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Pensioni oggi: il centrodestra vuole cancellare la riforma Fornero, chi pagherebbe i costi?

lunedì 8 gennaio 2018, di Alessandro Cipolla

In vista delle elezioni politiche 2018, il centrodestra ha confermato che nel proprio programma elettorale ci sarà in testa la cancellazione della riforma Fornero, come da tempo sbandierato da Matteo Salvini.

Ma allo stato delle pensioni oggi, è davvero possibile cancellare la riforma Fornero? Stando ai calcoli infatti, un colpo di spugna costerebbe circa 140 miliardi che andrebbero a finire tutti sul groppone dei lavoratori e dei pensionati.

Pensioni oggi: il centrodestra contro la Fornero

Dagli slogan il centrodestra è pronto a passare ai fatti. Il vertice domenicale di Arcore, alla presenza dei tre leader Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, è servito a fare chiarezza su alcuni punti chiave di quello che sarà il programma elettorale.

Alla fine ognuno dei partiti è riuscito a far passare i suoi cavalli di battaglia. Per quanto riguarda le pensioni oggi ecco che il centrodestra è pronto a aumentare a 1.000 euro le minime, proposta Berlusconi, oltre che cancellare la riforma Fornero come vuole Salvini.

Nonostante nel 2017 tutto il dibattito pubblico sia stato quasi interamente incentrato sul tema degli immigrati e della sicurezza, man mano che si avvicinano le elezioni tutti i partiti si concentrano sui due punti che più stanno a cuore agli italiani: il lavoro e la pensione.

Soprattutto in tema previdenziale il centrodestra è letteralmente scatenato. Silvio Berlusconi ha dichiarato più volte di voler innalzare le pensioni minime a 1.000 euro, elargendo l’assegno anche alle casalinghe.

Un provvedimento, questo, che costerebbe miliardi di euro ogni anno, ma sarebbe soprattutto la paventata abolizione della riforma Fornero a provocare un autentico sconquasso per i conti pubblici.

Chi pagherebbe?

Come detto in precedenza, un calcolo del Sole 24 Ore ha stimato in 140 miliardi i costi della cancellazione della riforma Fornero. Se si pensa che la legge di Bilancio 2018 ha avuto un peso di 20 miliardi, ci si può rendere conto di quanto alta sia la cifra in questione.

Il costo in pratica di sette manovre economiche servirebbe soltanto per abolire tutto quello che è stato introdotto in materia previdenziale nel finire del 2011. Se poi ci si aggiungono anche gli oneri di un aumento delle pensioni minime, la somma totale aumenterebbe ancora di più.

Tralasciando l’aspetto politico della vicenda, l’allora Popolo delle Libertà votò a favore di quella riforma delle pensioni che in parte si ispirò proprio alla linea che era stata tracciata dall’ex ministro Sacconi nell’ultimo governo Berlusconi, concentriamoci sui numeri di questa proposta elettorale.

Per prima cosa bisogna premettere che Bruxelles non ci permette di sforare nei conti pubblici, pena l’apertura di una procedura di infrazione. In pratica, come è già accaduto nell’ultima Finanziaria, l’Italia potrà spendere soltanto soldi che sono già in cassa senza creare buchi di bilancio.

Naturalmente non tutti i 140 miliardi ipotizzati dovrebbero essere subito coperti, ma il costo annuo inizialmente non sarebbe inferiore ai 15 miliardi l’anno. Una cifra questa che poi aumenterebbe nel corso degli anni.

Si tratta comunque di una cifra molto alta, pari quasi agli investimenti previsti in tutta la legge di Bilancio del 2018. Costi questi che, per cancellare la riforma Fornero, ricadrebbero tutti sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati.

In teoria il centrodestra ancora ci deve far sapere come intende coprire questo ingente esborso di denaro. Il pensare però di trovare il denaro ripetendo la solita litania del recupero dell’evasione fiscale è pura fantasia. Anche Bruxelles poi non approverebbe mai.

Se veramente fosse abolita la riforma Fornero, ci sarebbero soltanto due modi per trovare i soldi necessari: aumentare i contributi previdenziali che ciascun lavoratore deve versare e tagliare gli assegni già esistenti.

Per mantenere uno stipendio netto uguale, un datore di lavoro quindi dovrebbe pagare più contributi altrimenti si andrebbe a diminuire lo stipendio del lavoratore. Tagliando poi le pensioni, non solo quelle considerate d’oro, c’è il rischio che un pensionato riceva un assegno inferiore a quanto versato di contributi.

Soltanto presentando un piano di aumento di contributi previdenziali e di taglio alle pensioni già in vigore si troverebbero i soldi per cancellare la riforma Fornero. Un dettaglio questo non da poco ma ancora, ahinoi, ancora sconosciuto a molti cittadini e forse anche a qualche politico.

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