Cos’è il genere non binario di cui parla Demi Lovato e perché si usa il pronome «they»

Alessandro Gregori

20 Maggio 2021 - 12:04

condividi

La cantautrice ieri ha spiegato su Twitter che si identifica in un genere non-binario. Qual è la differenza con transgender e genderfluid e perché bisogna utilizzare alcune «accortezze» grammaticali nei loro confronti

Cos’è il genere non binario di cui parla Demi Lovato e perché si usa il pronome «they»

La cantautrice Demi Lovato ha annunciato ieri su Twitterche si identifica in un genere non-binario che e da ora in poi cambierà ufficialmente il suo pronome in ’loro’. Lovato ha detto che la sua presa di coscienza è arrivata dopo un lungo lavoro di «guarigione e autoriflessione».

Ma cos’è il «non-binary» e cosa vuol dire non identificarsi né nel maschile né nel femminile?

Demi Lovato: cos’è il genere non binario e perché si usa il pronome «loro»

Posto che l’identità di genere rappresenta l’identificazione nel maschile o nel femminile, sentirsi «non-binary» significa non identificarsi in uno dei due generi. Non-binary, nonbynary, enby (o NB) e genderqueer sono tutti sinonimi delle identità non binarie, che rientrano nella definizione transgender visto che le persone non binarie si identificano tipicamente in un genere diverso rispetto a quello che viene loro assegnato all’anagrafe, ma alcuni individui non binari rifiutano la definizione di transgender.

Le persone che si identificano come non-binarie possono sentirsi come facenti parte di due o più sessi oppure di non avere un genere oppure ancora di essere genderfluid. C’è anche chi si definisce di un terzo genere, diverso dal maschile e dal femminile. Non è detto che l’identità di genere di per sé influisca sugli orientamenti sessuali.

Il termine genderqueer è identificato solitamente come sinonimo di non-binary anche se è nato prima dell’attuale locuzione. Generalmente viene usato per riferirsi a persone che intendono deviare dalle distinzioni di genere indipendentemente dalla loro identità. Spesso si usa anche la locuzione «masculine woman» o quella di «feminine man». Diversa è invece la definizione di Agender, che utilizza l’alfa privativo per definire invece una persona che si ritiene senza genere o priva di identità di genere. Bigender invece è chi si sente sia maschio che femmina.

Quanti sono i non-binary transgender?

Un report che risale al 2014 su dati del Regno Unito sosteneva che almeno lo 0,4% della popolazione del Regno Unito si definiva non binaria quando gli si dava la possibilità di scegliere tra femmina, maschio o un’altra definizione. Ovvero una persona su 250 rispetto alla popolazione della Gran Bretagna.

Un’indagine condotta nel 1999 dal Dipartimento della Sanità Pubblica di San Francisco ha osservato che nella comunità transgender il 3% di coloro a cui era stata assegnata un’identità maschile e l’8% di quelli a cui era stata assegnata un’identità femminile si identificava invece come non-binary. Non binary è diverso da Genderfluid perché chi si identifica con questa locuzione intende di solito rimanere flessibile rispetto alla propria identità di genere.

Infine, la questione del pronome. L’affermazione di Lovato sulla necessità di riferirsi nei suoi confronti con «They/Them», come ha scritto nel tweet, dipende da una particolarità nell’uso della lingua inglese che permette costrutti nei quali si usa questo costrutto per riferirsi a pronomi neutri rispetto al genere. La terza persona plurale è neutrale rispetto al genere maschile o femminile e porta anche con sé l’idea di una pluralità. Per questo Lovato vuole che venga utilizzata nei suoi confronti.

Argomenti

# Lgbtq+

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO