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Partita IVA: quali sono i vantaggi? Forexinfo intervista Luca De Stefani
venerdì 14 giugno 2013, di
Sul tema della Partita IVA Forexinfo ha intervistato il Dott. Luca De Stefani, socio fondatore dello Studio De Stefani, Dottore Commercialista, Revisore legale dei conti, Esperto del Sole 24 Ore e pubblicista per vari quotidiani e riviste specializzate.
Ecco come ci ha risposto il Dott. De Stefani.
1. Negli ultimi anni le imprese hanno optato sempre più spesso per la collaborazione professionale con Partita IVA rispetto ai contratti di lavoro dipendente. Come si spiega questo fenomeno?
Da diversi anni, le aziende e i professionisti preferiscono collaborare con consulenti o imprenditori con Partita IVA, al posto di assumere questi soggetti come lavoratori dipendenti. Questa preferenza è leggermente diminuita dal 18 luglio 2012, grazie alla stretta introdotta dalla Legge Fornero.
In particolare, con la nuova disciplina, le prestazioni rese da una persona titolare di Partita IVA sono considerate rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, a meno che il committente riesca a fornire la prova contraria, qualora ricorrano almeno due di questi presupposti:
- durata complessiva della collaborazione con il medesimo committente superiore a 8 mesi annui per 2 anni consecutivi;
- compenso derivante dalla collaborazione, anche se fatturato a più soggetti riconducibili al medesimo centro di imputazione di interessi, di ammontare superiore all’80% dei corrispettivi annui complessivamente percepiti dal collaboratore nell’arco di 2 anni solari consecutivi;
- disponibilità di una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente.
Nonostante queste disposizioni, purtroppo, sono ancora molti i vantaggi fiscali e contributivi (sia per l’impresa che per il professionista) dell’apertura di una Partita IVA da parte del lavoratore, rispetto alla sua assunzione come lavoratore dipendente.
Il principale vantaggio per le aziende consiste nella maggiore flessibilità di utilizzo del lavoratore con Partita IVA rispetto a quello assunto come dipendente. Inoltre, considerando che il lavoratore autonomo con Partita IVA paga meno contributi e imposte rispetto a quello assunto, il risparmio di queste due componenti viene spesso suddiviso tra il lavoratore e l’azienda, garantendo un maggiore introito per il primo ed un minore costo per il secondo.
2. L’apertura della partita IVA è richiesta in particolar modo ai giovani che devono inserirsi nel mercato del lavoro: l’alternativa della collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto può risultare più vantaggiosa?
Sì, è più vantaggiosa, in quanto non si pagano i contributi previdenziali, ma può essere stipulata solo per lavori veramente occasionali.
In particolare, le collaborazioni occasionali devono presentare le seguenti caratteristiche:
- sporadiche ed episodiche: questo limite riguarda principalmente il soggetto collaboratore che non potrà compiere un numero troppo elevato di collaborazioni aventi il medesimo oggetto ed allo stesso modo non potrà svolgere troppe collaborazioni in un anno con il medesimo soggetto altrimenti potrebbe essere contestata la continuità o, ad esempio, il lavoro dipendente;
- non organizzate: la mancanza di una organizzazione, minima, "sostiene" l’esercizio senza professionalità ed abitualità della prestazione;
- non professionali: l’attività prestata, in quanto occasionale, deve necessariamente essere diversa da quella svolta dal prestatore nell’ambito della propria attività professionale;
- a portata limitata: il legislatore indica espressamente un limite temporale (durata non superiore a giorni 30) ed un limite quantitativo (i compensi percepiti nell’anno solare non devono essere superiori a 5.000 euro lordi).
L’obbligo contributivo per i lavoratori occasionali scatta solo sul reddito che eccede il limite di 5.000 euro, obbligando all’iscrizione presso la Gestione separata INPS. Il limite di 5.000 euro va verificato in relazione alla totalità dei redditi percepiti nel periodo di imposta (1° gennaio - 31 dicembre) a titolo di lavoro autonomo occasionale. Ne consegue che, superato tale importo, il contributo è dovuto solo sull’eccedenza.
3. L’uso della Partita IVA è vantaggioso solo per l’impresa o ci sono dei vantaggi anche per il lavoratore?
L’uso della Partita IVA è vantaggioso sia per l’azienda che per il lavoratore con Partita IVA, in quanto quest’ultimo paga le imposte e i contributi solo sull’utile percepito, cioè sulla differenza tra i costi e i ricavi dell’attività.
In particolare, sia per il lavoratore dipendente che per il soggetto con Partita IVA, le aliquote IRPEF sono le stesse, ma nel secondo caso l’imponibile non è il compenso lordo, ma è l’utile percepito, cioè sulla differenza tra i costi e i ricavi dell’attività.
Inoltre, per il soggetto con Partita IVA, i contributi INPS della gestione separata o IVS commercianti sono molto inferiori di quelli pagati nel caso del lavoratore dipendente.
Il risparmio di queste due componenti viene spesso suddiviso tra il lavoratore e l’azienda, garantendo un maggiore introito per il primo ed un minore costo per il secondo.
4. L’uso delle Partite IVA è in molti casi una forzatura che nasconde situazioni di vero e proprio lavoro dipendente. Questo è certamente un sintomo della necessità di ulteriori aggiustamenti alla riforma del lavoro, soprattutto circa le disparità previdenziali e fiscali tra diverse classi di lavoratori. A suo avviso è il lavoro dipendente che deve avere maggiori sgravi o si dovrebbe intervenire rendendo meno vantaggiose le Partite IVA?
Purtroppo, sia i lavoratori che le imprese continueranno a preferire rapporti di lavoro autonomo, facendo figurare finte attività professionali e non continuative, fino a quando l’assunzione non sarà più conveniente, sia da un punto di vista fiscale, che previdenziale.
5. L’aspetto previdenziale è un punto particolarmente spinoso per i giovani che lavorano come autonomi: da un lato le aliquote della gestione separata sono oggettivamente alte, dall’altro le pensioni che potranno essere maturate dagli iscritti a questa cassa potrebbero essere comunque molto basse. Pensa che siano possibili in futuro dei correttivi a vantaggio di questi lavoratori che non siano legati all’innalzamento delle aliquote?
Considerando le molte possibilità che si hanno per superare i vincoli contrattuali imposti dalla riforma Fornero, per camuffare lavoratori dipendenti in finte Partita IVA, l’unica soluzione sarà quella di agire sulle aliquote della gestione separata, portandole ad un livello superiore rispetto a quello dei lavoratori dipendenti.