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Pensioni di invalidità e spending rewiew: cosa rischiano i pensionati italiani nel 2015?
mercoledì 8 aprile 2015, di
La giornata politica di ieri ha visto protagonista il DEF di cui il Consiglio dei Ministri ha analizzato una versione preliminare e di cui ha diffuso le prime stime relative ai dati economici.
Dal momento che il Premier ha scongiurato il pericolo di un possibile aumento dell’IVA nel 2016 la domanda di molti cittadini e contribuenti italiani è la seguente: in cosa consisterà la spending rewiew dalla quale il Governo pensa di trarre le entrate di bilancio utili a far quadrare i conti nella prossima Legge di Stabilità?
Secondo quanto dichiarato ieri da Matteo Renzi gli interventi di razionalizzazione della spesa pubblica dovranno, innanzitutto, portare nelle casse dello Stato più o meno 10 mld di euro, una cifra pari allo 0,6% del PIL che, nelle aspettative del Governo, dovrebbe, però, essere auspicabilmente anche maggiore.
Tra le ipotesi che preoccupano maggiormente i cittadini italiani vi è la possibilità che la spending rewiew si configuri come l’ennesima serie di tagli alle risorse degli enti locali che, in questo caso, sarebbero costretti a rivalersi sui cittadini introducendo nuove imposte locali o elevando, dove ancora possibile, le imposte sulla casa, al fine di finanziare i servizi al cittadini.
I tagli alle pensioni di invalidità
Vi è però anche un altro capitolo su cui il Governo potrebbe verosimilmente intervenire: quello delle pensioni di invalidità. Secondo quanto dichiarato in una recente intervista dal nuovo commissario alla spending rewiew Yoram Gutgeld, le pensioni di invalidità saranno accuratamente analizzate dal momento che, nel sistema prevdenziale italiano, sussistono troppe disparità. In altri termini tra regioni diverse e anche tra province diverse sono presenti differenze troppo consistenti nel numero dei trattamenti pensionistici di invalidità, differenze che non sono giustificate dal numero di abitanti presenti in quelle aree geografiche.
Dal momento che in alcune regioni viene erogato un numero di pensioni di invalidità ritenuto troppo elevato, saranno messi in campo degli interventi di controllo in collaborazione con le regioni, interventi che andranno ad analizzare non solo le pensioni di invalidità vere e proprio ma anche tutte le altre prestazioni previdenziali e assistenziali.
I maggiori nodi da sciogliere riguardo alle prestazioni assistenziali possono essere riassunti nei seguenti punti:
- Le prestazioni assistenziali vengono erogate da istituzioni diverse (non solo l’INPS, nel caso delle pensioni di invalidità ma anche le Regioni e i Comuni per quanto riguarda le prestazioni a livello locale), ognuna delle quali non conosce gli interventi effettivamente assegnati dalle altre;
- in tal modo uno stesso contribuente può totalizzare anche tre prestazioni assistenziali differenti (ad esempio una pensione di invalidità, dei servizi sanitari gratuiti erogati dalla regione e una badante assegnata dal comune) mentre un altro contribuente può non disporre di alcuna prestazione;
- Alcune prestazioni previdenziali e assistenziali, come avviene anche nel caso dellindennità di accompagnamento, sono del tutto scollegate dal reddito prodotto o percepito dal contribuente, perché assegnate per la sola invalidità totale. Proprio questo sarebbe, il punto in cui potrebbe andare a configurarsi l’intervento più consistente di spending rewiew nel comparto delle prestazioni assistenziali: le sole indennità di accompagnamento, infatti, sono una voce di spesa che impegna più di 13 miliardi l’anno e l’intenzione del Governo, come già era stato proposto anche dal precedente commissario alla spending rewiew Carlo Cottarelli, sarebbe quella di collegarle al reddito di ogni contribuente, assegnandole effettivamente nei soli casi di redditi più bassi.
Gli altri possibili tagli alla spesa pubblica
Oltre alle misure di sostegno al reddito saranno, quindi, vagliate e potrebbero essere, presumibilmente, ridotte, tutte le agevolazioni fiscali, ovvero le molteplici deduzioni e detrazioni fiscali previste per le famiglie numerose, i redditi meno elevati e i familiari a carico.
Altra voce di spesa che sarà ridotta è quella dei costi sostenuti dagli enti locali e dalla sanità pubblica. Le spese sostenute da Regioni e Asl saranno rese pubbliche e potranno essere visibili online. Al di là di questo, verrà abolito il criterio che assegna le risorse agli enti locali e alle amministrazioni periferiche sulla base della spesa storica (quella sostenuta negli anni precedenti) e si cercherà di uniformare la spesa su dei costi standard.