Home > Altro > Archivio > UE: nuove regole di bilancio e fondo Europeo per gli investimenti (…)
UE: nuove regole di bilancio e fondo Europeo per gli investimenti strategici. Due attesi provvedimenti della Commissione Europea
martedì 13 gennaio 2015, di
Si chiude oggi, con il discorso del Premier Matteo Renzi al Parlamento Europeo di Strasburgo, il semestre di presidenza italiana del Consiglio Europeo, l’organo che coordina i ministri dell’Unione Europea. Al di là dei singoli provvedimenti portati a definizione durante il semestre italiano di presidenza, il discorso di Renzi dovrebbe porre l’accento sul piano di finanziamenti della Commissione Europea, lo strumento attraverso il quale dovrebbero essere attuate politiche di crescita per l’Eurozona e sui problemi dell’immigrazione e dell’identità europea, di scottante attualità dopo gli attentati di Parigi.
Sul fronte della Commissione Europea dovrebbero essere presentati oggi due attesi provvedimenti, finalizzati proprio al rilancio dell’economia dell’Eurozona attraverso il Piano di Finanziamenti Europeo: si tratta delle norme che dovrebbero rendere operativa la creazione del nuovo fondo europeo per gli investimenti strategici e le nuove regole di bilancio che dovrebbero aumentare quella flessibilità che è stata ritenuta da molti una conditio sine qua non per la ripresa economica.
Fondo Europeo Investimenti Strategici
Oggi la Commissione Europea dovrebbe presentare i testi legislativi che serviranno a far nascere il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI) ovvero il famoso platfond che consentirà di operare investimenti per 315 miliardi di euro, a favore di progetti dei Paesi dell’Eurozona che dovrebbero favorire la crescita economica. L’attenzione, a tal proposito è puntata essenzialmente sulle modalità con cui tale fondo sarà amministrato e gestito: la Commissione Europea ha già spiegato più volte che le scelte d’investimento dovrebbero essere fatte da esperti indipendenti sebbene i singoli governi dell’Eurozona vogliano avere maggiore voce in capitolo in queste decisioni. Le proposte della Commissione dovranno, successivamente essere esaminate dal Parlamento e dal Consiglio Europeo, per eventuali rettifiche.
Nuove regole di bilancio
Le nuove regole di bilancio, su cui si è discusso a lungo in seno alle istituzioni europee nei mesi scorsi, dovrebbero servire per adattare il Patto di Stabilità e di crescita e i requisiti presenti in esso, alla situazione economica estremamente delicata di molti dei paesi dell’area Euro, al fine di evitare politiche troppo severe e di concretizzare quel requisito di maggiore flessibilità che è stato richiesto sia dai singoli governi nazionali (compreso quello italiano) sia anche dai rappresentati della BCE.
Una prima misura riguardante le nuove regole di bilancio dovrebbe essere la revisione del peso delle riforme economiche nella valutazione dell’andamento dei conti pubblici. Nello specifico gli investimenti statali dovrebbero essere esclusi dal calcolo del deficit pubblico, in particolare in relazione al nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici. L’impegno nel risanamento del bilancio pubblico dei singoli Paesi dovrebbe poi, essere oggetto di valutazioni periodiche.
Dal deficit pubblico dovrebbe, poi, essere scorporati anche gli investimenti che ogni singolo Stato ha fatto verso il capitale iniziale dell’EFSI. Se, in altri termini, uno stato avesse raggiunto un deficit eccessivo, anche a causa di elevati contributi nel Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici, dovrebbe riuscire a evitare con maggiore facilità eventuali procedure di infrazione. Lo scorporo degli investimenti dal deficit pubblico dovrebbe avvennire anche per le quote nazionali versate per il finanziamento dei progetti cofinanziati dall’Unione Europea.
Infine, saranno rivisti i parametri per valutare l’impegno di ogni singolo Paese nella riduzione del deficit pubblico. Per quanto riguarda l’andamento economico, la regola attuale che richiede a ogni singolo Paese un aggiustamento annuo dello 0,5% del PIL, per raggiungere il pareggio di bilancio. Le nuove norme dovrebbero collegare la richiesta di aggiustamento ala differenza tra crescita potenziale e crescita reale (output gap): più questa differenza sarà elevata, minore sarà la richiesta di aggiustamento.
Anche le riforme economiche dovrebbero, poi influire sulla valutazione del deficit pubblico, dal momento che, se si dovessero rilevare particolarmente significative, impattanti nel lungo periodo per il bilancio pubblico e pienamente operative, sarebbero valutate significativamente. A tal proposito rimane, però, la difficoltà di stabilire in che modo le riforme economiche possano essere quantificate e in che modo la loro incidenza sul deficit pubblico di ogni singolo Stato, possa essere efficacemente calcolata.
