EXPO, le grandi assenti nella Carta di Milano: speculazione e landgrabbing

Christian Dalenz

28 Maggio 2015 - 15:20

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Due associazioni fanno notare che una delle eredità culturali dell’EXPO, la Carta di Milano, presenta due assenze molto vistose.

EXPO, le grandi assenti nella Carta di Milano: speculazione e landgrabbing

Nella Carta di Milano, scritta a margine dell’EXPO 2015, sono stati riportati i valori che le associazioni e istituzioni coinvolte sono interessate a perseguire nei prossimi anni a riguardo della questione alimentare: è considerata essere un vero e proprio lascito culturale dell’esposizione universale. In particolare l’obiettivo è la lotta alla fame nel mondo, un concetto espresso in più declinazioni nella Carta (cibo per tutti, corretta gestione delle risorse e così via).

Omissioni nella Carta di Milano
I primi a farlo notare sono stati l’associazione "Sulla fame non si specula" e la Campagna ZeroZeroCinque, con un comunicato congiunto: nella Carta di Milano mancano riferimenti ai temi della speculazione finanziaria e del land grabbing

Eppure nel precedente Protocollo di Milano sull’alimentazione e la nutrizione, l’iniziativa promossa dal Barilla Center for Food and Nutrition con la collaborazione di tante personalità e sigle della società civile, il riferimento era stato molto chiaro: «Le parti si impegnano a identificare e proporre leggi per disciplinare la speculazione finanziaria internazionale sulle materie prime e la speculazione sulla terra, oltre che a proteggere le comunità vulnerabili dall’accaparramento della terra (“land grabbing”) da parte di entità pubbliche e private, rafforzando al contempo il diritto all’accesso alla terra delle comunità locali e delle popolazioni autoctone». Le due associazioni ritengono molto grave l’assenza di questi due temi, visto che si tratta di problemi attualissimi: la speculazione finanziaria sul cibo, per esempio, è diventata un problema molto serio a partire dal 2009, insieme alla generale crisi del mondo finanziario: i prezzi nominali, dopo un crollo nel 2008, sono aumentati di molto, in particolare nel 2010, anche se in termini reali la situazione si può considerare meno grave (dati FAO); una situazione che è stata determinata dall’utilizzo di contratti futures sulle materie prime.

Anche il fenomeno del land grabbing ha visto un notevole sviluppo a partire dalla crisi dei prezzi agricoli, quando Paesi e multinazionali per affrontare il problema hanno deciso di andare a comprare direttamente i terreni agricoli in loco, al fine di tutelare i propri interessi in materia di sicurezza alimentare: da un lato il landgrabbing può portare benefici ai Paesi dove le terre vengono acquistate, in termini di investimenti ed occupazione; dall’altro esiste il rischio concreto che le popolazioni locali perdano potere di controllo e di accesso sulle terre cedute e sulle risorse naturali collegate alla terra e ai suoli, come, ad esempio, l’acqua.

Le risposte del Ministro Martina  
Il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, ha così risposto a riguardo degli allarmi delle due associazioni alla rivista Unimondo: «La Carta di Milano non è modificabile nel suo testo. Può essere però ampliata, in particolare attraverso gli allegati, e quindi alcuni concetti e temi possono essere ulteriormente sviluppati...faccio presente che abbiamo lavorato a questo documento in modo aperto, consapevoli del fatto che alcuni temi andranno sviluppati nei prossimi sei mesi, ma che abbiamo anche scritto la Carta con l’idea di offrire ai Paesi partecipanti una piattaforma all’interno della quale tutti si possano riconoscere». Il Ministro ha aggiunto inoltre che, visto il numero di associazioni e istituzioni coinvolte nella stesura della carta, non si è potuto fare a meno di tenere conto degli equilibri politici da rispettare.

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