Home > Altro > Archivio > Grecia: parla Syriza, il partito di Tsipras. No all’uscita dall’euro e al (…)

Grecia: parla Syriza, il partito di Tsipras. No all’uscita dall’euro e al default

mercoledì 27 maggio 2015, di Felice Di Maro

Continuano gli incontri tecnici fra la Grecia e la ex Troika mentre sono forti le tensioni dopo le dichiarazioni di Nikos Voutsis, ministro dell’Interno della Grecia, riguardo il non pagare le rate del prestito al Fondo monetario internazionale.

Nikos in senso politico è un membro dell’ala dura di Syriza che appare alquanto divisa; un portavoce dell’esecutivo del governo greco ha dichiarato:

Atene farà ogni sforzo per onorare tutti i suoi debiti, esclude di dover congelare i depositi bancari e si aspetta un accordo fra fine maggio e inizio giugno.

E’ Tsipras che ha dato il suo consenso per questa dichiarazione ufficiale mentre lo stesso ministro dell’Economia, Gergios Stathakis ha dichiarato:

l’intesa con i creditori è assai probabile ed è solo questione di settimane.

La componente del partito che ha vinto le elezioni del 25 gennaio più aperta al negoziato è al momento la maggioranza all’interno di Syriza perché proprio il Comitato centrale del partito ha respinto, con 95 voti contro 75, la proposta dell’ala oltranzista di non rimborsare gli 1,7 miliardi di dollari dovuti al Fondo monetario internazionale il mese prossimo.

Grandi tensioni non solo in campo politico ma anche nella trattativa in corso ferma sempre sulla tranche di quei 7,2 miliardi di euro che dovrebbe essere sboccata ma che al momento non c’è neanche una convergenza credibile per un accordo. Al riguardo di queste tensioni Klaus Regling, il capo del fondo di salvataggio europeo Esm, su Bild ha dichiarato:

Senza accordo la Grecia rischia fallimento. I suoi effetti possono essere catastrofici. Nonostante che il tempo stringe e per questo si lavora senza sosta per arrivare ad un accordo.
Senza accordo, Atene non può avere altri prestiti e quindi rischia il fallimento e questo implica grandi rischi. Anche un mancato versamento al Fmi avrebbe un impatto su altri creditori.

Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, in un intervento a Dublino ha detto che ci saranno danni all’euro con la Grexit, l’uscita della Grecia dall’Ue e dall’euro ed ha dichiarato:

sarebbe un grande problema se un paese dovesse uscire dalla moneta unica. Nelle ultime tre settimane sono stati fatti più passi avanti sulla Grecia di quanti ne siano stati fatti negli ultimi tre mesi.

La Grecia mostra la sua volontà di non uscire dall’euro tanto che il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, annunciando una tassa sulle transazioni bancarie e una sanatoria sui depositi bancari all’estero tassandoli solo al 15%, ha dichiarato:

La Grecia pagherà la rata da 312 milioni dovuta al Fondo monetario internazionale il 5 giugno perché per allora sarà stato raggiunto l’accordo con i creditori.

G7 finanziario di giovedì 27 maggio
I tecnici dei ministeri delle Finanze dell’Eurozona dovrebbero tenere una conference call per discutere i progressi nel negoziato e proprio l’Euro Working Group potrebbe, se ci saranno le condizioni, decidere di convocare un nuovo Eurogruppo.

Di una soluzione al momento non c’è neanche una bozza. Il vero punto critico con Ue, Bce e Fmi è il surplus di bilancio greco che i creditori vogliono elevato per garantire una improbabile sostenibilità del debito e vogliono imporre un’austerity che la delegazione della Grecia non accetta.

Varoufakis in un articolo su Project Syndicate dice:

Siamo desiderosi di realizzare le riforme che ci vengono chieste, ma Atene non continuerà con l’austerity impostagli dalla troika, più che doppia rispetto ai partner come Spagna o Portogallo che ha fatto crollare il suo Pil di quasi il 25% dal 2010.

Il surplus primario che i creditori vogliono -2% del Pil l’anno prossimo, e oltre il 2,5% a seguire, Atene lo rifiuta: costerebbe quella stretta sull’IVA, quei tagli ulteriori alle pensioni, clausole di garanzia in caso di minori introiti da privatizzazioni su cui Syriza si gioca il patto con gli elettori.

Per la Commissione europea continua a far fede l’intesa Grecia-Ue in quell’Eurogruppo del 20 febbraio. Al riguardo Olivier Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale uscente ha dichiarato:

I creditori vogliono un surplus primario sufficiente per abbattere un debito volato a oltre il 170% del Pil. Ma per averlo, a meno di non ristrutturare quel debito, serviranno ancora lacrime e sangue.
Anche perché Atene che in extremis potrebbe consolidare le rate in un unico pagamento a fine giugno, anche incassati i sette miliardi su cui sta negoziando avrà bisogno di nuovi prestiti per i prossimi anni e si parla di 50 miliardi.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.