Guerra Commerciale: al via misure Usa-Cina. Trump: dazi se Messico non ferma “invasione”

Luca Fiore

03/06/2019

03/06/2019 - 13:04

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Messa in pausa la questione relativa le auto europee, ed entrate in vigore le misure anti-Pechino, Trump ha aperto il nuovo fronte di scontro con il Messico. La delegazione messicana è in arrivo a Washington.

Guerra Commerciale: al via misure Usa-Cina. Trump: dazi se Messico non ferma “invasione”

Da sabato scorso sono in vigore i dazi del 25% sul “made in Cina” in arrivo nei porti statunitensi. Stabilite da Trump lo scorso 10 maggio, le nuove tariffe sulle merci del Celeste Impero sono destinate a colpire beni per 200 miliardi di dollari (in precedenza sottoposte a un aggravio del 10%).

Nello stesso giorno è iniziata anche la “retaliation”, la rappresaglia da parte delle autorità di Pechino che, in una prima fase, colpirà con un 20-25% addizionale circa 60 miliardi di beni prodotti nella prima economia (che prima erano sottoposti da una tassa del 5-10%).

Guerra Commerciale: Trump, dazi Messico fino a 25%

Ma si sa, a Trump piace giocare su più tavoli contemporaneamente. Messa in pausa la questione relativa le auto europee, il presidente statunitense ha riaperto il fronte con il Messico (qui la notizia).

“Tremendamente serio”. Così The Donald si è definito ieri parlando della questione relativa lo stato Centro-americano che, secondo le minacce arrivate finora, starebbe, a partire dal 10 giugno, per essere colpito con dazi al 5% che in breve tempo potrebbero salire al 25%.

Il nuovo fronte della guerra commerciale è legato all’immigrazione in arrivo dal Messico. “C’è chi per anni ha detto che dovremmo discutere con il Messico: il problema è che questo Paese sta abusando degli Stati Uniti, prende ma non dà “.

A meno che lo stato confinante non decida di bloccare “l’invasione”, ha ammonito Trump, le tariffe saranno utilizzate per riportare in patria “aziende e posti di lavoro che sono stati scioccamente autorizzati a spostarsi a sud del confine”.

Guerra Commerciale: ecco chi è contrario ai dazi contro il Messico

Secondo i rumor pubblicati dal New York Times, il nuovo fronte presidenziale non trova molti estimatori all’interno dell’amministrazione statunitense.

Tra i contrari ci sarebbero il segretario al tesoro Steven Mnuchin, il rappresentante per il commercio Robert Lighthizer e il genero di Trump, Jared Kushner, intermediario per la Casa Bianca nei rapporti con il Messico.

L’opposizione a Trump parte dal presupposto che si tratta di una misura che finisce per colpire, e in maniera pesante, aziende e consumatori statunitensi.

Guerra Commerciale: dazi Messico, Nunez in arrivo a Washington

Il Ministro del Commercio Graciela Nunez è in arrivo a Washington per incontrare l’omologo statunitense, Wilbur Ross. “Esiste la volontà di stabilire un dialogo e raggiungere un accordo e un compromesso”, ha detto il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador.

In particolare, le autorità statunitensi starebbero chiedendo un maggiore monitoraggio delle 150 miglia di confine che il Messico condivide con Guatemala e Belize.

Secondo il politico, “è nell’interesse di tutte le parti coinvolte raggiungere un accordo”.

Guerra Commerciale: dazi Messico, scambi per oltre 600 mld

Non è un caso se Cina e Messico rappresentano due dei maggiori partner commerciali degli Stati Uniti. Nel 2018, gli scambi Usa-Messico si sono attestati a 612 miliardi di dollari di beni, tra cui auto, petrolio, computer, frutta, verdura. Sono milioni, stimano gli analisti, i posti di lavoro statunitensi legati, direttamente, o indirettamente, al Paese centroamericano.

Nella peggiore delle ipotesi, gli analisti stimano che la guerra tra i due Paesi potrebbe incrementare i prezzi di un numero imprecisato di prodotti innescando un rallentamento dell’economia e la perdita di posti di lavoro. “Quando i giganti combattono, la gente viene calpestata”, ha detto Scott Anderson, capo economista di Bank of the West.

Ovviamente il settore più colpito sarebbe quello dell’automotive: nel 2018 gli Stati Uniti hanno importato dal Paese confinante auto e furgoni per 64,5 miliardi di dollari e componentistica auto per circa 50 miliardi.

Una fetta particolarmente importante dell’import è legata alle dotazioni informatiche (26,6 miliardi) e ai prodotti energetici (14,6 miliardi).

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“Queste tariffe avranno effetti devastanti”, ha detto Jay Timmons, presidente dell’associazione statunitense che raggruppa i produttori del manifatturiero. “I lavoratori non dovrebbero essere coinvolti nel fallimento delle trattative per sistemare il nostro sistema migratorio”.

Secondo le stime di Gregory Daco di Oxford Economics, in caso di piena applicazione, l’economia messicana potrebbe cadere in recessione e quella statunitense segnare un rallentamento di un punto percentuale.

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