PNRR Scuola: le tappe della riforma, cosa sta per cambiare

Chiara Esposito

6 Febbraio 2022 - 23:45

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Pronto il cronoprogramma del PNRR per le scuole. Istituti al centro con potenziamento Stem, anti dispersione e formazione digitale del personale scolastico.

PNRR Scuola: le tappe della riforma, cosa sta per cambiare

Anche la Scuola verrà investita da un pacchetto di innovazioni connesse alla messa in atto del PNRR. La pianificazione, per garantire un adeguamento omogeneo delle varie realtà scolastiche territoriale, è già stata stilata con cura.

Il tutto arriva dopo ottimi incentivi relativi ai cinque bandi da 5,2 miliardi complessivi emanati a fine 2021 su mense, palestre, nuove scuole, messa in sicurezza degli istituti scolastici, asili nido.

Dopo questi primi urgenti passi avanti, ci sono però nuove questioni da tenere d’occhio. Il fronte istruzione si troverà infatti a gestire il Piano Scuola 4.0 e a rivedere il suo approccio con il fenomeno fin troppo ignorato della dispersione scolastica.

Approfondiamo questi temi capendo anche le tempistiche stabilite dalle istituzioni.

Transizione digitale: iscrizioni incoraggianti

Prima di scendere nel vivo del programma, analizziamo i dati relativi alla crescente interdipendenza tra scuola e tecnologie. Quasi in preparazione agli incentivi del piano, molti ragazzi e ragazze si mostrano interessati ad approfondire questi temi tra i banchi di scuola.

I primi dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione rispetto alle iscrizioni online per l’anno scolastico 2022/23 parlano di una inversione di tendenza in positivo per gli istituti tecnici e professionali che, dopo i forti cali tornano a registrare un aumento netto: secondo Il Sole 24 Ore si passa dall’11,9% di preferenze nel 2021/22 al 12,7% del 2022/23 (+0,8 punti).

L’aumento di iscrizioni comprende sia il settore Tecnologico, che è stato scelto dal 20,4% dei ragazzi (20,3% un anno fa) sia il settore Economico che è salito al 10,3% (10% l’anno precedente).

Temi e priorità del PNRR Scuola

Verso la fine di gennaio il dossier del cronoprogramma in questione è stato discusso in Consiglio dei Ministri alla presenza di Mario Draghi. Ora però spetta al ministro Patrizio Bianchi passare dalle parole ai fatti e dare il via al progetto appena firmato.

Da quanto apprendiamo dalle carte del decreto di sintesi degli interventi gli obiettivi allo studio sono principalmente 3 con la seguente ripartizione temporale:

  • entro marzo l’avviso del piano anti dispersione;
  • entro giugno potenziamento STEM e formazione digitale del personale scolastico.

In particolare le misure anti-dispersione dovrebbero essere disposte entro il 31 del prossimo mese e riguardare azioni di mentoring, tutoraggio e formazione per gli studenti a rischio di abbandono scolastico o che abbiano già abbandonato la scuola. Ad occuparsene saranno specifiche task force nelle scuole di primo e di secondo grado, anche attraverso una piattaforma online in via di costituzione.

Il Piano Scuola 4.0 invece aspira a trasformare, da qui a fine 2026, almeno 100mila classi in ambienti di apprendimento innovativi tramite laboratori su:

  • intelligenza artificiale;
  • robotica;
  • realtà aumentata;
  • big data;
  • cybersicurezza;
  • transizione ecologica e digitale.

Per fare questo non dobbiamo dimenticare che tra fine febbraio e inizio marzo è attesa la prima delle sei riforme previste rivolta proprio Istituti tecnici superiori. In questo modo si andranno a sbloccare gli 1,5 miliardi in arrivo dall’Ue. Queste pratiche andranno a definirsi entro giugno con un avviso ad hoc per vedere poi entro settembre definite le modalità di realizzazione del sistema digitale per il monitoraggio e la governance nazionale degli stessi istituti beneficiari.

Il potenziamento di discipline STEM infine vedrà il coinvolgimento diretto anche degli insegnanti che da febbraio potranno accedere ai corsi disponibili sulla piattaforma Scuola Futura. La transizione in questo caso sarà quindi guidata da un catalogo di circa 20mila corsi di formazione in tutte le discipline del curricolo scolastico. Si punta al raggiungimento di un bacino di utenti di 650mila persone, tra docenti e personale scolastico.

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