Come si chiamano le generazioni?

Luna Luciano

15 Ottobre 2023 - 16:04

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Esistono 7 generazioni. Ognuna identifica un gruppo di persone nate nello stesso periodo e che vivendo gli stessi eventi, condividendo lo stesso approccio alla vita e al futuro: ecco quali sono.

Come si chiamano le generazioni?

Attualmente sono 7 le generazioni in vita in cui si può suddividere la popolazione mondiale.

Il concetto di generazione torna molto utile negli studi sociologici, in quanto ogni gruppo di persone nate in un preciso arco temporale ha le proprie tendenze socioculturali e di mercato. In questo modo è possibile leggere i comportamenti e le attitudini delle persone.

Infatti, le persone nate nello stesso periodo hanno i propri film cult, canzoni e idoli a cui non possono rinunciare, così come alle spalle hanno gli stessi eventi storici (talvolta traumatici o rivoluzionari) che hanno plasmato i loro valori.

Ed è proprio questo sostrato comune che crea una gap tra le generazioni, impedendo talvolta la comprensione tra persone di età differente e cadendo anche negli stessi stereotipi.

Ma com’è possibile che essere nati in un certo momento storico influisca sul modo di pensare, di agire e di comunicare delle persone? Proviamo a sciogliere ogni dubbio, spiegando cos’è e come nasce una generazione e quali sono e come si chiamano le generazioni di oggi. Di seguito tutto quello che serve sapere sulle caratteristiche delle generazioni di oggi e di ieri.

Cos’è e come nasce una generazione?

Con il termine generazione si identifica un gruppo di persone che nate in un preciso arco temporale, hanno vissuto nello stesso periodo e sono state segnate dagli eventi coevi, in modo tale che oggi condividono (totalmente o parzialmente) lo stesso sistema di valori, il modo di approcciarsi al presente e di guardare al futuro.

Per quanto possa sembrar strano, nascere e vivere determinati momenti storici può avere delle ripercussioni o influenze sugli individui. Eventi storici, culturali e non solo possono infatti influenzare il modo di pensare e di comunicare delle persone. Ma gli stessi se vissuti da adulti o da bambini possono portare a risultati diversi. Ecco spiegato perché anche generazioni tra le quali intercorrono poco meno di vent’anni sono così diverse. Fa differenza, quindi, essere giovani in un periodo di guerra o di pace, oppure entrare nel mercato del lavoro in una fase di recessione o di espansione dell’occupazione.

Infatti, come spiega il sociologo Karl Mannheim, tra i 16 e i 25 anni di età, gli individui si affacciano alla “vita pubblica” entrando in contatto con eventi storici e politici che formano una sorta di “memoria collettiva generazionale”, composta di credenze, convinzioni, simboli e miti, attribuzioni di senso, che è destinata a durare relativamente a lungo. In ogni caso, come spiegano i sociologi, non si può stabilire a priori quali caratteristiche hanno gli eventi per produrre effetti generazionali; sicuramente devono portare a una rottura o mutamento decisivo nella quotidianità delle persone.

Come si chiamano le generazioni e quali sono le caratteristiche

Certamente non è semplice definire i confini di una generazione, ed ecco perché spesso esistono diversi tipi di classificazione e che spesso variano di un solo anno la suddivisione dei gruppi generazionali. Per esempio le persone nate dopo la metà degli anni ’90 si trova in una zona liminare, “grigia”, a cavallo tra Millenials e Generazione Z.

Una delle classificazioni più utilizzate per distinguere tra loro le diverse generazioni in Occidente è la seguente:

  • Greatest Generation
    È la generazione di chi è nato tra il 1901-1927 e che ha vissuto la Grande Depressione tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 e che andarono a combattere nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Proprio per questo vengono descritti come persone dal forte senso del dovere morale, in quanto combatterono non per gloria personale ma perché era “la cosa giusta da fare”. Vengono inoltre descritti come risparmiatori e consumatori parsimoniosi.
  • Generazione silenziosa o della ricostruzione
    È la generazione di chi è nato tra il 1928- 1945, ed è stata la generazione protagonista del secondo dopoguerra. Ancorati ai valori tradizionali, quali famiglia, matrimonio e lavoro, e all’esperienza della guerra, non nutrono particolare fiducia nel cambiamento. Sono noti, infatti, per aver formato la guida del movimento per i diritti civili e di aver fatto parte della maggioranza silenziosa durante la contestazione giovanile degli anni Sessanta. Infine hanno una scarsa alfabetizzazione tecnologica: potendo, pagano in contanti.
  • Baby boomers.
    La generazione di chi è nato tra il 1946-1964, la generazione dell’esplosione demografica e del boom economico. Hanno vissuto i primi anni di vita immersi in uno stato di crescita economica, che ha permesso loro di impegnarsi in diverse cause civili e sociali, ma anche di dare importanza alla propria identità politica e alla realizzazione dei propri obiettivi personali, per questo sono definiti come ottimisti, individualisti e consumisti. Sono la generazione che ha vissuto il più alto numero di eventi di forte impatto economico politico e sociale, come la guerra fredda, all’assassinio di Kennedy e Martin Luther King, per arrivare appunto alla guerra del Vietnam. Oggi vengono descritti come una classe privilegiata, che ha fiducia nella prosperità economica.
  • Generazione X (o di transizione)
    È composta da persone nate tra il 1965-1980. Si tratta di una generazione difficilmente definibile. La Generazione X va dal miracolo economico negli anni 1960 alla fine della guerra fredda nel 1989. E mentre la generazione dei Baby Boomers ha conosciuto l’ottimismo del dopoguerra, della ricostruzione, la Generazione X incrocia le contestazioni del Sessantotto, l’autunno caldo del 1969, la crisi energetica del 1973 e del 1979 con le relative politiche di Austerity. In Italia sono gli anni di piombo segnati dai rapimenti del terrorismo rosso di matrice comunista e le stragi del terrorismo nero di matrice neofascista. Sono i primi a sviluppare una coscienza “ecologica”, complice Chernobyl e il buco nell’ozono, ma presentano un forte cinismo e rifiuto dei valori della generazione precedente. Nutrono scarsa fiducia nella giustizia.
  • Millennials (o Generazione Y)
    È la generazione nata tra il 1981-1995/96. È una generazione che comincia ad essere multiculturale e immersa nella tecnologia digitale. Ne fanno parte coloro che, di fronte alla precarietà lavorativa, cercano opportunità all’estero, ma non solo. Sono tolleranti e individualisti, e a volte narcisisti, Ma hanno anche la capacità di adeguarsi senza sforzo e differenti sottoculture. Sono la generazione della grande crisi del 2007-2013, che ha deciso di prestare attenzione alla propria qualità della vita, intesa come tempo a disposizione, la scarsa possibilità di essere motivati con stimoli economici e l’elevata integrazione in gruppi sociali chiusi.
  • Generazione Z
    È composta dai nati tra il 1996/97- 2012. Sono generalmente presenti su tutti i social network, sono dinamici e amanti del cambiamento. Sono dei veri e propri nativi digitali, Internet regola il loro rapporto con la realtà. Globali, multiculturali, hanno un concetto di genere meno rigido delle generazioni precedenti. Sono riconosciuti anche per il forte orientamento individualista. Sono la generazione che ha vissuto l’adolescenza durante il Covid. Gli studiosi ancora si preoccupano dell’impatto che può aver avuto sulla loro formazione.
  • La Generazione Alpha
    Comprende i nati dal 2012 e il presente. Ancora ci sono pochi studi su questa generazione. Ciò che è certo è che la tecnologia ha avuto effetto sull’apprendimento precoce. Sembrano più inclini a sviluppare una dipendenza da apparecchi tecnologici, in compenso sono molto attenti alla questione ambientali e aperti al multiculturalismo. Il Covid-19 e le restrizioni e l’invasione russa dell’Ucraina sono eventi significativi che segneranno la generazione.

Queste sono le sette categorie, è importante però non cadere in cliché o stereotipi, in quanto la comprensione delle specifiche caratteristiche di ogni generazione potrebbe aiutare a riconoscere i conflitti generazionali e a favorire lo scambio reciproco, superando il gap generazionale.

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