Home > Altro > Archivio > Crisi: Italia appesa alla BCE. Ma sta sprecando tempo

Crisi: Italia appesa alla BCE. Ma sta sprecando tempo

lunedì 13 maggio 2013, di Nadia Fusar Poli

Se è vero che una nota dolente è stata tolta dalla crisi del debito della zona euro, grazie ad enormi quantità di politiche di sostegno non convenzionali messo in atto dalla Banca centrale europea, il dibattito è ancora in corso. Cosa stanno facendo i governi della zona euro e come stanno utilizzando il tempo loro accordato dal presidente della Bce Mario Draghi, nei confronti del quale i mercati finanziari ripongono molte speranze e, con ogni probabilità, una fiducia che a tratti sembra una manifestazione di fede quasi commovente?

Si prenda l’Italia, il paese di Mario Draghi, che dopo le inconcludenti elezioni dell’inizio di quest’anno, ha recentemente formato una grande coalizione, un governo di larghe intese. Con un rapporto debito-PIL di oltre il 100 per cento, l’Italia – secondo un’opinione piuttosto diffusa - dovrebbe necessariamente attuare aggressive riforme strutturali per riconquistare la propria competitività all’interno della zona euro (e non solo) e ritrovare la necessaria credibilità a livello internazionale.

"Grazie alle politiche che abbiamo seguito in questi ultimi anni, abbiamo già guadagnato un margine di manovra entro l’obiettivo del 3 per cento" ha dichiarato in un’intervista con la CNBC il nuovo ministro delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, al margine di una riunione dei ministri delle finanze del G7 e dei banchieri centrali tenutasi ad Aylesbury, Inghilterra.

Tre per cento del PIL: questo è il target fissato per i membri della zona euro rispetto alle dimensioni di deficit annuale. La Commissione europea ha già permesso ad alcuni paesi di rallentare il ritmo con cui questi si stanno muovendo nella direzione dell’obiettivo al fine di aiutare la ripresa della crescita. Non tutti sono però d’accordo che l’Italia abbia davvero il tempo dalla propria parte per affrontare le proprie difficoltà e ridurre i significativi livelli di debito.

George Soros, manager di hedge fund e veterano nel settore, ha recentemente avvertito l’Italia che la calma attuale (solo apparente?) non sembra destinata a resistere. La ripresa "non durerà a lungo. Ci troviamo in una situazione che è lungi dall’essere in equilibrio", ha affermato Soros in un discorso riportato dal quotidiano italiano La Stampa. L’Italia "non è più padrone del proprio destino" e fa affidamento su un’azione credibile e coordinata da parte dell’Unione europea. Soros ha chiesto l’introduzione di eurobond e l’adozione di un’ampia unione fiscale…materia su cui Berlino da tempo si oppone. "Le prove che le politiche di austerità non funzionano aumentano. Prima o poi, mi aspetto che la tendenza si inverta. Quanto prima ciò avverrà, tanto meglio sarà", ha concluso Soros.

Chiunque speri che il nuovo governo italiano possa intervenire significativamente sulla riforme strutturali a lungo termine dovrebbe prendere atto della prospettiva dell’agenda politica e dei suoi orizzonti temporali. "Non abbiamo un ordine del giorno a lunghissimo termine. Il risultato delle elezioni ha prodotto un parlamento frammentato. C’è una forte coalizione che sostiene il governo, ma vi è anche la possibilità che avremo nuove elezioni in un anno e mezzo o due anni", ha dichiarato Saccomanni.

Jeroen Dijsselbloem, ministro delle finanze olandese e presidente dei ministri delle finanze dell’Eurogruppo, chiede che altri governi si concentrino sulle riforme e non si affidino alla politica non convenzionale della BCE. "La politica monetaria non può davvero aiutarci ad uscire dalla crisi. Può togliere la pressione, può ospitare una nuova crescita. Ma ciò di cui in primo luogo si ha veramente bisogno in tutti i paesi sono le riforme strutturali" ha detto Dijsselbloem in una intervista esclusiva con CNBC.

Saccomanni ha aggiunto che il governo sta lavorando su come (e con quali modalità) aumentare il credito alle imprese italiane, soffocate dalle recessione in atto nel paese. "C’è spazio anche per le azioni fiscali”. Dalla riduzione delle tasse sulle piccole imprese per agevolare l’assunzione dei giovani, al sostegno di investimenti in nuove tecnologie, innovazione, ecc.. “Questa è l’intera area del programma di riforme nel campo del lavoro, che ha molte sfaccettature", ha sottolineato Saccomanni.

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia che successe a Draghi quando questi assunse il timone della BCE, pensa che la banca centrale sia nelle condizioni per offrire ulteriore sostegno all’Italia e al resto della zona euro. Se necessario, anche attraverso un significativo, quanto controverso, taglio dei tassi di deposito.

Fonte: cnbc.com

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.