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Finanza: Mercati euforici, abbondante liquidità e capitali in movimento. Dove vanno e quali sono le prospettive?

sabato 19 gennaio 2013, di Vittoria Patanè

Il trend positivo di Piazza Affari continua. + 41% dallo scorso agosto. La borsa di Madrid viaggia quasi a livelli da record. Gli spread stanno scendendo avvicinandosi sempre di più agli standard “pre-crisi” e i due paesi continuano a ricevere richieste degli investitori per i loro titoli di Stato.
Sembra quindi che la situazione stia migliorando e che Spagna e Italia siano vicine a quell’equilibrio che da un anno a questa parte sembrava essere sempre più in bilico e pronto a trascinare nel baratro l’Europa.

Grecia e Portogallo, galvanizzati dalla vitalità del mercato, stanno a loro volta pensando a stratagemmi per attirare investimenti: le agenzie elleniche sono pronte a collocare obbligazioni, mentre i Portoghesi stanno riflettendo sulla possibilità di emettere titoli di stato quinquennali, cosa che non accadeva da due anni.

I dati di Target2 della Bce

Insomma, nel nostro paese, sono in molti a pensare che le parole contenute nel Bollettino diramato ieri dalla Bce siano esagerate.
"L’accresciuta incertezza politica in Italia è stata all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri verso i titoli emessi da quei Paesi con rating AAA". Questo quanto si legge.

Parole inaspettate, visto che i dati delle ultime settimane sottolineavano proprio il contrario. E cioè che l’Italia aveva beneficiato negli ultimi mesi del ritorno dei capitali stranieri dopo settimane su settimane di fughe di massa da parte di fondi e banche d’investimento esteri.

I dati di Target2 della Bce elaborati da Unicredit arrivano ad un’importante conclusione: i mercati finanziari stanno finalmente riportando capitali nel sud Europa.
Dal 2008 a metà 2012, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo erano stati protagonisti di una massiccia fuga di capitali per quasi 900 miliardi di euro, i quali si erano diretti verso Olanda, Germania e Finlandia.
Negli ultimi 6 mesi però, gli stessi quattro paesi hanno visto tornare nelle loro casse circa 100 miliardi di euro.
L’emorragia sembra quindi essersi fermata, i mercati sono sempre più fiduciosi anche se la crisi continua a farsi sentire impietosa sull’economia reale.

Ma analizzando i mercati internazionali e l’abbondante liquidità che li caratterizza nell’ultimo periodo, emerge un quadro del tutto nuovo.

I capitali si muovono in tutto il mondo

I mercati internazionali, a livello attuale, sono caratterizzati da un’abbondante liquidità che porta gli investitori ad effettuare importanti investimenti in tutto il mondo, paesi emergenti e Wall Street compresi.
Non è solo il sud Europa ad essere protagonista in questo periodo.

Secondo l’indice high yield di Bank of America negli ultimi mesi si sono registrati movimenti anche sulle cosiddette “obbligazioni aziendali spazzatura” che mostrano rendimenti ai minimi storici e uno spread sui tassi interbancari dimezzato rispetto a un anno e mezzo fa.
Wall Street è vicina i massimi storici del 2007.

Fenomeno generale

Italia e Spagna beneficiano dunque di un fenomeno generale, molto più ampio: gli investitori in queste settimane cercano titoli con tassi d’interesse elevati, e li comprano perché attirati dai loro bassi rendimenti.

I benefici sono comunque evidenti e Spagna e Italia continuano a trarre profitti dalla situazione attuale.
La collocazione dei titoli di stato spagnoli in mani estere è salita del 3% (22% ad aprile, 25% a novembre); mentre in Italia le vendite sono aumentate da 669 a 671 miliardi.

Quali sono le prospettive?

L’apparente ripresa dei mercati finanziari è palese.
Da quando la Bce ha scongiurato il pericolo default gli acquisti di titoli e obbligazioni è diventata irrefrenabile, dando respiro ai paesi in crisi.
Da qui si dovrebbe partire per dare impulso anche alla ripresa dell’economia reale che purtroppo non è andata di pari passo con quella finanziaria.

Eliminando le forti pressioni sui mercati e dando maggiore solidità alle banche dei singoli paesi, potrebbe innescarsi un circolo virtuoso che permetterebbe anche ai cittadini di “sentire” i primi segni di ripresa e di vivere meglio sfruttando le congiunture finanziarie ed economiche internazionali.

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