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IVA a dicembre in cambio della seconda rata IMU?

lunedì 23 settembre 2013, di Valentina Pennacchio

La telenovela IMU potrebbe non essersi conclusa, nonostante l’annuncio della Service Tax, e potrebbe intrecciarsi con quella dell’IVA.

La questione si fa sempre più calda, tanto che il ministro Fabrizio Saccomanni minaccia le dimissioni, teme lo sforamento del rapporto deficit/PIL e invoca la verità sui conti:

“Gli italiani credo meritino di sapere esattamente come stanno le cose e non soltanto slogan di carattere propagandistico”.

Ma cosa sta succedendo davvero? Sono le scelte populistiche ad aver ingarbugliato ancor di più la questione? Il Governo ha bisogno di circa 6 miliardi e anche piuttosto in fretta. Una vera “mission impossibile”, come si evince dal seguente grafico.

Il rapporto deficit/PIL non può essere messo a rischio e allora quali strade si aprono dinanzi a Letta e la sua squadra? IVA a dicembre in cambio della seconda rata IMU?

Le indiscrezioni

Ciò che trapelano al momento sono solo indiscrezioni, ma nulla di confortante sembra annunciarsi all’orizzonte. Un’ipotesi accreditata pare sia la seguente: stop all’aumento dell’IVA il 1 ottobre, rinvio a dicembre per consentire una riforma strutturale dell’imposta (rimodulare le aliquote) e pagamento della seconda rata IMU a dicembre in maniera selettiva.

In particolare, il viceministro dell’economia Fassina ha avanzato l’ipotesi del pagamento dell’IMU per il 10% delle prime case di maggior valore. In tal modo:

“Recuperiamo due miliardi di euro. Un miliardo lo utilizziamo per rinviare l’aumento dell’IVA; un miliardo lo dedichiamo alla deducibilità dell’IMU per i beni strumentali delle imprese".

A questo punto un nuovo braccio di ferro potrebbe minare la stabilità politica. Il PDL non ha intenzione di ri-negoziare l’accordo sull’azzeramento delle rate IMU 2013 (ad esclusione degli immobili di lusso, castelli e ville), anche se la copertura per la seconda rata è ancora incerta.

E mentre la partita tra IVA e IMU resta aperta, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ricorda un’altra priorità degli industriali: un decisivo taglio del cuneo fiscale, che il ministro Giovannini vorrebbe inserire in un Piano lavoro al vaglio degli esperti.

Stabilità politica, tetto del 3%, credibilità e populismo si muovono nel calderone del Governo Letta, impegnato in una disperata corsa contro il tempo. Che la "mission impossible" abbia inizio.

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