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Spesometro 2013: cosa comunicare? Qual è il legame con il Redditometro?

venerdì 11 ottobre 2013, di Valentina Pennacchio

Dopo la notizia degli ultimi giorni, ovvero quella di una probabile proroga a febbraio, si torna a parlare dello Spesometro 2013, ovvero la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle operazioni rilevanti ai fini IVA per importi pari o superiori a 3.600 euro, in realtà nel “vortice delle proroghe” da diversi mesi.

Se l’operatività di questo strumento fiscale, l’ennesimo nella lotta all’evasione fiscale, è così difficile da mettere a punto, perché non decidere, in nome della credibilità, nonché del rispetto dei contribuenti, una data più lontana e non soggetta a continue proroghe? E se è così rinviabile è proprio tanto indispensabile? A questo punto l’interrogativo è lecito.

D’altra parte ricordiamo le novità introdotte dall’art. 50 bis del Decreto del Fare (D.L. n. 69/2013, la cui Legge n. 98/2013 di conversione è stata pubblicata sulla G.U.) sulle “Semplificazione delle comunicazioni telematiche all’Agenzia delle entrate per i soggetti titolari di partita IVA”. In particolare detto articolo prevede un sistema di trasferimento quotidiano dei dati rilevanti ai fini IVA, che abolirà, semplificandoli, una serie di obblighi a carico dei soggetti interessati, nonchè il modello Intrastat servizi acquisti, e che sarà predisposto entro il 1° gennaio 2015. Ciò aprire la strada ad un nuovo Spesometro o al pensionamento dello stesso?

Cosa comunicare con lo Spesometro?

Nelle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate sullo Spesometro 2013 è specificato, per quanto concerne le operazioni eseguite dal 01/01/2012, cosa comunicare in dettaglio. Sapete quali sono le informazioni sui vostri acquisti che arriveranno al Fisco?

Come abbiamo detto tutte quelle vendite effettuate a privati per un importo pari o superiore a 3.600 euro. Qualche esempio?

  • viaggi;
  • oggetti di lusso (gioielli, quadri, arredamento);
  • trasporti (auto, caravan, barche e aerei in leasing).

Nei casi in cui le spese sostenute superano la soglia stabilita, il rivenditore ha l’obbligo di acquisire dati anagrafici e codice fiscale del cliente.

Spesometro – Redditometro: quale legame?

Il Redditometro è un accertamento fiscale che serve a stanare i contribuenti “sospetti”, ovvero quelli per cui emerge uno scostamento del 20% tra il reddito dichiarato e le spese sostenute, verificando circa un centinaio di voci di spesa.

Lo Spesometro focalizza la sua attenzione sulle operazioni e le attività soggette all’IVA e che prevedono l’emissione della fattura al fine di controllare i pagamenti oltre una certa soglia, quindi sugli operatori commerciali e i titolari di Partita IVA, che devono comunicare le vendite a privati.

Esiste un legame tra i due strumenti fiscali? Evidentemente si. L’obiettivo è comune, quello che è diventato il motto ormai dell’Agenzia delle Entrate e non solo: lotta sfrenata all’evasione fiscale. Visto che i dati comunicati tramite lo Spesometro saranno dati certi che confluiranno nell’Anagrafe tributaria, verranno analizzati anche ai fini del Redditometro.

Tra le finalità dello Spesometro rientrano proprie quelle di supportare il Redditometro nelle verifiche, velocizzando l’individuazione di potenziali evasori, soprattutto nel settore dell’IVA e delle fatture false. Si tratta altresì di monitorare le spese e i consumi in funzione della capacità contributiva dei consumatori.

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