Home > Altro > Archivio > Vincono Mattarella e Gentiloni: si voterà nel 2018
Vincono Mattarella e Gentiloni: si voterà nel 2018
lunedì 6 marzo 2017, di
Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni vincono loro: non ci saranno elezioni anticipate e l’attuale governo arriverà fino alla sua scadenza naturale del febbraio 2018.
La linea quindi del Presidente della Repubblica e di quello del Consiglio alla fine ha la meglio, dopo che è tramontata prima l’ipotesi di un election day il prossimo 11 giugno e poi sembrerebbe anche quella di un voto a settembre.
Il governo Gentiloni ora è quindi molto più ben saldo rispetto a qualche settimana fa, con l’ex premier Matteo Renzi che ormai si sarebbe anche lui rassegnato all’idea di un ipotetico voto anticipato, naturalmente dopo aver vinto le primarie del Pd.
Come auspicato dal Colle, il governo ora avrà il tempo necessario per licenziare la nuova legge elettorale e pianificare le mosse economiche necessarie, in virtù anche delle sempre più pressanti richieste che arrivano a riguardo da Bruxelles.
Governo Gentiloni fino al 2018
Nella gazzarra che si è venuta a creare dopo il Referendum del 4 dicembre, con le relative dimissioni di Renzi e la nascita del governo Gentiloni, alla fine ad avere la meglio è proprio la linea del nuovo Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Matteo Renzi pare essersi arreso, abbandonando l’idea di elezioni anticipate a settembre in caso di un plebiscito alle primarie del Pd. Paolo Gentiloni quindi può andare avanti tranquillo, anche se sulla sua maggioranza pende sempre la spada di Damocle dei numeri risicati al Senato in caso di voto contrario degli scissionisti dei Democratici e Progressisti.
L’Italia quindi salvo clamorosi colpi di scena, avrà un governo stabile fino alla scadenza naturale della legislatura. Un anno di tempo per mettere a punto e votare la nuova legge elettorale, ma non solo.
Entro il 10 aprile va presentato il Def, il documento di programmazione economica, che non può essere slegato dalla legge di bilancio che andrà varata il prossimo autunno. Serve continuità programmatica anche per dare rassicurazioni e credibilità alla sempre rigida Europa che vigila sui nostri conti pubblici.
In più c’è anche la questione dei voucher con il governo che è alla ricerca di un accordo con i sindacati prima del Referendum, che potrebbe essere comunque calendarizzato già in settimana.
Legge elettorale, manovra economica e provvedimenti in materia del mercato del lavoro, questi sono i tre obiettivi che il governo Gentiloni si è dato in quest’anno che rimane prima delle nuove elezioni.
La vittoria di Gentiloni
Su come la politica sia cambiata negli ultimi anni, non solo in Italia ma in tutto il mondo, sono stati detti e scritti autentici fiumi di parole a riguardo. La scomparsa dei partiti di massa in favore di quelli personali e la sempre maggiore importanza dei social network nel panorama politico, sono sentori ormai oggettivi e sotto gli occhi di tutti.
In una politica quindi sempre più incentrata su dichiarazioni per mezzo Facebook e Twitter o su ospitate nei più svariati programmi TV, il vecchio metodo democristiano invece del lavoro silenzioso e sottotraccia vince ancora.
Da quando è diventato premier, Paolo Gentiloni sembrava dovesse avere costantemente le valigie pronte, invece alla fine quasi sicuramente il suo governo arriverà al termine del suo mandato.
Così come per il suo grande sponsor Sergio Mattarella, poche dichiarazioni ma precise e ponderate, che alla fine in una ridda di voci attorno hanno avuto la forza di macigni. Gentiloni si può quindi dire sia il vero vincitore nel caos che regna all’interno del Pd.
Non resta che aspettare di vedere come andranno a finire le primarie del Pd in programma il prossimo 30 aprile. Anche con una vittoria di Renzi, l’attuale governo non dovrebbe essere a rischio.
Gli ultimi sviluppi del caso Consip sembrerebbero aver definitivamente convinto l’ex premier a non forzare i tempi. Tutti gli sforzi di Renzi ora sono rivolti alle primarie, dove nonostante sia davanti nei sondaggi la sua vittoria non è per nulla scontata.
Mentre nel Pd infurierà la battaglia delle primarie, Gentiloni continuerà ad andare avanti, ma anche lui non sarà esente alla fine da giudizi sull’operato, con il suo governo che dovrà sbrogliare nel migliore dei modi i nodi più importanti che al momento ci sono nel nostro paese.