Elettrodomestico si rompe fuori garanzia: quali tutele?

Antonella Ciaccia

11 Maggio 2022 - 11:22

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Non ci si può aspettare che un elettrodomestico duri per sempre. Se si rompe fuori garanzia quali tutele sono previste per il consumatore? Ci conviene riparare o comprarne uno nuovo?

Elettrodomestico si rompe fuori garanzia: quali tutele?

Prima o poi ci sarà qualche pezzo di un nostro elettrodomestico che risentirà dell’usura e, una volta scaduta la garanzia, non sarà più possibile chiedere l’intervento gratuito del tecnico.

Nel nostro Paese, la garanzia legale di conformità è prevista dal Codice del Consumo (articoli 128 e ss. ); essa tutela il consumatore in caso acquisto di prodotti difettosi, che funzionano male o non rispondono all’uso dichiarato dal venditore o al quale quel bene è generalmente destinato.

Ma attenzione: questa garanzia vale per due anni e può anche essere stata estesa, sia al momento dell’acquisto che successivamente. Comunque c’è un limite entro il quale non si potrà più richiedere assistenza gratuita per la riparazione.

Accade spesso, quindi, nella situazione di garanzia scaduta, chiedersi se la riparazione di un elettrodomestico fuori garanzia sarà più o meno economica dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico. In molti casi tendiamo a credere che acquistare un prodotto nuovo sia addirittura più economico che ricorrere alle riparazioni.

In realtà, non è sempre vero. Se ci si affida a un tecnico specializzato e di fiducia, è probabile che la riparazione o il pezzo da sostituire siano molto meno costosi di un nuovo acquisto.

La riparazione dei prodotti è importante. Per capire quanto la riparazione sia rilevante per la salvaguardia ambientale, basta pensare che anche l’Unione Europea sta attuando una serie di politiche volte a favorire la lunga vita degli elettrodomestici.

Vediamo quindi come orientarsi al meglio per richiedere assistenza per elettrodomestici con garanzia scaduta e come la tendenza alla riparazione dei prodotti si stia evolvendo in tutti gli Stati Europei anche come forma di attenzione e di cura nei confronti dell’ambiente.

Cosa prevede la legge sulla garanzia legale di conformità?

Il Codice del Consumo (artt. 128 e segg.) prevede una garanzia legale di conformità a tutela del consumatore e pone a carico del venditore l’obbligo di consegnare tassativamente “beni conformi al contratto di vendita”. Inoltre, è proprio sul venditore che grava la responsabilità per qualsiasi difetto di conformità che si manifesti entro due anni dalla consegna del bene e che gli venga denunciato dal consumatore entro due mesi dalla scoperta.

L’art. 130 del Codice del Consumo prevede, poi, due tipologie di rimedi:

  • in via primaria, la riparazione e la sostituzione che sono finalizzate al ripristino della conformità;
  • in via sussidiaria, la riduzione del prezzo e la risoluzione del contratto cui bisognerebbe ricorrere soltanto quando le prime due risultino impossibili oppure eccessivamente onerose.

Riparazione e sostituzione devono comunque essere effettuate entro un “termine congruo”; la scelta tra le due è lasciata al cliente il quale, in ogni caso, non dovrà sostenere alcuna spesa.

Accanto alla garanzia legale di conformità che è obbligatoria e inderogabile, l’art. 132 del Codice del Consumo prevede la possibilità per il venditore di offrire, gratuitamente oppure a pagamento, una garanzia convenzionale che non deve in alcun modo limitare o escludere quella legale e che può comprendere servizi aggiuntivi di assistenza (es. copertura in caso di furto).

È sicuramente buona norma fare attenzione anche allo scontrino e alla garanzia custodita. Questa infatti talvolta ha delle agevolazioni, per cui i prodotti possono avere degli anni aggiuntivi di garanzia concessi dal negozio o dal brand. Per i negozi online, inoltre, le assicurazioni sono spesso più lunghe e questo permette di avere un prodotto nuovo in caso di problemi gravi. Dopo ogni acquisto, quindi, è indispensabile custodire la ricevuta e i documenti del prodotto.

Come avere assistenza con garanzia scaduta

Come detto, durante il periodo di validità della garanzia, le riparazioni sono a carico dei centri di assistenza, che provvederanno a mandare a casa un incaricato per valutare il guasto e si faranno carico delle spese di riparazione o eventuale sostituzione.

Trascorso il periodo di copertura, guasti, danni e malfunzionamento sono a carico dell’acquirente.

A questo punto, essere in grado di effettuare piccole riparazioni fai da te o almeno saper valutare il danno è sicuramente importante; difatti da questa valutazione capiremo se effettuare una riparazione o acquistare un nuoco prodotto.

Per riparare elettrodomestici fuori garanzia, la prima cosa da fare è prendere il manuale di istruzioni ufficiale.

Nella parte finale del libricino sono riportati i problemi comuni che si possono riscontrare e anche le possibili cause. Queste indicazioni aiutano a comprendere cosa può essere accaduto e ad avere una stima del danno, così da sapere quanto indicativamente potrà costare la riparazione.

Ragionevolmente bisognerà poi rivolgersi ad un centro specializzato per ricevere assistenza. Proprio sulla garanzia o sul manuale di istruzione ci sarà il numero verde dell’azienda per l’assistenza post vendita.

Diciamo che questo è il primo contatto ufficiale per ricevere aiuto; oppure è possibile controllare online, sul sito ufficiale del produttore per trovare i negozi di assistenza che permetteranno di rimettere in sesto il prodotto e poi avere una copertura assicurativa per un altro periodo.

Vita più lunga per gli elettrodomestici con le nuove regole Ue

L’Unione Europea sta facendo valere il “diritto a riparare” del consumatore, dichiarando una vera e propria guerra all’obsolescenza programmata.

L’accelerata e compulsiva tendenza a sostituire facilmente i beni tecnologici sta portando a conseguenze piuttosto gravi. Si pensi infatti che i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche rappresentano il flusso di rifiuti che cresce con maggiore rapidità a livello mondiale, con oltre 53 milioni di tonnellate smaltite nel 2019.

Per i grandi elettrodomestici già dal 1° marzo 2021, in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, si è fatto un passo avanti per i consumatori: le aziende dell’ Ue che vendono frigoriferi, lavatrici, o televisori devono garantire all’utente la possibilità di ripararli entro un periodo di tempo fino a 10 anni.

Secondo la normativa, per le quattro categorie di elettrodomestici (frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, televisori) i pezzi di ricambio dovranno essere reperibili per almeno 7 anni (con alcune parti di frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici estese a 10 anni minimo) dalla data d’acquisto e in generale fino allo stesso numero di anni dopo la fine della produzione di quel modello.

Ad accompagnare la norma sulla riparazione è stata anche l’entrata in vigore della nuova etichetta energetica per gli elettrodomestici e per lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e display, quindi monitor e tv. C’è anche l’obbligo di progettare e vendere apparecchi più facilmente riparabili e smaltibili.

Come vedremo nel prossimo paragrafo l’Unione Europea vuole estendere l’agevolazione alla riparazione fai da te con la creazione di libretti d’istruzione da usare per capire come aggiustare un eventuale guasto.

Diritto alla riparazione: prodotti più durevoli e facilmente riparabili

Come premesso, dunque, l’Unione Europea punta a estendere la vita degli elettrodomestici. Vediamo insieme come si sta muovendo per attuare tutte le politiche volte a favorire la riparazione di questi apparecchi.

Il Parlamento Europeo da molto tempo vuole rendere più facile la riparazione per i consumatori e vuole prodotti più durevoli e facilmente riparabili. Lo scorso aprile ha adottato le proprie richieste in merito alla proposta della Commissione sul «diritto alla riparazione» dei consumatori, prevista per la fine del 2022.

I deputati chiedono che i prodotti siano progettati per durare più a lungo, per essere riparati in modo sicuro e che i loro componenti siano facilmente rimovibili. In aggiunta, sostengono che un diritto alla riparazione adeguato darebbe all’industria e ai consumatori l’accesso gratuito alle informazioni riguardanti la riparazione e la manutenzione.

Si dovrebbe a loro avviso promuovere un utilizzo delle risorse più efficiente e sostenibile, la riduzione dei rifiuti e un più ampio utilizzo e riutilizzo dei prodotti.

Cosa si potrà includere in una futura legge sul diritto alla riparazione? Tra le richieste dei deputati figurano anche:

  • incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo, come l’estensione delle garanzie o la fornitura di un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione;
  • regole armonizzate sulle informazioni ai consumatori, compresi «punteggi di riparazione», durata di vita stimata, pezzi di ricambio, servizi di riparazione e disponibilità di aggiornamenti software;
  • strumenti di etichettatura intelligente come i codici QR;
  • un meccanismo di responsabilità congiunta tra produttore e venditore in caso di non conformità dei prodotti;
  • requisiti di durabilità e riparazione inclusi in una futura direttiva sulla progettazione ecocompatibile.

Quindi possiamo affermare che c’è un vero disegno di legge che stabilisce l’obbligo dei produttori di apparecchi elettronici di rispettare criteri di progettazione e montaggio che rendano il prodotto facile da riparare anche al di fuori dei circuiti ufficiali e anche dall’utente stesso, distribuendo al contempo parti di ricambio e istruzioni per la riparazione.

Segnaliamo però che molte case produttrici si ritengono allarmate da questa proposta. Difatti, rendendo i dispositivi riparabili da chiunque, anche con pezzi originali, si potrebbe aprire la porta a infrazioni di sicurezza, a possibili incidenti che possano danneggiare i consumatori.

Oltre a questo, ovviamente, da parte delle aziende vi è la preoccupazione di rendere disponibili ai competitor i segreti industriali sul prodotto. Togliendo dunque un fondamentale elemento di vantaggio competitivo acquisito grazie a brevetti registrati ed esperienze aziendali.

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