Come si gestisce il lavoro occasionale in agricoltura? Vediamo quali sono limiti e vincoli per il biennio 2023/2024.
Con la Legge di Bilancio 2023 è tornato il contratto di lavoro occasionale in agricoltura per il biennio 2023/2024. Con la circolare 102 del 2023, poi, l’Inps ha fornito ai datori di lavoro agricoli le istruzioni per gestire questa tipologia di lavoro nel rispetto dei vincoli e dei limiti previsti dalla normativa.
Nella circolare dell’Inps, inoltre, sono riportate anche quelle che sono le conseguenze per chi assume con questa tipologia di contratto se si supera la durata massima prevista nell’anno civile e qual è la retribuzione che spetta al lavoratore agricolo occasionale (e come viene corrisposta). Nel rispondere a tutte queste domande, in ogni caso, facciamo una panoramica di quella che è la prestazione occasionale nel lavoro agricolo.
Il lavoro occasionale torna, quindi, nel settore agricolo in via sperimentale nel biennio 2023 – 2024. Per questo periodo di sperimentazione, i contributi dovranno essere versati, in ogni caso, all’INPS, dal datore di lavoro al termine della prestazione occasione di ogni singolo lavoratore.
Si tratta di una forma ibrida di rapporto di lavoro che si colloca tra la prestazione occasionale con voucher ed il lavoro dipendente vero e proprio visto che gli adempimenti restano a carico del datore di lavoro.
Le novità al riguardo sono state fornite il 19 gennaio 2023 dall’Inps con la circolare numero 6.
Lavoro occasionale agricoltura, a chi si rivolge?
Si tratta di prestazioni agricole di lavoro subordinato a tempo determinato che non possono superare le 45 giornate l’anno per ogni lavoratore. Sono esclusi da questa tipologia di contratto i pensionati e coloro che hanno avuto un rapporto di lavoro dipendente in agricoltura nei 3 anni precedenti quelli in cui si instaura la prestazione occasionale.
Possono essere coinvolte in questo tipo di contratto, in ogni caso, solo determinate categorie di lavoratori che sono:
- disoccupati anche percettori di Naspi o Dis Coll;
- chi percepisce ammortizzatori sociali o reddito di cittadinanza;
- pensionati;
- giovani fino al compimento del 25esimo anno di età a patto di essere iscritti ad un ciclo di studi di qualsiasi ordine o grado o universitari;
- internati o detenuti che siano ammessi al lavoro esterno;
- soggetti in semilibertà (sia da detenzione che da internamento).
Spetta all’INPS, eventualmente, togliere dalla contribuzione figurativa per ammortizzatori sociali i contributi accreditati per le prestazioni occasionali in agricoltura. Contributi che, come detto, dovrà versare il datore di lavoro al termine di ogni singola prestazione occasionale per ogni lavoratore.
Lavoro occasionale agricoltura, gli obblighi del datore di lavoro
Prima dell’inizio del rapporto di lavoro ci sono degli obblighi che vanno assolti sia da parte del lavoratore agricolo che da parte del datore di lavoro. Il lavoratore deve fornire al datore di lavoro una autocertificazione in cui dichiari la sua condizione soggettiva, ovvero di non aver avuto rapporti di lavoro dipendente nei 3 anni precedenti.
Per quanto riguarda il datore di lavoro, invece, ha l’obbligo di dare comunicazione al Centro per l’impiego dell’inizio del rapporto instaurato.
Compenso lavoro occasionale agricola
Il compenso che spetta al prestatore occasionale è erogato direttamente dal datore di lavoro con metodi di pagamento tracciabile. Gli importi spettanti al lavoratore, quindi, non possono mai essere corrisposti in contanti.
Il compenso deve essere basato sulla retribuzione prevista dal Contratto collettivo nazionale e provinciale del lavoro (CCNL). Ricorre a questo tipo di contratto, infatti, non è consentito ai datori di lavoro che non rispettano i CCNL stipulati dalle organizzazioni nazionali più rappresentative.
Ma la cosa interessante va ravvisata nella natura dei compensi che sono:
- esenti da imposizione fiscale;
- entro il limite delle 45 giornate l’anno non incidono sullo stato di disoccupato;
- sono pienamente cumulabili con qualsiasi trattamento previdenziale.
Lavoro occasionale agricoltura, calcolo contributi
Con l’introduzione del lavoro occasionale in agricoltura si è voluto semplificare le procedure di gestione di questa specifica tipologia contrattuale. Il contratto, che può avere durata fino a 12 mesi (pur essendo limitato alle 45 giornate di lavoro) ed è possibile inviare una sola dichiarazione l’anno per ogni lavoratore.
Gli obblighi contributivi a carico del datore di lavoro si adempiono versando all’Inps la somma comprensiva di contributi previdenziali e assistenziali con aliquota di contribuzione in misura fissa.
Le procedure informatiche da utilizzare sono quelle utilizzate per la trasmissione dei flussi Uniemens nella sezione “PosAgri”. Il versamento va effettuato entro il giorno 16 del mese successivo al termine della prestazione.
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