Aveva perso complessivamente il 19% nelle tre sedute precedenti dopo la riapertura al termine di cinque settimane di interruzione. Per il terzo prestito il Fondo monetario internazionale deciderà in autunno se partecipare. Isole in vendita?
La situazione non migliora per la Grecia ma la Borsa di Atene che ha riaperto dopo cinque settimane di interruzione ha chiuso con l’indice Ase, dopo tre sedute in calo
le contrattazioni con +0,34%.
Chiaramente è stata la prima giornata di rialzo dopo la riapertura che l’indice principale ha chiuso in crescita del 3,6% dopo aver perso il 19% nelle tre sedute precedenti. C’è stato un miglioramento per alcuni titoli bancari come National bank +27%, Eurobank +17%. Non sono mancate tensioni sui titoli di stato con il tasso dei bond a due anni che è aumentato di 43 punti base.
il direttore per il Nord Europa del Fmi, lo svedese Thomas Ostros in una intervista al quotidiano Dagens Nyheter come riporta Reuters nell’edizione internazionale online ha dichiarato:
Il Fondo monetario internazionale non deciderà fino all’autunno se partecipare o meno al salvataggio della Grecia. All’interno del Fondo è forte il sostegno per un coinvolgimento nel nuovo programma di aiuti ma per una decisione ci vorrà tempo dal momento che i colloqui tra Grecia e creditori proseguono in estate e in autunno e dunque il board prenderà una decisione in autunno.
Il governo greco ha approvato la costituzione del fondo da 50 miliardi di euro nel quale dovranno confluire proprietà dello Stato, società pubbliche come aeroporti e immobili. Si tratta di beni da privatizzare come garanzia sui nuovi prestiti previsti dal terzo piano di salvataggio del 12 luglio che la Grecia sta negoziando in questi giorni con le delegazioni della ex Troika che sono in rappresentanza dei creditori internazionali. Al riguardo Bild ha pubblicato un elenco di atolli disabitati che potrebbero finire nella lista di questo fondo.
Come è noto il noto quotidiano tedesco già nel 2010 aveva proposto di mettere sul mercato l’Acropoli, ma ora ha fatto l’elenco degli atolli di proprietà statale che potrebbero essere ceduti e per fare cassa s’intende.
Per come è stato diffuso con500mila euro si potrebbe acquistare Avgò, in italiano, “uovo”, a causa della sua forma che è un piccolo mucchio di rocce di 162mila metri quadrati che si trova di fronte alla costa settentrionale diCreta, non ha praticamente spiagge ma in compenso grotte bellissime.
Ci vogliono invece sette milioni per aggiudicarsi la bellissima Fleves, a sud del Pireo: 5,7 milioni di metri quadrati, al momento è utilizzata per scopi militari. C’è poi l’isola dei “Due Fratelli” (Dùo Adelfia), nelle Sporadi, a un tiro di schioppo dal parco marino più esteso del Mediterraneo, dove nuota la rarissima foca monaca.
Nei pressi di Alonissos (pochi chilometri a est della gettonatissima Skiathos), l’atollo ha montagne alte fino a 178 metri, e ci vogliono 1,2 milioni di euro per aggiudicarsi l’area da 1 milione di metri quadrati. Al fine di rendere le isole che in precedenza erano disabitate più attraenti per i potenziali acquirenti, il governo di Atene starebbe provvedendo a semplificare le normative per le licenze di costruzione di hotel e porti turistici.
In Grecia è caos per lo sciopero dei controllori di volo ed è la prima volta in pieno agosto. 22 voli cancellati all’aeroporto internazionale di Atene Eleftherios Venizelos e una nuova agitazione è prevista per il 14 agosto. Chiedono di ritrattare le questioni relative alla contrattazione collettiva, la cui riforma dovrebbe essere votata entro dieci giorni dal parlamento greco.
Sono criticità che pesano sulle trattative con la ex troika, i cui rappresentanti sono da una settimana tornati in Grecia. Ma secondo la portavoce del governo greco Olga Gerovassili non sono in vista elezioni anticipate a settembre, come era trapelato nelle scorse settimane. Il nuovo orizzonte per le urne è novembre, quando l’intero pacchetto del nuovo memorandum da 86 miliardi per la Grecia sarà stato approvato dal parlamento con il consenso di Syriza anche se i secessionisti della "Piattaforma di sinistra" sono sempre più decisi a creare un nuovo movimento e a non votare le riforme.
© RIPRODUZIONE RISERVATA