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Certificazione Unica 2015: sanzioni esagerate e niente ravvedimento. Ecco quanto potrebbe costarci un errore
mercoledì 11 febbraio 2015, di
Arriva la Certificazione Unica 2015 e potrebbe costarci molto, molto cara. Il passaggio dal CUD alla CU infatti ha imposto parecchie modifiche volte a permettere l’acquisizione dei dati richiesti da parte dell’Agenzia delle Entrate nell’ambito del modello 730. Fra i tanti esempi: l’indicazione delle varie tipologie reddituali o le maggiori informazioni riguardanti i familiari a carico e le spese deducibili e detraibili.
Insomma, in altre parole, dichiarare diventa molto più complicato, tanto più se si considera che dovranno inviare la Certificazione Unica anche lavoratori autonomi, percettori di provvigioni di redditi diversi.
Il problema è che alle maggiori difficoltà corrispondo anche sanzioni più dure. Dunque in caso di errori o di mancata/tardiva certificazione si rischia una "punizione pecuniaria" non indifferente.
Certificazione Unica 2015: sanzioni
In caso di omessa, tardiva o errata certificazione, la sanzione prevista per legge sarà pari a 100 euro.
La suddetta "punizione" tra l’altro, non solo non potrà beneficiare degli istituti del concorso e della continuazione, ma non potrà neanche essere riparata tramite ravvedimento operoso, dato che i termini di quest’ultimo risultano non compatibili con i tempi della dichiarazione. In parole povere: chi sbaglia paga, senza possibilità di appello.
La legge non prevede infatti nessuna possibilità di "redenzione". Passati i cinque giorni dalla scadenza della presentazione della certificazione unica, termine entro il quale è possibile correggere eventuali errori, non c’è più nulla da fare.
A questo si aggiunga il fatto che l’Amministrazione Pubblica, nell’ambito dell’incontro con la stampa specializzata, ha specificato che il giorno di partenza per il calcolo dei cinque giorni di scadenza sarà comunque il 7 marzo, nonostante il termine per l’invio sia per il 2015 fissato al 9 marzo (Il 7 è sabato). A questo punto dunque, il tempo per effettuare correzioni potrebbe addirittura scendere a tre giorni e non più cinque secondo quanto previsto dalla legge.
Dal 12 marzo in poi dunque, i sostituti d’imposta "colpevoli" di certificazione tardiva, omessa o errata, dovranno pagare una sanzione di 100 euro.
In più, le istruzioni del ministero recitano quanto segue:
“nel caso in cui il sostituto rilasci una nuova certificazione unica dopo il 7 marzo deve comunicare al percipiente, nelle annotazioni (cod. CF) che, se intende avvalersi della dichiarazione precompilata fornita dall’Agenzia delle Entrate, dovrà procedere a modificarne il contenuto sulla base dei dati forniti dall’ultima certificazione unica rilasciata dal sostituto”.
Insomma, nella dichiarazione precompilata saranno incluse solo le certificazioni uniche presentate entro il 9 marzo.
Per maggiori informazioni sulla Certificazione Unica 2015 consultare: Certificazione Unica 2015: modello, soggetti, istruzioni, sanzioni. La guida dell’Agenzia delle Entrate