Questa azienda europea rischia il fallimento. -72% in un anno

Claudia Cervi

26 Giugno 2025 - 11:11

Una bufera giudiziaria ha travolto il colosso europei dei pagamenti digitali. Ecco cosa sta succedendo (e i possibili effetti).

Questa azienda europea rischia il fallimento. -72% in un anno

Nell’ultimo anno ha perso il 72% del suo valore alla Borsa di Parigi ma dai massimi del 2022 il crollo è del 94%. Stiamo parlando di Worldline SA, colosso francese dei pagamenti digitali, travolto da un’inchiesta giornalistica che rischia di avere ripercussioni ben oltre i suoi bilanci.

A far precipitare il titolo è stata l’indagine “Dirty Payments”, condotta da un consorzio di 21 testate giornalistiche europee, secondo cui la società avrebbe coperto per anni attività fraudolente di clienti sospetti per preservare i ricavi. Ma il punto più inquietante è che il caso Worldline potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, in un settore, quello dei pagamenti digitali, già sotto assedio per l’inasprimento normativo e l’attenzione crescente alla compliance. A rendere il quadro ancora più opaco, c’è il silenzio delle autorità regolatorie, dalla BaFin tedesca all’AMF francese, che non hanno ancora preso posizione ufficiale.

A difendere l’azienda è intervenuto l’amministratore delegato Pierre-Antoine Vacheron, che in una conference call con gli analisti ha parlato apertamente di “campagna mediatica orchestrata”, accusando i media di aver costruito una “narrazione inaccettabile” basata su informazioni vecchie. Eppure il mercato non sembra dargli credito.

Perché Worldline ha perso il 72% in un anno

Il caso è esploso ufficialmente il 25 giugno 2025, quando è stata pubblicata l’inchiesta “Dirty Payments”, frutto del lavoro di European Investigative Collaborations e del sito francese Mediapart. L’inchiesta punta i riflettori su Payone, la controllata tedesca di Worldline, che avrebbe facilitato per anni transazioni per clienti ad alto rischio (piattaforme pornografiche, siti di gioco d’azzardo, abbonamenti fraudolenti) senza adottare i controlli antiriciclaggio previsti per legge. Un sistema opaco che avrebbe consentito il passaggio di miliardi di euro, una parte dei quali potenzialmente riconducibili ad attività illecite.

Il tutto, come scrive il quotidiano belga Le Soir, “nella più totale impunità”.

Tanto è bastato per far piombare il titolo a 3,42 euro, minimo storico. La risposta dell’azienda non si è fatta attendere. Worldline ha dichiarato di aver completato nel 2023 una revisione dell’intero portafoglio clienti ad alto rischio, dismettendo rapporti con operatori borderline per un fatturato complessivo di 130 milioni di euro. Ma il mercato non ha gradito.

La sensazione però è che l’onda d’urto possa travolgere anche altri operatori, in un contesto in cui la normativa anti-frode si fa ogni giorno più severa e la tolleranza zero verso i rischi reputazionali è la nuova normalità. Il timore è che emergano presto altre realtà con pratiche simili, finora rimaste nell’ombra.

Prospettive deboli per Worldline

Sul fronte contabile, il 2024 si è concluso con numeri deludenti per Worldline. Il gruppo francese dei pagamenti ha registrato un fatturato di 4,632 miliardi di euro, appena sopra i livelli dell’anno precedente (+0,5%), ma comunque sotto le attese del mercato, fissate a 4,640 miliardi. Ma il vero campanello d’allarme arriva dal quarto trimestre, dove i ricavi sono scesi del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. A pesare sono stati in particolare i Merchant Services (-3,3%) e soprattutto i Financial Services, crollati del 9,2% per via della reinternalizzazione (già annunciata) di un cliente di peso.
Sul fronte della redditività, l’EBITDA adjusted si è fermato a 1,070 miliardi di euro, in calo del 3,7% anno su anno e leggermente sotto le stime degli analisti (1,084 miliardi). Il rallentamento è stato particolarmente evidente nella seconda metà dell’anno, con un -6% rispetto al -0,8% del primo semestre.

E il futuro non promette scintille: il management ha parlato di un primo semestre 2025 “leggermente inferiore” al quarto trimestre appena archiviato. Un segnale che ha raffreddato le aspettative degli investitori, molti dei quali si attendevano una ripartenza, almeno parziale, spinta dal recupero del comparto Travel & Gaming online e da un miglioramento delle attività in Australia.

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