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Aumento dell’IVA al 24% nel 2016? Ecco cosa devono aspettarsi i contribuenti italiani dal DEF

sabato 4 aprile 2015, di Simone Casavecchia

Il prossimo venerdì 10 Aprile scade il termine entro il quale il Governo Italiano dovrà presentare il DEF, il Documento di Economia e Finanza con cui viene programmato l’andamento dell’economia pubblica. Documento di particolare importanza perché anticipa la Legge Finanziaria e perché dovrà essere inviato all’Unione Europea, entro il 30 Aprile, per consentire la verifica del rispetto dei vincoli di bilancio previsti dalla regole comunitarie.

Il Documento di Economia e Finanza è al momento in fase di definizione, in vista di una prima riunione del Consiglio dei Ministri, in programma per Martedì prossimo, dove dovrà avvenire una prima analisi delle misure contenute in esso.

Occhi puntati sul possibile aumento dell’IVA nel 2016: una misura che il Governo cercherà di evitare a tutti i costi per non attirare su di sé l’ira dei contribuenti e dei consumatori italiani; una misura che, tuttavia, è ancora tutt’altro che scongiurata per il 2016 dal momento che far quadrare i conti del Belpaese non sarà affatto facile.

Aumento dell’IVA nel 2016: perché è un’ipotesi realistica
A proposito dell’aumento dell’IVA nel 2016 occorre innanzitutto ricordare che si tratta di un’ipotesi esplicitamente prevista dall’ultima Legge di Stabilità in cui è stata inclusa una "clausola di salvaguardia" che prevede, appunto, l’innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto qualora il bilancio dello Stato, relativo al 2015, si dovesse chiudere senza sufficienti risparmi ai saldi di bilancio.
In altri termini, se nel 2015 lo Stato Italiano non riuscisse raggiungere determinati obiettivi di bilancio e di risparmio sulla spesa pubblica, l’aumento dell’IVA nel 2016 scatterà in modo automatico, senza richiedere neanche l’approvazione di ulteriori leggi, decreti o provvedimenti governativi. Nella fatti specie, la clausola di salvaguardia inserita nell’ultima legge di Stabilità prevede un aumento dell’IVA graduale e crescente, articolato nei prossimi tre anni con le seguenti soglie:

  • 2016 = dal 22% al 24%;
  • 2017 = dal 24% al 25%;
  • 2018 = dal 25% al 25,5%;

A queste soglie, già previste dalla clausola di salvaguardia occorre aggiungere un’ulteriore considerazione: l’aumento dell’IVA è una misura che, agli occhi della Comunità Europea e degli osservatori internazionali viene ritenuta maggiormente convincente, dal momento che il gettito IVA garantisce (tassando i consumi di ogni singolo cittadino) garantisce maggiore sicurezza (l’aumento di un punto percentuale di IVA garantisce un gettito fiscale pari a 4 miliardi di euro) rispetto alle entrate ottenute, nel bilancio dello Stato, dal riordino delle agevolazioni fiscali e dalla spending rewiew, misure queste che sono sempre state annunciate ma mai realmente attuate.

Le possibili conseguenze dell’Aumento dell’IVA
Secondo recenti simulazioni effettuate da Federconsumatori e Confcommercio, nel caso in cui non si trovassero le coperture necessario e avvenisse davvero il tanto temuto aumento dell’IVA, una famiglia italiana media subirebbe un salasso pari a 842 euro nel triennio 2016-2018.
I beni che attualmente sono soggetti a IVA al 10%, passando a un’IVA del 13%, richiederebbero 266 euro in più di spesa, mentre i beni attualmente soggetti a un’IVA al 22% passando a un’IVA al 25,5% comporterebbero una spesa pari a 461,18 euro in più.
A questi rincari andrebbero aggiunti anche ulteriori 28 euro dovuti all’aumento delle accise sui carburanti, altri 87 euro dovuti alle ricadute indirette per l’aumento dell’IVA su gas, elettricità e sui trasporti necessari per gli stessi carburanti.
In totale nel triennio 2016-2018 avverrebbe un calo dei consumi quantificabile in 65 miliardi di euro, un calo dei consumi che, determinato dall’aumento dei prezzi, avrebbe consuguenze rilevanti anche sulla contrazione dei redditi e sull’occupazione.

Provvedimenti alternativi all’aumento dell’IVA
Inutile dire che in questi giorni il Governo e il ministero dell’Economia stanno facendo di tutto per scongiurare l’ipotesi descritta sopra. Secondo il dettato dell’ultima legge di Stabilità l’aumento dell’IVA può essere, infatti, evitato attraverso altri provvedimenti che, comunque, riescano a garantire “gli stessi effetti positivi sui saldi di finanza pubblica”.
Se non si deve ricorrere a entrate maggiori, l’altro strumento nelle mani del Governo sono i tagli alla spesa; in altri termini, se gli italiani non saranno sottoposti a nuove tasse (sempre che non venga messo in atto un aumento di IMU e Tasi per compensare i tagli agli enti locali) subiranno comunque maggiori tagli nelle spese che lo Stato effettuata (per loro). Ecco, quindi, quali sono i più probabili interventi che l’Esecutivo metterà in campo per evitare l’aumento dell’IVA:

  • Taglio delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali: la delega fiscale assegnata al Governo prevede una revisione di tutto il comparto delle agevolazioni fiscali con la quale si dovrebbero ottenere risparmi per 7,2 mld di euro pari a 0,45% del PIL nel 2016. Ciò implica che potrebbero, verosimilmente, essere ridotte le deduzioni e le detrazioni fiscali previste per i redditi più bassi, per le famiglie con un numero maggiore di figli, le detrazioni sulle spese sanitarie o, ancora, le detrazioni previste per le ristrutturazioni edilizie, per l’acquisto (contestuale alla ristrutturazione) di mobili e grandi elettrodomestici o, ancora, per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici;
  • Il Piano Nazionale di razionalizzazione (PNR) della spesa pubblica prevede anche una riforma organica della tassazione locale sugli immobili: per il 2015 IMU e Tasi resteranno invariate ma per il 2016 non c’è da aspettarsi lo stesso;
  • stretta sulle pensioni di invalidità, di cui si mira a realizzare una riduzione che elimini le differenze di assegnazione presenti tra nord e sud Italia, anche attraverso un maggiore coordinamento tra Inps, Comuni e Asl;

A questi interventi che andranno a toccare i contribuenti, occorre, poi aggiungere le varie misure riguardanti la spending rewiew nella pubblica amministrazione che il Governo sta attualmente valutando.

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