Inflazione sopra il target BCE: rialzo dei tassi di interesse prima del previsto?

Mauro Speranza

17 Settembre 2021 - 17:00

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La BCE interviene per smentire le indiscrezioni di un anticipo dell’aumento dei tassi ma i dati sull’inflazione potrebbero riaprire il dibattito.

Inflazione sopra il target BCE: rialzo dei tassi di interesse prima del previsto?

Botta e risposta tra il Financial Times e la Banca centrale europea sull’ipotesi di un rialzo dei tassi di interesse nel 2023.
Dall’istituto centrale, infatti, sono intervenuti per smentire quanto scrive il quotidiano britannico circa la diffusione di informazioni non ufficiali a economisti tedeschi da parte di Philip Lane della BCE, dalle quali emergerebbe la volontà dell’istituto di un anticipo del rialzo dei tassi rispetto a quanto atteso finora.

Ad alimentare le attese di un aumento dei tassi è arrivato anche il dato sull’inflazione, ben al di sopra del target del 2% fissato dalla BCE e che, se mantenuto nel tempo, potrebbe spingere ad una stretta monetaria.

La BCE smentisce l’aumento dei tassi di interesse

Tra le ipotesi allo studio alla Banca centrale europea non c’è un aumento dei tassi di interesse della zona euro nel 2023. A dichiararlo è stato Pablo Hernandez de Cos, membro del consiglio direttivo dell’istituto, rispondendo così alle indiscrezioni del Financial Times che hanno aumentato le attese per una stretta monetaria.
De Cos ha smentito la volontà della BCE di un aumento dei tassi nei prossimi due anni, definendo tale prospettiva “oltre le attese attuali del mercato”.
Le tre condizioni incluse nella foward guidance per raggiungere un aumento dei tassi non sono state raggiunte, sottolinea de Cos, pertanto “l’apparente conclusione del giornalista è praticamente incompatibile con la nostra forward guidance”.

L’articolo del Financial Times

Il Financial Times riportava di un presunto incontro del capo economista della BCE, Philippe Lane, con economisti tedeschi.
Nel corso di quest’incontro, Lane rivelava documenti riservati in cui l’istituto centrale prevedeva di raggiungere entro il 2025 il target del 2% per l’inflazione, confermando le aspettative della BCE di un superamento dell’obbiettivo anche a lungo termine.
Il giornale citava questi documenti come un’indicazione della volontà della BCE di aumentare i tassi di interesse in poco più di due anni, quindi nel 2023, invece del previsto 2024.

Inflazione sopra il target BCE

Oggi, intanto, i dati sull’inflazione nell’euro zona hanno mostrato un nuovo sfondamento del target del 2%.
L’indice dei prezzi al consumo è infatti salito al 3% nel mese di agosto, rispetto al 2,2% del mese precedente, mentre nella UE a 27 l’inflazione annuale è arrivata al 3,2% rispetto al 2,5% di luglio.
Protagonisti di questo aumento sono stati i prezzi dell’energia, seguiti dai beni industriali non energetici e dai prodotti alimentari, alcol, tabacco e servizi.

Futuro rialzo dei tassi?

Il nuovo target della BCE deciso da Francoforte a giugno prevedeva un target più flessibile, con l’inflazione al 2% e un livello moderatamente al di sopra dell’obiettivo (overshooting).
Quando a luglio, però, l’inflazione arrivava al 2,2%, si diffondevano i dubbi alla BCE, scatenando di nuovo lo scontro tra i falchi e le colombe del consiglio direttivo, fino a decidere una riduzione del programma di acquisti nell’ambito Pepp.

Per alzare i tassi, la BCE deve prevedere che l’inflazione raggiunga il 2% entro 18 mesi e vi rimanga per altri 18 mesi.
L’odierno ampio superamento del target BCE da parte dell’inflazione, comunque, potrebbe nuovamente surriscaldare il dibattito interno al consiglio su nuove future modifiche alle scelte dell’Eurotower.

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