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Riforma: come potranno andare in pensione gli italiani nel 2018?
lunedì 4 dicembre 2017, di
Riforma pensioni: dopo la manifestazione del 2 dicembre, voluta dalla Cgil per protestare contro le misure adottate dal governo in materia previdenziale ritenute troppo esigue, la palla passa ora di nuovo al Parlamento.
La legge di Bilancio infatti, al cui interno è stata inserita la riforma, sta entrando nel suo momento cruciale visto che in pratica è rimasto il tempo soltanto per gli ultimi ritocchi prima dell’inizio delle votazioni. Vediamo allora alla luce di queste novità come potranno andare in pensione gli italiani nel 2018.
Riforma pensioni: cosa succederà nel 2018?
Come ci si aspettava è stato un autunno molto caldo sul tema della riforma delle pensioni ma, a dispetto delle temperature rigide, anche in questo inverno la tensione sul tema non sembrerebbe andare scemando.
La Cgil infatti continua nella sua strada della linea dura verso l’esecutivo, con le manifestazioni in cinque piazze italiane di sabato 2 dicembre che hanno sancito anche, nonostante un’apertura per ritrovare l’unità, una frattura all’interno del mondo sindacale nostrano.
Cisl e Uil al termine del tavolo tecnico con il governo alla fine hanno deciso di sottoscrivere l’accordo, nella convinzione che tutto il possibile sia stato fatto per le pensioni considerando il risicato budget a disposizione.
Susanna Camusso invece ha ribadito la sua delusione per questa riforma, che in pratica non accoglie quasi nessuna delle proposte presentate dai sindacati, scegliendo la strada della piazza per cercare di mettere pressione al governo in questo rush finale per l’approvazione della legge di Bilancio.
Tralasciando al momento i possibili accorgimenti last minute, vediamo allora come allo stato delle cose gli italiani potranno andare in pensione in questo 2018 ormai alle porte. Diverse e anche importanti saranno le novità che scatteranno dal 1 gennaio.
Per prima cosa ci sarà il primo step di aumento dell’età pensionabile previsto dalla riforma Fornero. L’innalzamento andrà a riguardare solo le donne che dal 2018 potranno andare in pensione, per quanto riguarda quella di vecchiaia, a 66 anni e 7 mesi come gli uomini, mentre prima la soglia era di 65 anni e 7 mesi.
Dal 1 gennaio 2018 quindi tutti, uomini e donne, potranno ritirarsi dal mondo del lavoro a 66 anni e 7 mesi e con 20 anni di contributi. Potranno andare in pensione anticipata comunque gli uomini che il prossimo anno raggiungeranno i 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per le donne la soglia è di 41 anni e 10 mesi.
Per tutto il 2018 poi sarà in vigore l’Ape Social, l’accompagnamento alla pensione di vecchiaia che riguarda 11 categorie di lavori considerati gravosi oltre che disoccupati, disabili e chi assiste un familiare con grave disabilità.
Altri strumenti di flessibilità in uscita che saranno in vigore nel 2018 sono il beneficio pensionistico per i lavoratori precoci e l’Ape Volontaria. Novità dell’ultimo minuto dal fronte parlamentare però non sono da escludere.
Ape Social prorogata?
Al momento nella riforma delle pensioni così come è stata stilata dal governo non c’è traccia di provvedimenti in merito all’Ape Social. Diversi emendamenti però sono stati presentati alla Camera dove si potranno apportare le ultime modifiche.
In ballo c’è soprattutto una possibile proroga a tutto il 2019 dell’anticipo pensionistico. In più, si starebbe cercando anche di allargare la platea dei beneficiari ad altre quattro categorie di lavori (siderurgici, pescatori, braccianti e marittimi), così come si spera nello sconto di sei mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, per le lavoratrici.
Altre grosse novità non sembrerebbero esserci all’orizzonte per quanto riguarda le pensioni, con soltanto Opzione Donna che potrebbe avere qualche speranza, ma molto piccola, di poter essere prorogata.
Dal 1 gennaio 2018 quindi la novità più grande sarà l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne a 66 anni e 7 mesi. Primo step questo del meccanismo che porterà tutti a partire dal 2019 ad andare in pensione a 67 anni, con la soglia che poi aumenterà nel tempo di due mesi ogni due anni.