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Emendamenti Legge di Bilancio 2018: cosa cambia per la scuola

mercoledì 8 novembre 2017, di Simone Micocci

Al Senato si sta giocando un’importante partita per il futuro della scuola italiana.

Attualmente, infatti, al vaglio del Senato c’è il testo della Legge di Bilancio 2018 approvato dalla Camera dei Deputati e nei prossimi giorni ci sarà la votazione del testo.

Nel caso in cui verranno approvati degli emendamenti, la Legge di Bilancio passerà nuovamente alla Camera e così via fino a quando entrambi i rami del Parlamento non voteranno lo stesso testo.

Dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati vi abbiamo già parlato delle novità riguardanti la scuola italiana. Il testo però non ha soddisfatto né insegnanti né il personale ATA, vista la mancanza di provvedimenti riguardanti l’aumento dell’organico e per le poche risorse stanziate per il rinnovo del contratto.

Tuttavia non è ancora detta l’ultima parola, dal momento che al Senato sono stati presentati diversi emendamenti. Per ovvi motivi, quelli che hanno le maggiori possibilità di essere approvati sono quelli a firma dei senatori del Partito Democratico, sui quali ha fatto chiarezza la responsabile istruzione Simona Malpezzi.

Le novità - come vedremo meglio di seguito - riguardano gli insegnanti della scuola dell’infanzia, per i quali è previsto un aumento dell’organico di potenziamento, ma anche il personale amministrativo delle strutture periferiche.

Inoltre, la Legge di Bilancio sarà l’occasione per stabilire con chiarezza quali sono le regole da seguire all’uscita da scuola per quanto riguarda la responsabilità di genitori e insegnanti.

Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono gli emendamenti in discussione al Senato per quel che riguarda la scuola.

Aumenta l’organico di potenziamento per la scuola dell’infanzia

Come noto, la Buona Scuola ha introdotto il nuovo sistema integrato per i bambini di età compresa tra i 0 e i 6 anni. Asili nido e scuole dell’infanzia entrano a far parte di un unico sistema, nel quale ci si occuperà dei bambini nella fase più delicata della loro crescita.

Ecco perché, come confermato dalla stessa Simona Malpezzi, introdurre il potenziamento nella Scuola dell’Infanzia è una priorità assoluta. Servono forze nuove da inserire nel sistema integrato e per questo bisogna prevedere un nuovo piano assunzioni.

Al momento l’ipotesi al vaglio del Senato consiste in un ampliamento dell’organico di 1.500-2.000 unità, da assumere tramite lo scorrimento delle Graduatorie ad Esaurimento.

Vedremo però se ci saranno le risorse necessarie e se dal Tesoro arriverà il via libera per questo emendamento tanto atteso da tutte le maestre che da anni attendono l’incarico di ruolo.

Uscita alunni dalla scuola

Il mese scorso c’è stata un’importante sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha ribadito la responsabilità di scuola e insegnanti nei confronti degli alunni anche al momento dell’uscita da scuola.

Vista la poca chiarezza della normativa in merito alla valenza legale della liberatoria, le scuole hanno cominciato a pretendere che fossero direttamente i genitori a prelevare i figli all’uscita da scuola, vietando agli alunni di tornare a casa da soli o persino di prendere lo scuolabus.

Per questo motivo il Governo ha deciso di colmare questo vuoto normativo presentando un emendamento - a firma Puglisi e Marcucci - che riconosce ai genitori la possibilità di autorizzare gli istituti scolastici a far uscire i figli da scuola senza la loro presenza, tenendo conto però sia del livello di maturazione del minorenne che della strada da percorrere per andare a casa.

Aumenta il personale amministrativo

Così come gli insegnanti della scuola dell’infanzia, anche per il personale amministrativo è previsto un aumento di personale. L’ampliamento però riguarderà esclusivamente le strutture periferiche che - come noto - hanno carenza di personale.

I numeri dell’aumento però non sono ancora noti, ed anche per questo provvedimento bisognerà attendere il via libera del Ministero dell’Economia.

Salvo il bonus merito

Nessun emendamento riguarderà il bonus premiale docenti, una delle novità introdotte dalla Buona Scuola per premiare gli insegnanti meritevoli. Uno strumento che non ha mai convinto i docenti, ed è per questo che i sindacati hanno chiesto al Governo di rivedere il bonus merito.

La risposta della Malpezzi a riguardo è stata chiara: “la valutazione dei docenti, con conseguente attribuzione del bonus premiale, è uno dei cardini della riforma della scuola, per questo non si tocca”.

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