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Prezzo oro: possibile nuovo rialzo

giovedì 19 ottobre 2017, di Lorenzo Baldassarre

Il dollaro ha rigettato l’oro sotto quota 1300$, vanificando il tentativo di rialzo, ma un nuovo test nel prossimo futuro non è da escludere. I valori chiave da tenere sott’occhio sono 1310$ e 1320$, secondo i ritracciamenti fibonacci. Il trend di lungo periodo resta ribassista.

Prezzo oro: analisi grafica fibonacci, possibile rialzo

Il dollaro ha vanificato il tentativo dell’oro (XAU/USD) di raggiungere la resistenza collocata a 1310$, come avevamo scritto in precedenza. Il prezzo della materia prima è sceso fino a 1277$ nella giornata del 18 ottobre, ma ha iniziato un rialzo che premette un nuovo re-test a 1310$.

La motivazione del rialzo è dovuta anche al contenimento del ritracciamento fibonacci, che non ha superato il livello critico del 61,8%. Ciò fa pensare che il movimento rialzista dovrebbe proseguire, ma dovrà necessariamente rompere la resistenza a 1310$ (50% ritracciamento) e successivamente 1320$ (61,8%).

Anche le notizie che arrivano dai volumi lasciano pensare a un rialzo. Ricordiamo che un maggior numero di volumi è un segnale crescente ( long ), mentre un minor numero di questi è un segnale decrescente ( short ).

Ricapitolando sul lungo periodo il trend è discendente dall’8 settembre (1357$), ma dal 6 ottobre (1260$) è iniziato un ritracciamento, la direzione che prenderà dipenderà dal superamento di determinate resistenze e supporti:

  • Resistenze: 1310$ - 1320$
  • Supporti: 1283$ - 1275$

Il trend ribassista di lungo periodo dell’oro

Come abbiamo potuto vedere dall’immagine precedente il trend di lungo periodo è ribassista e probabilmente anche se l’oro dovesse raggiungere i valori segnati poc’anzi di 1310$ e 1320$ sarebbe molto difficile una vera svolta al rialzo.

Oltre all’analisi grafica bisogna considerare le notizie provenienti dalle banche centrali. La Federal Reserve (Fed) con una probabilità oltre l’80% alzerà i tassi di interesse a dicembre 2017, alzando così il costo del denaro. Le materie prime sono le dirette interessate in quanto vengono valutate direttamente in dollari.

Anche la Bank of England (BoE) potrebbe alzare i tassi per combattere l’aumento significativo dell’inflazione, che ha raggiunto il 3% a settembre.

La Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe ridurre il quantitative easing nel corso del 2018 e questo provocherà un apprezzamento dell’euro, sebbene le non confortanti notizie dall’inflazione, che è ben al di sotto del 2%, target fissato dai vertici dell’Eurotower, potrebbero ritardare il taperingannunciato.

Tutte queste notizie, se confermate, andranno ad impattare sul prezzo dell’oro, che potrebbe scendere notevolmente nel corso del prossimo anno.

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