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Sondaggi politici: M5S vicino al Centrodestra, a chi conviene andare alle elezioni?
giovedì 29 marzo 2018, di
I sondaggi politici elettorali realizzati in questo post 4 marzo continuano a sorridere al Movimento 5 Stelle e alla Lega, ma tornare subito al voto in questo momento sembrerebbe essere più conveniente ai pentastellati che al carroccio.
I 5 Stelle infatti stando al sondaggio avrebbero ormai quasi raggiunto il Centrodestra unito e, se il trend dovesse confermarsi, potrebbe a breve esserci un sorpasso. Anche se venisse cambiato il Rosatellum, inserendo magari un premio di maggioranza come chiesto da Salvini, il grande favorito potrebbe essere proprio il Movimento.
Tornano i sondaggi politici
Archiviate le elezioni sono tornati a circolare anche i sondaggi politici. Visti i risultati del voto del 4 marzo, è molto interessante capire come l’elettorato si starebbe spostando in base a quella che è la nuova situazione politica nel paese.
A riguardo possiamo analizzare il responso di un sondaggio realizzato tra il 19 e il 21 marzo dall’istituto SWG e pubblicato in data 23 marzo. Vediamo allora come vengono attestati i vari partiti mettendo tra parentesi il risultato ottenuto alle recenti politiche.
- Movimento 5 Stelle - 35,2% (32,7%)
- Lega - 21,6% (17,4%)
- Partito Democratico - 19% (18,7%)
- Forza Italia - 10,01% (14,01%)
- Fratelli d’Italia - 3,9% (4,4%)
- Liberi e Uguali - 2,4% (3,4%)
- Più Europa - 1,7% (2,5%)
- Potere al Popolo - 1,5% (1,1%)
- Noi con l’Italia - 0,8% (1,3%)
- Civica Popolare - 0,7% (0,5%)
- Insieme - 0,5% (0,6%)
- Altri - 2,6% (3,4%)
Ipotizzando le stesse coalizioni che si sono presentate alle elezioni del 4 marzo, questa sarebbe la situazione secondo il sondaggio di SWG.
- Centrodestra - 36,4% (37,1%)
- Movimento 5 Stelle - 35,2% (32,7%)
- Centrosinistra - 21,9% (22,3%)
- Liberi e Uguali - 2,4% (3,4%)
- Potere al Popolo - 1,5% (1,1%)
Nonostante il balzo della Lega il Centrodestra in totale andrebbe a ottenere meno voti rispetto alle elezioni. Il carroccio infatti starebbe sottraendo voti ai propri alleati, con Fratelli d’Italia che potrebbe essere in bilico sulla soglia di sbarramento.
Chi continuerebbe a migliorarsi è invece il Movimento 5 Stelle che stando alla rilevazione starebbe ormai tallonando il Centrodestra. I pentastellati si confermerebbero comunque per distacco il primo partito del paese.
Stabile viene dato il Partito Democratico mentre in calo sarebbero i suoi alleati. Sotto la soglia di sbarramento del 3% viene attestato Liberi e Uguali, che sembrerebbe perdere consensi in favore più che altro del rampante Potere al Popolo.
A chi conviene tornare a votare?
Vista l’attuale situazione di stallo, le consultazioni devono ancora iniziare ma al momento all’orizzonte non sembrerebbero esserci accordi di governo, si parla molto di possibili nuove elezioni anche entro l’anno.
Prima però si vorrebbe cambiare la legge elettorale in vigore inserendo, come auspicato da Matteo Salvini, un premio di maggioranza alla coalizione o lista che arriva prima. In pratica il Rosatellum rimarrebbe invariato solo che verrebbe garantita la governabilità al più votato.
Se così fosse però non è detto che il Centrodestra sarebbe il grande favorito. Il Movimento 5 Stelle infatti è la forza politica che ha i più ampi margini di miglioramento e potrebbe di conseguenza continuare a guadagnare terreno.
In sostanza potrebbe avvenire una situazione del genere. Una Lega sempre più forte ma a discapito dei suoi alleati e dei partiti di destra (CasaPound e Forza Nuova), con la coalizione che in totale non andrebbe a migliorarsi più di tanto.
Il Movimento 5 Stelle invece potrebbe continuare a togliere voti al Centrosinistra anche in ottica di una sorta di voto utile: a quel punto sarebbe una sfida tra Di Maio opposto a Salvini e Berlusconi, con molti elettori che potrebbero decidere di votare i pentastellati per non mandare il Centrodestra al governo.
Detto questo sarebbe senza dubbio un testa a testa serrato tra i due schieramenti, con il Partito Democratico rilegato assieme a tutta la sinistra al ruolo di mero spettatore a meno di improbabili al momento grossi scossoni in favore di una svolta unitaria.