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USA: è polemica sul calcolo del PIL, i dati non sono affidabili. La Fed si basa su numeri sbagliati?
giovedì 25 giugno 2015, di
La Federal Reserve - banca centrale degli Stati Uniti - riferisce da tempo che il rialzo dei tassi di interesse dipende dall’andamento e forza dei dati macro-economici dell’economia statunitense.
Ma quali sono i dati che la Fed osserva con attenzione e dai quali dipende la tempistica per il rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti?
Gli stessi market mover ora oggetto di polemica per errori di calcolo sulla destagionalizzazione, mostrando un risultato sbagliato e non affidabile.
Il calcolo sul PIL USA, il calcolo della destagionalizzazione è sbagliato
Come mostrato mercoledì sul Calendario Economico, la versione finale del PIL degli Stati Uniti nel primo trimestre 2015 ha tagliato mezzo punto percentuale dalla contrazione dell’economia registrata precedentemente, un dato che non faceva di certo stare tranquilli i membri della Fed.
In particolare, il report aggiornato sul Prodotto Interno Lordo ha mostrato un miglioramento sulle esportazioni e sui consumi, meglio di quanto precedentemente calcolato.
Così, ora il PIL della prima economia a livello mondiale mostra una contrazione finale dello 0.2% nel primo trimestre nel 2015, e non più dello 0.7%.
La nuova versione finale del PIL non può cambiare da sola l’orientamento di politica monetaria della banca centrale, o riuscire ad alterare le previsioni della Fed rilasciate la scorsa settimana; questo perché negli Stati Uniti è in corso una grave polemica sulle metodologie di calcolo applicate.
La Fed, il BEA e gli economisti hanno opinioni diverse circa la metodologia statistica, in particolare su questioni come la destagionalizzazione, che hanno portato ad avere una certa sfiducia e noncuranza riguardo il market mover sulla crescita dell’economia.
Di conseguenza, la politica della Fed in "dipendenza da dati" potrebbe stare seguendo delle vie non molto definite, con ciascun membro con un’opinione diversa su quanto l’economia sia cresciuta realmente nel primo trimestre.
"Non misuriamo il PIL in modo particolarmente preciso in riferimento a brevi periodi di tempo. E’ molto difficile. Se si scava a fondo si può vedere che ci sono un sacco di fattori difficili”,
ha detto Jerome Powell della Fed durante un’apparizione pubblica martedì.
Anche il direttore della ricerca della Federal Reserve di Atlanta, Dave Altig, ha riferito la sua convinzione secondo cui le previsioni del Bureau of Economic Analysis (BEA) siano errate di ben mezzo punto percentuale a causa dei problemi al modello statistico dell’istituto.
I ricercatori della Federal Reserve a Washington DC, la Fed di New York e la Fed di San Francisco nelle ultime settimane hanno pubblicato documenti di analisi dei metodi del BEA sulla destagionalizzazione dei dati, che starebbero creando errori rilevanti sulle stime del PIL.
La destagionalizzazione tenta di attenuare gli effetti prevedibili dei periodi di vacanza, maltempo e altri fattori fuori per poter identificare una tendenza di fondo o un trend a lungo termine.
Questi errori sul PIL degli Stati Uniti ci sono veramente?
Forse, probabilmente; sono queste le risposte che si evincono da questi interventi.
Il Bureau of Economic Analysis intanto ha accettato la possibilità che si sia un problema e sta studiando un metodo di revisione per il metodo di calcolo della destagionalizzazione.
Per il 2015, le revisioni nella crescita economica del primo trimestre sono state di gran lunga più ampie del normale, in base allo storico dei dati BEA: prima una crescita dello 0,2 per cento, poi una contrazione dello 0,7 per cento, e, infine, la contrazione dello 0.2 per cento mostrata sul Calendario Economico mercoledì.
Nel frattempo, i membri della Fed sembrano aver preso un’altra strada.
PIL e inflazione sbagliati? La soluzione della Federal Reserve
John Williams, presidente della Federal Reserve di San Francisco, per esempio, ha scelto di rimanere fedele alla sua stima personale secondo cui l’economia degli Stati Uniti non è in contrazione, ma è crescita dell’4.5 per cento.
Alla conferenza stampa della scorsa settimana, il presidente della Fed Janet Yellen ha detto che il PIL "sembra essere variato di poco" nel primo trimestre, un’opinione che differisce dalla stima del BEA e anche dal calcolo più positivo della Fed di San Francisco.
In sede di riunione, la Fed effettua le proprie previsioni, e cercare di conciliare le discordanze evidenti tra le principali agenzie di statistica come il BEA.
Ma il PIL non è l’unico market mover afflitto dal problema della misura della destagionalizzazione. Un documento recente della Fed suggerisce che anche alcuni indicatori sull’inflazione siano influenzati da possibili errori di calcolo.
Così, con il PIL e l’inflazione che non sono più così affidabili agli occhi della Fed e dei mercati, la banca centrale pone maggiore attenzione al tasso di disoccupazione come il market mover migliore per misurare la forza dell’economia.
Supponendo, certamente, che i modelli di calcolo sul mercato del lavoro siano corretti. Come ha osservato Powell, stimare pienamente l’occupazione non è un calcolo fattibile.