Busta paga, aumento sopra i 100 euro e bonus 300 euro a luglio: ecco chi può esultare

Simone Micocci

22 Giugno 2023 - 16:15

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Stipendi, in arrivo gli aumenti per 250 mila lavoratori e lavoratrici grazie al rinnovo del Ccnl Legno e Arredo (2023-2025). Nella busta paga di luglio atteso un bonus di 350 euro.

Busta paga, aumento sopra i 100 euro e bonus 300 euro a luglio: ecco chi può esultare

Continuano i rinnovi di contratti: nella giornata di mercoledì 21 giugno, infatti, è arrivata la firma sull’accordo per il Contratto collettivo nazionale di lavoro del legno, sughero, mobile, arredamento e boschivi forestali, scaduto il 31 dicembre 2022.

Un accordo che arriva dopo un clima di tensione: ricordiamo, infatti, che i lavoratori impiegati in questo settore avevano scioperato durante il Salone del mobile - il 21 aprile scorso - proprio per protestare contro il mancato rinnovo e contro la svalutazione degli stipendi causata dell’elevata inflazione.

D’altronde Mario Draghi lo aveva ribadito quando era al governo: bene gli interventi orientati al taglio del cuneo (vedi lo sgravio contributivo che da luglio verrà aumentato di un ulteriore 4%) ma per aumentare gli stipendi dei lavoratori serve intervenire sull’importo base, iniziando dal rinnovare tutti quei contratti collettivi ormai scaduti.

E così è visto che associazioni datoriali e sindacati dei vari settori stanno procedendo con le trattative raggiungendo accordi in diversi settori: come appunto quello siglato da FederlegnoArredo, FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil lo scorso 21 giugno che garantirà un aumento di stipendio minimo di circa 100 euro più un bonus di 300 euro a luglio (più altrettanti a marzo prossimo).

Il rinnovo di contratto collettivo di legno, sughero, mobile, arredamento e boschivi forestali

Sono circa 250 mila i lavoratori e le lavoratrici che possono esultare alla notizia del rinnovo di contratto per il settore di legno, sughero, mobile, arredamento e boschivi forestali.

Va detto che, come comunicato dalle parti, con il rinnovo non è stata toccata la parte normativa ma solamente quella economica. Questo perché “data la situazione economica in essere, causata dall’incremento fuori controllo dei costi dei beni di prima necessità e delle materie prime, che sta colpendo pesantemente sia i redditi dei lavoratori e delle famiglie che i bilanci delle aziende”, le parti hanno preferito concentrarsi sulle retribuzioni, così da far recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni perso a causa dell’inflazione.

Di quanto aumenta lo stipendio?

La novità più rilevante del nuovo Ccnl Legno Arredo 2023 - 2025 riguarda lo stipendio. Come spiegato da Fillea Filca Feneal - che descrive il rinnovo come “una grande vittoria dei lavoratori e del comune senso di responsabilità”, è stato confermato il modello di “doppia pista” già utilizzato con successo per i rinnovi del 2016 e del 2020. Nel dettaglio, questo prevede:

  • un incremento del 7,3% sui minimi fin da subito, consentendo così a un operaio di V livello di godere di un incremento lordo di 143 euro. Per il livello base l’incremento è di 102,20 euro, mentre per il livello medio di 136,95 euro;
  • per arrivare all’8,7% dell’intera inflazione accertata nel 2023, viene poi previsto un bonus una tantum di 300 euro lordi (uguale per tutti) che verrà accreditato con la busta paga di luglio. Altri 300 euro saranno poi accreditati a marzo 2024, così da andare oltre all’inflazione del 2023 e garantendo così anche il principio della “produttività di settore”.

E non è da escludere che, come già successo per il Ccnl dei metalmeccanici, nei prossimi mesi non possano arrivare ulteriori incrementi. Come spiegato dal sindacato, infatti, è stata anche confermata la verifica ex post di gennaio 2024, con la possibilità che laddove dovesse esserci un’inflazione superiore alle attese ne scatti un aumento aggiuntivo. E lo stesso verrà fatto a gennaio 2025 (guardando all’inflazione 2024).

Un meccanismo che, al pari degli aumenti già riconosciuti che partiranno a luglio, dovrebbero garantire, anche con il trascorrere degli anni, il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni perso a causa dell’elevata inflazione.

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