Benzina sopra i 2 euro al litro, il governo incassa ma non taglia: la promessa non mantenuta di Salvini

Alessandro Cipolla

19 Settembre 2023 - 16:03

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Il prezzo medio della benzina al self è arrivato a 2,003 euro/litro: nonostante le promesse di Salvini, anche sopra i 2 euro il governo non ripristinerà gli sconti per tutti.

Benzina sopra i 2 euro al litro, il governo incassa ma non taglia: la promessa non mantenuta di Salvini

Benzina, promessa non mantenuta. Nonostante in Italia il prezzo medio al self è arrivato a 2,003 euro/litro, il governo salvo sorprese non ripristinerà gli sconti sulle accise che sono stati eliminati nell’ultima legge di Bilancio.

L’accordo - aveva dichiarato a febbraio Matteo Salvini dopo un incontro con i benzinai - è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall’Italia, si arrivasse sopra i 2 euro, il governo interverrà come è stato già fatto l’anno scorso. Adesso però siamo a 1,8 euro, e conto che il 2 davanti non lo si vedrà più”.

Adesso che il tetto dei 2 euro al litro per la benzina è stato superato, il governo però appare intenzionato a intervenire con un nuovo bonus carburanti, ovvero 80 euro che saranno riservati a quelle famiglie - circa 1,3 milioni - con un Isee inferiore ai 15.000 euro.

Ma perché la promessa fatta da Salvini appare essere destinata a restare solo tale? La risposta è semplice: l’aumento del costo della benzina sta producendo dei lauti incassi per lo Stato, visto che le accise incidono più o meno per la metà del prezzo finale del carburante.

Ora che Palazzo Tesoro sta delineando i contorni della Nadef, il documento dove verrà tracciato il perimetro della legge di Bilancio 2024, il governo non può rinunciare a questa voce di entrata, puntando invece sul bonus carburanti che ha un impatto ben minore per le casse statali.

Caro benzina per finanziare la manovra?

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, il prezzo della benzina è salito vorticosamente in Italia e, la decisione presa a fine primavera da Russia e Arabia Saudita di tagliare la loro produzione di barili di petrolio, ha provocato l’ultima serie di rialzi.

Per cercare di venire incontro agli italiani, il governo Draghi nel 2022 ha scelto di tagliare le accise garantendo così uno sconto alla pompa pari a 30 centesimi a litro. Il nuovo esecutivo di centrodestra però prima ha dimezzato il taglio e poi lo ha eliminato del tutto a partire da gennaio 2023.

Da qui la promessa di Matteo Salvini: se il prezzo della benzina dovesse superare i 2 euro/litro, ecco che sarebbe tornato lo sconto sulle accise. Ora che siamo a 2,003 euro/litro, il ministro tace e insieme a lui tutto il resto del governo.

Grazie al caro benzina, secondo un calcolo di Assoutenti lo Stato dovrebbe incassare in un anno la bellezza di 7,7 miliardi di Iva in più; secondo il Centro Consumatori Italia, soltanto gli ultimi rincari hanno portato in cassa 1,8 miliardi.

Gli sconti alla pompa voluti dal precedente esecutivo si è calcolato che siano costati circa 7 miliardi; il bonus carburante partorito dal governo Meloni invece dovrebbe costare “solo” 100 milioni al mese.

In vista di una legge di Bilancio dove, a fronte di una spesa ipotizzata di 30 miliardi al momento ci sarebbero solo meno di 10 miliardi di coperture certe, appare facile comprendere il motivo per cui il centrodestra fa orecchie da mercante quando si parla degli sconti benzina.

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