Quando è legale regalare soldi in Italia e quali sono i criteri previsti dalla legge sull’importo massimo del regalo e le modalità del trasferimento.
Regalare soldi in Italia è legale, a patto di rispettare le disposizioni previste in merito dalla legge. Esistono infatti dei limiti ben specifici per regalare dei soldi, che riguardano non solo la modalità di trasferimento ma anche gli importi.
Il regalo altro non è che una donazione, un particolare contratto in cui il beneficio è a senso unico. Come è ovvio che sia, si presenta l’arricchimento di un soggetto mentre il donante non riceve nessun tipo di compenso, motivo per cui la donazione si definisce a titolo gratuito.
La legge si è premunita di regolare le donazioni di denaro per controllare la circolazione di moneta contante e per tutelare il patrimonio spettante agli eredi. È quindi fondamentale tenere conto di questi aspetti per fare un regalo in tutta tranquillità e nel rispetto della legge.
Regalare contante in Italia: quando è legale
La donazione di denaro è soggetta in qualsiasi caso a due tipi di limiti, cioè:
- I limiti formali, relativi al metodo pratico con cui avviene il trasferimento di soldi;
- I limiti sostanziali, che riguardano l’entità dell’importo.
Questo tipo di limiti riguarda in maniera differente il denaro contante e quello tracciabile; infatti per quanto riguarda il denaro contante l’unico limite sostanziale è relativo al tetto massimo fissato dalla legge, che attualmente è di 2.000 euro.
Di conseguenza è legale regalare soldi contanti fino a una somma di 1.999,99 euro. Resta comunque possibile effettuare una donazione d’importo superiore, a patto di utilizzare forme di pagamento tracciabili come il bonifico, il vaglia e l’assegno.
Come regalare soldi in modo legale
Utilizzare un metodo di pagamento tracciabile in alcuni casi non è sufficiente, perché sono previste delle situazioni per cui è indispensabile l’assistenza notarile. Si tratta dei casi in cui l’importo della donazione è tale da determinare un arricchimento sostanziale del donatario e in parallelo, un impoverimento altrettanto importante per il donante.
L’obbligo di rivolgersi a un notaio serve in primo luogo a tutelare la persona che intende regalare dei soldi, in modo da valutarne le ragioni e verificare che il suo intento sia lecito e del tutto libero e incondizionato. Di conseguenza, per capire quando sia necessario richiedere l’assistenza professionale, è sufficiente considerare il rapporto fra l’importo della donazione e il patrimonio del donante.
Considerati il reddito mensile ed eventuali depositi bancari, è semplice comprendere quando la donazione sia da considerarsi non modica, in quanto modifica in buona parte la situazione finanziaria del donante, il quale pertanto necessita di una salvaguardia adeguata.
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In tutti i casi in cui si può parlare invece di donazione modica, perché non ha alcun effetto determinante sul patrimonio delle parti, è possibile svolgere la pratica in completa autonomia, sempre nel rispetto del limite alla circolazione dei contanti.
Un caso particolare è rappresentato dalle donazioni indirette, cioè finalizzate a uno scopo specifico, come l’acquisto di un immobile. In questo caso è possibile trasferire somme anche piuttosto elevate senza l’obbligo di rivolgersi a un notaio, purché la provenienza del denaro sia specificata in seguito, di solito nell’atto di acquisto.
Quanti soldi si possono regalare?
A prescindere dalle modalità previste per il trasferimento del denaro, e anche quando quest’ultimo avviene con la mediazione notarile, esistono dei limiti che regolano l’importo massimo che è legale regalare. Si tratta, in realtà, di un unico fondamentale criterio: la legittima degli eredi.
Gli eredi più stretti del defunto vengono definiti legittimari, in quanto a loro è riservata una quota del patrimonio che non può essere negata loro neanche dal defunto stesso, attraverso l’atto di testamento o le donazioni effettuate in vita.
Per questo motivo, prima di effettuare una donazione, soprattutto se cospicua, è importante verificare che non vada a intaccare la quota spettante agli eredi legittimari, quindi il coniuge e i figli o in assenza dei figli, i genitori.
Questi ultimi, anche se non possono impedire il compimento della donazione, hanno diritto a recuperare la propria parte in seguito alla morte del donante. In genere, le quote hanno importo uguale sia fra gli eredi che per quanto riguarda il residuo.
Nel caso in cui, ad esempio, il patrimonio debba essere diviso fra il coniuge e un figlio, a ognuno di loro compete un terzo del patrimonio complessiva, mentre il terzo restante può essere devoluto ad altri soggetti con il testamento, oppure può essere oggetto di donazioni.
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