Guerra Ucraina-Russia, il peggio deve ancora arrivare. Ecco perché

Giorgia Bonamoneta

29 Aprile 2023 - 17:48

Il lancio di missili russi si accanisce nuovamente sui civili. Mentre Zelensky prepara la controffensiva per la liberazione della Crimea, i commentatori avvertono che il peggio deve ancora arrivare.

Guerra Ucraina-Russia, il peggio deve ancora arrivare. Ecco perché

La guerra d’invasione russa in Ucraina non accenna a placarsi. I mesi passano e la possibilità di un dialogo sembra ormai accantonata. Si vedono così realizzate, a distanza di oltre un mese, le parole di Vladimir Putin espresse al telefono al presidente francese Macron. Sembra infatti che nell’incontro telefonico il leader russo abbia espresso la sua intenzione di proseguire e di farlo con la consapevolezza che la situazione sarebbe peggiorata. Macron aveva riportato, alla fine del colloquio, che il “peggio doveva ancora arrivare”. Che si tratti dell’esito della controffensiva?

In Ucraina il peggioramento delle condizioni è immortalato dal bilancio dei morti delle ultime ore. I missili russi lanciati contro due diverse città hanno del tutto schivato gli obiettivi militari e hanno centrato condomini residenziali, uccidendo oltre 20 persone, tra cui 5 bambini (i dati in aggiornamento parlano di 6 bambini, ma si attende conferma). Il targeting degli obietti russi è cambiato? Potrebbe trattarsi di un errore dovuti a strumenti non capaci o è una strategia per sfiancare la popolazione? Queste le due ipotesi dell’intelligence inglese, che nelle ultime ore stanno monitorando il lancio dei missili a medio-lungo raggio russi.

Le città attaccate hanno però già scatenato una controffensiva dura che, secondo le parole di Volodymyr Zelensky, si può tradurre nella liberazione della Crimea. Per farlo però il leader ucraino chiedere i mezzi necessari, ovvero una difesa aerea, una moderna aeronautica, artiglieria e mezzi corazzati. La controffensiva potrebbe segnare l’inizio del peggio.

Guerra Ucraina-Russia: fine scontro mai

La Russia non vuole il cessare della guerra. Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza ne è sicuro e lo ha ribadito in una conferenza dalla Colombia, dove è in visita nella giornata. “Purtroppo, quando sento il presidente Putin non posso essere ottimista, perché continua a dire che ha obiettivi militari e, fino a quando non li raggiungerà, non smetterà di bombardare e distruggere il Paese”, ha detto. Un commento a caldo dopo la notizia dei rinnovati bombardamenti ai danni di civili.

Zelensky, dopo le città bombardate, è tornato a chiedere sostegni all’Occidente per la difesa del territorio e dei civili. Un sostegno che è stato confermato ancora una volta, almeno a parole, da Borrell che ha riassunto in poche parole l’interventismo europeo e occidentale:

Vogliamo la pace, ma l’unico che per il momento non vuole smettere di fare la guerra è Putin. La Russia vuole continuare la guerra. L’Ucraina, che non la vuole, deve difendersi. Per questo dobbiamo aiutarla.

Unica soluzione: la linea russa per la fine della guerra

Arriva dall’attuale vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione, Dmitry Medvedev, la risposta definitiva per la fine della guerra. Medvedev usa le parole più dure per raccontare il piano russo per la fine de conflitto. Secondo l’ex presidente russo infatti l’unica risposta al piano di una controffensiva ucraina prevista per il 15 maggio - che vuole la liberazione anche della Crimea - è la distruzione di massa del personale e delle attrezzature militare impegnate dal regime nazista nella controffensiva, infliggendo loro la massima sconfitta militare.

Le parole di Medvedev sono sempre tra le più dure nei confronti dell’Ucraina e dell’Occidente e in questa occasione non è da meno. L’ex presidente russo ha infatti proposto la sconfitta del nemico, parlando senza mezzi termini di “regime nazista”, attraverso la completa smilitarizzazione del territorio e la distruzione di Kyiv. Da parte sua Zelensky ha voluto ricordare, pubblicando su Twitter un video di confronto tra prima e dopo il conflitto, come le città ucraine siano state quasi del tutto spazzate via da uno Stato terrorista come la Russia e non il contrario.

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