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Italia: aumentano i capitali esteri. Bene anche USA e UK nonostante Trump e Brexit

lunedì 24 aprile 2017, di Daniele Morritti

Qualcosa si muove nella mai decollata relazione tra Italia e capitali esteri. Secondo l’Fdi Confidence Index redatto da At Kearney, nell’ultimo anno l’Italia si è portata da 16esimo al 13esimo posto nella classifica dei Paesi più attrattivi in termini di capitale estero convogliato entro i confini nazionali. Una notizia che sorprende, dato che il Bel Paese si è portato avanti rispetto a realtà consolidate come l’Olanda.

Come spesso è stato fatto notare, l’Italia più che attrarre ha spesso respinto l’afflusso di capitali esteri non già per scelta politica (la circolazione è libera nonché sancita da accordi europei e internazionali sottoscritti) quanto per i cronici ritardi del suo sistema economico. In altre parole, le condizioni ambientali - in senso economico - che caratterizzano il tessuto produttivo nazionale fungono da deterrente nei confronti del capitale estero, che spesso preferisce realtà più “accomodanti” (protezione del lavoro più lasca) come i Paesi dell’Est.

Tuttavia, l’Fdi Confidence Index questa volta racconta qualcosa di diverso. L’Italia sta diventando più attrattiva anche in virtù di un processo di consolidamento fiscale che tanto piace ai plotoni del capitalismo multinazionale. Il processo di riforma del sistema economico nazionale avviato dagli ultimi tre governi se da un lato ha precarizzato il lavoro dall’altro ha reso il sistema-paese più appetibile agli occhi del capitale estero.

Italia e capitali esteri: quali sono i settori più attrattivi?

Stando alla classifica stilata da At Kearney e riportata dal Sole 24 Ore, il settore dell’economia italiana che ha maggiormente attirato l’interesse dei capitali esteri è stato quello dei servizi. Il rapporto evidenzia come operazioni come quella che ha portato le due squadre Milanesi in mano cinese (Inter e da ultimo anche il Milan, con la dipartita “sportiva” del Presidente Berlusconi) è indicativo in questo senso.

Anche la trattativa Mediaset-Vivendi - che al momento tiene banco più per i risvolti giudiziari che per l’operazione in sé - si ascrive a questo processo. Tuttavia, senza scomodare i grandi capitali come le società milionarie di calcio e le telecomunicazioni facenti capo all’impero Berlusconi, la recente scelta di Exor - holding olandese della famiglia Agnelli - di affacciarsi sul mercato italiano per fare incetta di PMI ad alto potenziale tecnologico la dice lunga sul rinnovato interessamento degli investitori esteri nei confronti del Made in Italy.

Classifica At Kearney: chi c’è al primo posto?

Il primo posto della classifica dei Paesi che attraggono più capitali esteri fornita da At Kearney è occupato dagli USA, mentre al quarto posto figura la Gran Bretagna. Per quale ragione quest’ordine di cose dovrebbe sorprendere dato che i due Paesi sono da sempre all’avanguardia nell’offrire agli investitori esteri condizioni favorevoli di profitto?

La regione è semplice: l’avvento di Trump e la Brexit non hanno minimamente inficiato la posizione internazionale (in termini economici) delle suddette realtà. Nemmeno i proclama neo-protezionistici di Trump hanno dissuaso i capitali esteri dall’allocarsi nei lidi produttivi del Nord-America. Quanto alla Gran Bretagna, oggi alle prese con un delicato negoziato che verosimilmente porterà il Paese fuori dall’UE nei prossimi due anni, l’aver scalato posizioni nella classifica attestandosi al quarto posto dimostra la resilienza del Paese, la cui dipartita mancherà più all’UE di quanto l’UE mancherà a Londra.

Queste due particolari situazioni dimostrano che l’economia internazionale si muove al contempo attraverso e al netto dei cerchi concentrici del sovranazionalismo. In altre parole, ed è il caso della Gran Bretagna, il fatto che gli investimenti esteri in entrata siano nell’ultimo periodo aumentati (la Gran Bretagna passa dal quinto al quarto posto) dimostra che fuori dall’UE c’è vita e che il capitalismo si sviluppa indipendentemente dal processo d’integrazione europea (evidenza che i suoi apologeti non sembrano disposti ad accettare).

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