Arbo punta su Aruba per modernizzare e-commerce, ERP e CRM

Claudia Cervi

22 Ottobre 2025 - 11:20

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Aruba supporta Arbo nella trasformazione digitale: infrastruttura IT più solida con ERP, CRM ed e-commerce senza interruzioni.

Arbo punta su Aruba per modernizzare e-commerce, ERP e CRM

Fondata a Fano nel 1968 come negozio di ricambi per impianti a gasolio, Arbo è oggi una realtà di primo piano nel mercato delle soluzioni per riscaldamento, il condizionamento e la refrigerazione. Con 71 punti vendita in Europa, oltre 70 agenti e un’offerta che spazia dalle pompe di calore agli impianti fotovoltaici fino alle soluzioni per la refrigerazione industriale, l’azienda ha costruito nel tempo una posizione di leadership. Dal 2017 il Gruppo ha accelerato la propria crescita con acquisizioni mirate e un’espansione internazionale che l’ha portata a consolidare la propria presenza in Italia, Spagna e Regno Unito. Un’evoluzione che ha reso indispensabile anche un rinnovamento dell’infrastruttura IT, per garantire continuità operativa, sicurezza e basi solide per affrontare le sfide future.

Per rispondere a queste sfide, Arbo ha scelto Aruba come partner tecnologico. Una collaborazione che ha permesso non solo di migrare rapidamente i workload critici, ma anche di gettare le basi per un’evoluzione data-centric dell’intero ecosistema aziendale.

La sfida: un’infrastruttura più solida e flessibile

La complessità dell’ambiente IT di Arbo è elevata. Le operazioni quotidiane dell’azienda dipendono infatti da un insieme di applicativi fondamentali quali i sistemi ERP e CRM, cuore dei processi di vendita, approvvigionamento, amministrazione e marketing, e il middleware che collega le attività interne con l’e-commerce, oggi canale cruciale per la relazione con il mercato.

Questi sistemi sono strettamente interconnessi e un’interruzione anche breve di uno solo di essi può avere effetti immediati e negativi sull’intera catena operativa, rallentando vendite, ordini e gestione amministrativa. Per un Gruppo con 71 punti vendita e una presenza internazionale, garantire la continuità operativa non è solo una questione tecnica, ma un fattore strategico di competitività.

Negli anni Arbo aveva già avviato un percorso di rafforzamento dell’infrastruttura, passando a un modello di erogazione e gestione delle macchine virtuali come servizio e mantenendo in colocation gli apparati di connettività e VPN per i punti vendita. Si trattava però solo del primo passo di un piano più ampio: mettere in sicurezza l’intero ecosistema IT e migliorare l’interconnessione tra applicativi, con l’obiettivo di spostare il focus dall’infrastruttura ai dati e al loro valore per il business.

Con l’approssimarsi della scadenza del contratto con il provider esistente, l’azienda ha colto l’occasione per valutare nuove soluzioni più affidabili, scalabili e sostenibili sul piano economico.

Attenzione ai costi, affidabilità e un progetto convincente in linea con le esigenze del momento e i nostri piani futuri sono stati gli elementi chiave della scelta”, spiega Stefano Storoni, Responsabile Infrastrutture IT di Arbo.

La soluzione Cloud di Aruba

Per affrontare queste sfide, Arbo ha scelto Aruba e la sua piattaforma Virtual Private Cloud, basata su tecnologia VMware e ospitata nei data center di Ponte San Pietro. La migrazione ha permesso ad Arbo di consolidare l’ambiente IT garantendo continuità operativa, grazie a storage ad alte prestazioni e alla possibilità di espandersi con architetture multi-VDC, pronte anche a scenari futuri di disaster recovery.

Questo passaggio ha messo subito in sicurezza l’ambiente IT, rendendolo più resiliente e stabile. Inoltre, con la nuova infrastruttura, Arbo ha potuto concentrarsi sul passo successivo: riportare in casa, tramite un servizio DBaaS su misura, i workload che in precedenza erano ospitati da un provider hyperscaler.

Questa repatriation ha consentito ad Arbo non solo di ridurre i costi complessivi di circa il 30%, grazie a una gestione più trasparente delle licenze e al supporto diretto del team specializzato, ma anche di avere un controllo maggiore sulla propria infrastruttura.

I vantaggi ottenuti

Con la nuova infrastruttura firmata Aruba, Arbo ha potuto fare un salto di qualità. Non si tratta più soltanto di garantire che i sistemi restino accesi, ma di creare le condizioni per dare vero valore ai dati e al loro utilizzo.

I benefici si vedono su più fronti. Da un lato quello operativo, con ERP, CRM e middleware sempre disponibili e perfettamente integrati, a sostegno delle attività quotidiane di vendita, approvvigionamento e marketing. Dall’altro quello economico, grazie a un modello di costo chiaro e prevedibile che ha ridotto la spesa complessiva e liberato risorse da destinare all’innovazione.

A fare la differenza c’è poi la possibilità di lavorare in totale autonomia, senza i vincoli caratteristici del modello hyperscaler. Una scelta che restituisce ad Arbo libertà di manovra e pieno controllo sul proprio futuro digitale.

Uno sguardo al futuro

Per Arbo, la trasformazione digitale non è stata un traguardo, ma l’avvio di un percorso più ambizioso. Dopo aver messo al sicuro l’infrastruttura e garantito la continuità dei servizi, l’azienda guarda già avanti: il passo successivo è trasformare i database interni in servizi DBaaS gestiti, per costruire un ambiente sempre più data-centric, dove il valore non risiede nei sistemi, ma nei dati stessi.

L’obiettivo è un’architettura basata su container e microservizi, in grado di rafforzare ulteriormente la resilienza del cuore operativo, a partire dall’ERP. Una scelta che non è dettata soltanto dall’efficienza, ma anche dall’esigenza di rispondere a normative sempre più stringenti, come la NIS2, che innalza gli standard di sicurezza e protezione dalle minacce informatiche.

In questo scenario, le strategie di disaster recovery e la possibilità di contare su data center distribuiti assumono un ruolo centrale. “Questa migrazione è soltanto l’inizio di un percorso di ulteriore rafforzamento della sicurezza e di valorizzazione dei dati”, sottolinea Storoni. “Il nostro obiettivo è chiaro: spostare l’attenzione dai servizi ai dati e costruire un ecosistema IT capace di sostenere la crescita del Gruppo nel lungo periodo”.

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