evitare che si cronicizzi e, se fosse necessario, favorire una presa in carico tempestiva da parte degli specialisti.

Il ruolo dello psicologo di base può aiutare a ridisegnare la rete dell’assistenza sul territorio non solo in termini di prevenzione, ma anche di equità sociale: il servizio è disponile per tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito o dalla residenza, e garantisce l’opportunità di ricevere un supporto psicologico iniziale totalmente gratuito.

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) ha accolto con entusiasmo l’introduzione dello psicologo di base nel Servizio Sanitario Nazionale, definendolo un “passaggio storico per la salute pubblica”. Tuttavia, l’Ordine ha tenuto a sottolineare che questa novità venga effettivamente attuata in modo concreto ed equo in tutte le regioni, con la garanzia di offrire percorsi formativi strutturati e criteri chiari di inserimento nelle micro-equipe territoriali.

Un’attenzione al disagio giovanile e materno

Nel nuovo Piano è stata dedicata particolare attenzione al tema della salute mentale perinatale - un periodo molto delicato che si svolge durante la gravidanza di una donna e nell’anno successivo al parto - dove lo psicologo di base può svolgere un ruolo decisivo.

Secondo i dati riportati nel documento, fino al 50% dei casi di disagio psicologico durante la gravidanza e nel post-parto non viene diagnosticato e la disattenzione verso sintomi come ansia, depressione, senso di inadeguatezza o solitudine può avere conseguenze molto serie, non solo per la madre, ma anche per il neonato e la famiglia. In questi casi, lo psicologo di base potrà intervenire già nei primi mesi di gravidanza attraverso colloqui, screening e attività di counseling, offrendo uno spazio di ascolto sicuro e attento alle esigenze del paziente.

Un’altra categoria a rischio è quella dei giovani. Secondo i dati del Consiglio Nazionale dei Giovani, tre giovani su quattro tra i 15 e i 35 anni hanno sentito il bisogno di avere supporto psicologico, ma solo una piccola minoranza è riuscita a ricevere un aiuto adeguato. Inoltre, le nuove generazioni sono molto più colpite da disturbi d’ansia e dell’umore, dei disagi che, se non curati, possono influire seriamente su prestazioni scolastiche, relazioni e benessere emotivo.

In questo contesto, lo psicologo di base può offrire un primo supporto accessibile attraverso sportelli di ascolto e screening mirati. Ma non solo. Il Piano prevede di formare delle micro-equipe dedicate alla fascia 14–22 anni, pensate per aiutare questa categoria ad affrontare le difficoltà emergenti durante l’adolescenza, con un focus sulle nuove dipendenze e il disagio digitale.

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