Attività sportiva e motoria, cosa cambia con il nuovo decreto

Martino Grassi

5 Novembre 2020 - 17:33

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Il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri impone nuove restrizioni per gli sport e per lo svolgimento dell’attività motoria e fisica. Ecco tutte le novità.

Attività sportiva e motoria, cosa cambia con il nuovo decreto

Il nuovo DPCM del 3 novembre firmato dal premier Conte impone una stretta anche sull’attività motoria e sportiva, introducendo delle limitazioni, alcune delle quali valide su tutto il territorio nazionale, altre invece variano in base alla Regione di appartenenza.

Con l’ultimo provvedimento del Governo infatti l’Italia è stata suddivisa in tre zone (gialla, arancione e rossa) che prevedono delle misure di contenimento più rigide in base alla gravità della diffusione del virus. Vediamo quali sono le nuove norme da seguire per svolgere l’attività fisica e motoria e cosa accade allo sport.

Attività sportiva e motoria: cosa prevede il decreto

Nel documento l’attività sportiva e motoria all’aperto (con l’obbligo di indossare la mascherina per quest’ultima) resta consentita su tutto il territorio nazionale. Nel DPCM infatti si legge: “È consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti”.

Sarà quindi possibile andare a correre o attività motorie in tutta Italia a patto che venga rispettata la distanza di sicurezza, per cui non saranno consentiti gli sport e le attività di contatto. L’attività fisica e motoria inoltre dovrà essere svolta tassativamente nel rispetto del coprifuoco, per cui dalle 5 di mattina fino alle 22. Altre differenze invece riguardano la pratica dello sport e dell’attività motoria nelle varie zone.

Zona gialla

All’interno della zona gialla è possibile svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto anche presso aree attrezzate e parchi pubblici e presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, rispettando la distanza di sicurezza e il coprifuoco.

All’interno di queste zone restano consentiti, anche se sconsigliati, tutti gli spostamenti, per cui sarà possibile andare a correre anche in un comune diverso da quello di residenza, purché all’interno della propria regione. Per quanto riguarda gli eventi e le competizioni sportive restano consentite solamente quelle di riconosciuto interesse nazionale da parte del CONI, tutte le altre invece sono vietate.

Zona arancione

La situazione cambia all’interno delle zone arancioni (Sicilia e Puglia) dove resta consentito lo svolgimento dell’attività motoria e sportiva, come nella zona gialla, purché venga svolta all’interno del proprio comune di residenza. Il provvedimento del Governo infatti proibisce gli spostamenti in altri comuni se non comprovati da motivazioni giustificabili (lavoro, studio, salute). Anche in questo caso restano consentiti solamente gli eventi e le competizioni di interesse nazionale da parte del CONI.

Zona rossa

Tutt’altro discorso invece per la zona rossa (Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta). In queste zone infatti tutti gli spostamenti non giustificati da condizioni di necessità sono vietati, con delle eccezioni. Il decreto appena emanato infatti prevede lo svolgimento di attività sportiva e motoria in forma individuale, e nel rispetto del distanziamento e del coprifuoco, in prossimità della propria abitazione.

Nelle zone rosse infine non è consentito lo svolgimento di attività sportiva o attività motoria presso centri e circoli sportivi anche all’aperto e sono sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli EPS (enti di promozione sportiva).

Chiuse palestre e piscine

Il nuovo provvedimento del governo impone anche la chiusura di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, restano consentita solamente “l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e per le attività riabilitative o terapeutiche”.

Nel documento si legge inoltre che “l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli”.

Sospesi eventi e competizioni sportive

Come anticipato, il nuovo DPCM sospende gli “eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato”.

Restano però consentiti quelli riconosciuti di interesse nazionale (e quindi non regionale), nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico e dalle rispettive federazioni sportive nazionali.

Rispetto al calcio, quindi, si fermano anche i campionati di Eccellenza, Prima e Seconda Categoria, in quanto si tratta di eventi di interesse regionale e non nazionale. I campionati che continuano regolarmente sono quelli dalla serie D alla A, con l’indicazione però che questi devono svolgersi all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. Secondo il nuovo DPCM, quindi, negli stadi non ci potranno essere neppure le 1.000 persone.

Sono “altresì sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto nonché tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale”.

Si possono fare gli allenamenti?

Sono consentite - rigorosamente a porte chiuse - le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra solamente se partecipanti alle competizioni suddette, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali.

Chiudono gli impianti sciistici

Chiudono anche gli impianti nei comprensori sciistici, con la possibilità che questi possano essere utilizzati comunque da parte di “atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali ed internazionali o lo svolgimento di tali competizioni”.

Gli impianti restano comunque aperti agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, finalizzate ad evitare qualsiasi assembramento.

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