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Riforma pensioni 2017: quota 41 per tutti, manifestazione il 23 marzo a Roma. Ecco le novità

martedì 14 marzo 2017, di Anna Maria D’Andrea

Riforma pensioni 2017: quota 41 per tutti, è questa la richiesta dei lavoratori precoci che si uniranno, per la giornata del 23 marzo, alla manifestazione a Roma indetta proprio per richiedere la modifica delle novità e dei requisiti introdotti con la riforma contenuta nella Legge di Bilancio 2017.

Le notizie sulla manifestazione in programma per il 23 marzo non riguardano soltanto i lavoratori precoci, interessati all’estensione della quota 41, ma anche le lavoratrici che ormai da tempo chiedono la proroga di Opzione donna al 2018, gli esodati che richiedono al Governo la nona salvaguardia per tutelare tutti i restanti lavoratori penalizzati dalla riforma Fornero e anche i giovani, per i quali già l’Inps ha comunicato ormai da tempo che il diritto alla pensione sarà una scommessa più che una verità.

Sulla riforma pensioni, per cui in questo periodo non sono mancate notizie e novità non molto incoraggianti, è ancora attesa per i decreti attuativi: come abbiamo già ricordato le ultime novità che dovranno stabilire la misura e l’importo esatto dell’anticipo necessario per beneficiare dell’Ape sono in ritardo, l’incontro Governo-sindacati in programma per la giornata del 13 marzo è saltato e per i lavoratori interessati ad accedere alle misure introdotte con la riforma pensioni 2017 ancora non è stata fatta chiarezza.

La battaglia per estendere la quota 41 a tutti i lavoratori precoci ha portato alla nascita di una petizione online, “Pensione per tutti dopo 41 anni di contributi-discutere subito il ddl 857 alla Camera”, lanciata sul sito change.org e che ha già raccolto oltre 30.000 firme. La richiesta è quella di inserire, già con i decreti attuativi, la possibilità di pensione anticipata anche ai lavoratori precoci che non rientrano tra i requisiti stringenti inseriti con la Legge di Bilancio 2017.

I decreti attuativi della riforma pensioni accoglieranno le richieste dei precoci sull’estensione della quota 41 per tutti? Le opinioni dei lavoratori che hanno cumulato 41 anni di contributi non sono delle migliori e l’attuale riforma pensioni 2017 rischia di essere ancor meno gradita della sua antecedente, la riforma Fornero del 2012.

Ecco di seguito tutte le novità e le ultime notizie sulla riforma pensioni 2017 e cosa chiedono i lavoratori precoci promotori della battaglia per estendere la quota 41 a tutti.

Riforma pensioni 2017: quota 41 per tutti, manifestazione il 23 marzo a Roma. Ecco tutte le novità

Per capire quale sia l’opinione dei lavoratori sulla riforma pensioni del Governo Renzi e, nel caso specifico, sui requisiti per accedere alla quota 41, basta fare un giro in rete. Sul web e sui social sono nati molti gruppi di lavoratori precoci, donne e esodati che richiedono modifiche alle novità pensioni che più che andare a vantaggio dei lavoratori si sono rivelate un’ennesima chiusura.

Proprio per questo il popolo dei lavoratori prossimi all’uscita dal lavoro e penalizzati o esclusi dalla riforma pensioni ha organizzato, per la giornata di giovedì 23 marzo 2017, una manifestazione a Roma: sarà il giorno in cui è in programma anche l’incontro tra Governo e sindacati sulla fase 2 della riforma pensioni mentre il 20 marzo, secondo quanto annunciato ad oggi, sarà una delle giornate decisive: i decreti attuativi dovranno essere ultimati entro la fine del mese e rimangono ancora pochi incontri in calendario.

Quali sono le richieste? La manifestazione, organizzata dal comitato Opzione donna per richiedere la proroga della pensione anticipata per le lavoratrici anche al 2018 è aperta anche alle altre categorie di lavoratori svantaggiati: esodati e precoci in primis, per manifestare in piazza la richiesta di estensione della quota 41 per tutti.

Attualmente, come abbiamo più volte analizzato, non sono molti i lavoratori precoci che potranno accedere alla quota 41 inserita nella riforma pensioni. Si tratta di un regime di pensionamento rivolto ai lavoratori con almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni d’età e che hanno quindi maturato 41 anni di contributi.

Per accedere alla quota 41 così come previsto dalla riforma pensioni è richiesto il rispetto di specifici requisiti, ovvero risultare all’atto di presentazione della domanda:

  • lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro a seguito di licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale e che non percepiscono più da almeno tre mesi la prestazione per la disoccupazione loro spettante;
  • lavoratori dipendenti e autonomi che assistono al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
  • lavoratori dipendenti e autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • lavoratori dipendenti addetti a lavori usuranti o che svolgono da almeno 6 anni in via continuativa specifiche attività gravose.

I requisiti della quota 41 non piacciono ai lavoratori precoci: la richiesta è di permettere di andare in pensione anticipata a tutti i lavoratori con 41 anni di contributi versati, a prescindere dai requisiti inseriti nella riforma pensioni 2017.

Riforma pensioni 2017: quota 41 per tutti, manifestazione il 23 marzo a Roma. Le richieste

Tra le proposte avanzate dai lavoratori precoci e che propongono l’estensione della quota 41 a tutti c’è la petizione, lanciata circa un mese fa sul sito change.org e che ha raccolto più di 30.000 firme, con la quale si chiede al Parlamento di tornare a discutere il DdL Damiano. La petizione punta a raggiungere le 50.000 firme e come si legge dai post degli iscritti al gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, la battaglia per l’estensione della quota 41 è soltanto all’inizio: l’obiettivo è raccogliere firme da presentare in Parlamento per tornare a discutere della proposta di legge dell’onorevole Cesare Damiano.

Si tratta, nel dettaglio, del disegno di legge n. 857, fermo da più di quattro anni e che prevede una maggiore flessibilità in uscita: possibilità di andare in pensione a partire dai 62 anni d’età anagrafica e con 35 anni di contributi, con una penalizzazione massima dell’8% decrescente di 2 punti percentuali per ogni anno di anticipo dell’età pensionabile che è fissato fino ad un massimo di quattro anni. Per i lavoratori precoci, invece, si prevede l’uscita con quota 41, ovvero dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di contributi effettivamente versati senza considerare l’età anagrafica e senza penalizzazioni.

Insomma, per i lavoratori precoci la battaglia per richiedere la modifica dei requisiti necessari per accedere alla quota 41 è soltanto all’inizio; i decreti attuativi alla riforma pensioni 2017 sono, per alcuni, l’ultima ancora di salvezza mentre, per un numero ancor più ampio di precoci, si tratta già da ora di quella che sarà l’ennesima speranza disattesa.

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