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L’Italia potrebbe non sopravvivere senza Legge Fornero

martedì 8 maggio 2018, di Simone Micocci

Le riforme delle pensioni approvate negli ultimi anni - nel dettaglio dal 2004 ad oggi - hanno limitato l’incremento del debito pubblico.

Lo ha rilevato il DEF 2018 presentato nei giorni scorsi dal Governo Gentiloni, il Documento di economia e finanza che quest’anno - vista la mancanza di un Esecutivo legittimato dalla maggioranza parlamentare - si è limitato ad evidenziare l’attuale situazione economica dell’Italia e a prevedere il futuro del Paese in caso di politiche di bilancio invariate.

Quindi, mancando di tutta quell’area programmatica relativa alle misure da applicare in campo economico, sociale e previdenziale. il DEF 2018 - almeno per il momento - ha confermato l’aumento dell’IVA a partire dal prossimo anno.

Nel Documento di economia e finanza si prevede un debito pubblico pari al 130,8% del PIL per l’anno e in corso, che scenderà al 128% nel 2019. Un dato che, come anticipato, sarebbe potuto essere peggiore nel caso in cui negli scorsi anni non fossero state approvate delle riforme delle pensioni che hanno reso più restrittivi i requisiti per il pensionamento, Legge Fornero su tutte.

Debito pubblico senza Legge Fornero

Nei mesi scorsi il Presidente dell’INPS Tito Boeri, così come la Comunità europea, ha ribadito l’importanza della Legge Fornero rispondendo a tutti coloro (come Lega e Movimento 5 Stelle) che promettono di abolirla qualora dovessero andare al Governo.

Abolizione che immaginiamo sarà al centro dei programmi politici di questi schieramenti politici qualora, come ormai appare certo, si tornasse a votare in estate, autunno o nei primi mesi del nuovo anno.

A confermare la difficoltà di abolire la Legge Fornero, però, ci ha pensato anche il DEF 2018, nel quale viene fatta una previsione del debito pubblico qualora non ci fossero state le ultime riforme delle pensioni.

Nel dettaglio, senza la riforma del 2011 - e quelle degli anni precedenti - il debito pubblico oggi sarebbe stato pari al 150% del PIL, mentre dal 2030 al 2040 quando andranno in pensione tutti i nati nel periodo del baby boomers questo sarebbe salito al 200% del PIL.

Sopravvivere per l’Italia sarebbe ancora più difficile negli anni successivi, poiché nel lungo periodo il debito pubblico avrebbe continuato ad aumentare, fino a raggiungere il 250% del PIL subito dopo il 2040 e il 300% nel 2050.

Dati allarmanti che ci fanno capire quante difficoltà ci sono nell’attuare una nuova riforma delle pensioni che cancellando la Legge Fornero renderebbe più flessibile l’uscita dal lavoro.

Già oggi, infatti, il Fondo Internazionale ritiene che la spesa previdenziale dell’Italia sia troppo alta (secondo le stime del DEF siamo al 16% del PIL nel 2017, per poi scendere al 15,8% nel 2025 fino a salire al 18,2% nel 2040 dopo il pensionamento dei baby boomers); figuriamoci cosa succederebbe qualora si potesse andare in pensione una volta maturati i 41 anni di contributi (come vorrebbe Salvini estendendo la Quota 41 per tutti) .

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