Se Trump vince le Elezione USA 2024, cosa succede in Borsa?

Violetta Silvestri - Tommaso Scarpellini

06/03/2024

06/03/2024 - 10:35

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L’avanzata di Donald Trump solleva importanti interrogativi tra gli operatori di borsa. Quali impatti potrebbe avere una rielezione del tycoon sui mercati finanziari globali?

Se Trump vince le Elezione USA 2024, cosa succede in Borsa?

L’ex presidente Donald Trump ha dominato le primarie del Super Tuesday, compiendo un ulteriore passo significativo verso il suo primo traguardo: la terza nomina consecutiva a candidato presidenziale del Partito Repubblicano.

Nello specifico, la vittoriosa prestazione in 15 stati, nei quali più di un terzo dei delegati repubblicani erano in palio, il tycoon ha ormai quasi conquistato la nomination, nonostante le accuse penali.

Questo sviluppo non passa inosservato a Wall Street, suscitando una miscela di entusiasmo e preoccupazioni e influenzando l’andamento delle borse globali. Mentre l’anno della «rivoluzione del comando globale» prosegue in questa direzione, le borse, al momento, sembrano non essere intenzionate a interrompere la loro ascesa.

Tuttavia, ora tutti iniziano a chiedersi: come reagirebbero le borse globali in caso di vittoria definitiva di Donald Trump?

Come mai siamo tornati a parlare di Trump?

Le primarie sono un momento cruciale nel processo di selezione dei candidati per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In particolare, il cosiddetto Super Tuesday assume da sempre un’importanza strategica notevole. Trump ha concluso la giornata con un minimo di 946 delegati, ovvero il 78% dei 1.215 totali necessari per diventare formalmente il presunto candidato del partito repubblicano.

Il trionfo è stato confermato in California, Maine e Arkansas, con un inciampo. Nikki Haley, avversaria repubblicana, ha infatti ottenuto una vittoria inattesa su Trump nelle primarie del Vermont, ottenendo il 50% dei voti, mentre Trump si è assicurato solo il 45%.

Recentemente, comunque, nonostante il Comitato Nazionale Repubblicano non abbia confermato Donald Trump come candidato ufficiale per il 2024, la sua figura continua a catalizzare l’attenzione a livello globale, specialmente a Wall Street. Molti si interrogano sugli impatti che il cosiddetto «trumpismo» potrebbe avere sulle dinamiche delle borse globali, segnando un periodo di intensa speculazione e interesse nel mondo finanziario e politico.

Il 2024 sarà un anno cruciale per le borse

Il 2024 si prospetta come un anno di grande vivacità e incertezza, non solo a causa delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ma anche per la rapidità con cui possono evolversi le dinamiche globali. Quest’anno è stato etichettato come l’anno dei «cambiamenti politici», un periodo significativo in cui oltre quattro miliardi di persone, circa metà della popolazione mondiale, sono chiamate alle urne in circa sessanta paesi. L’importanza di questi eventi si riflette sul fatto che le decisioni prese in queste elezioni influenzeranno circa il 40% del prodotto interno lordo globale.

Il clou di questo ciclo elettorale sarà appunto rappresentato dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il 5 novembre 2024 è una data da segnare nel calendario come il «grande giorno», in cui potrebbe delinearsi uno scenario interessante: una possibile sfida tra l’attuale presidente Joe Biden e un potenziale ritorno di Donald Trump. Questa prospettiva sta già attirando l’attenzione globale, con molteplici speculazioni su come potrebbe influenzare non solo la politica americana, ma anche i mercati finanziari e le relazioni internazionali.

Le conseguenze di una vittoria di Trump sui mercati finanziari

Nell’ambito economico, ci sono numerose sfide che potrebbero interessare i mercati globali. Concentrandosi su specifiche variabili economiche degli Stati Uniti, piuttosto che su aspetti politici o geopolitici, è possibile sviluppare un’analisi approfondita dell’impatto sui mercati finanziari. Innanzitutto, un primo fattore cruciale che potrebbe influenzare un’eventuale elezione di Donald Trump è l’inflazione. Se l’inflazione non viene adeguatamente controllata, potrebbe trasformarsi da obiettivo di politica monetaria a strumento politico.

Passando al «trumpismo», un aspetto rilevante di una possibile presidenza Trump è la sua proposta di «taglio fiscale 2.0». La riduzione delle aliquote societarie potrebbe avere un impatto diretto sui mercati, offrendo nuove prospettive di crescita per le aziende, in particolare per le piccole capitalizzazioni rappresentate dall’indice RUSSELL 2000, che ha risentito negativamente durante l’amministrazione Biden, registrando dal 20 gennaio 2021 una performance negativa di quasi il 10%.

In termini settoriali, il settore della difesa potrebbe emergere come un altro potenziale vincitore e questa è un opinione molto discussa a livello mediatico in questo periodo. Società Lockheed Martin, che hanno già beneficiato di apprezzamenti significativi negli ultimi anni, potrebbero reagire positivamente al ritorno di Trump, che è noto per favorire la spesa nel settore della difesa.

Anche il settore bancario sembra promettente. Mentre l’amministrazione Biden ha favorito un aumento dei requisiti patrimoniali per le banche, Trump ha storicamente favorito un allentamento di tali restrizioni. Questo ha portato a un crescente interesse verso le banche regionali statunitensi, particolarmente colpite dai crolli del mercato nel 2023.

Questi temi sono stati anche al centro delle discussioni al World Economic Forum di Davos. Figure importanti di Wall Street come Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase & Co., hanno evidenziato che durante la presidenza Trump, l’economia statunitense è andata «abbastanza bene». Questo tipo di analisi sottolinea l’importanza delle politiche economiche nell’influenzare i mercati globali e le prospettive di crescita a lungo termine.

Cosa può accadere con la vittoria di Trump nella finanza globale?

Secondo diversi analisti, la visione di un secondo mandato di Trump è chiara: nuove e sostanziali protezioni commerciali, un forte giro di vite sull’immigrazione, tasse più basse, una politica estera isolazionista e una campagna di ritorsioni contro i progressisti. In questa cornice, cosa può accadere allo scenario economico e finanziario Usa e mondiale?

Se lo sta chiedendo, tra gli altri, l’economista Nouriel Roubini. Il suo tono è preoccupato: “L’agenda di politica economica proposta da Trump rappresenta oggi la più grande minaccia per le economie e i mercati di tutto il mondo. Se Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali americane a novembre, il mondo sarebbe ancora più destabilizzato. Tuttavia, finora questi rischi hanno avuto solo un effetto limitato sulle economie e sui mercati. Le cose potrebbero cambiare presto?”

La risposta è sì e i motivi sono economici secondo Roubini. Non c’è dubbio che le politiche protezionistiche statunitensi diventerebbero più severe. Trump ha già affermato che imporrà dazi del 10% su tutte le importazioni in arrivo negli Stati Uniti (l’aliquota tariffaria media è attualmente di circa il 2%) e presumibilmente tariffe ancora più elevate sulle importazioni dalla Cina. In questo scenario l’inflazione non può che salire e la crescita diminuire.

Ulteriori rischi di stagflazione legati a Trump includono il suo atteggiamento negazionista nei confronti del cambiamento climatico e la probabilità che cerchi di sostituire il presidente della Federal Reserve americana Jerome Powell con una figura più accomodante e docile. Le politiche fiscali di Trump aumenterebbero i deficit già troppo elevati.

Secondo l’opinione di Steven M. Sears su Barron’s, Se Trump venisse rieletto, il mercato azionario dovrebbe impennarsi per celebrare le sue politiche. Ma attenzione: “Se Trump perde, è improbabile che auguri ogni bene a Biden...L’insurrezione del 6 gennaio potrebbe sembrare una festa da ballo rispetto a ciò che potrebbe accadere. Anche adesso, il mercato dei derivati ​​valuta le elezioni di novembre come un evento di mercato tumultuoso”.

Cosa sta accadendo in borsa?

L’eventualità di un ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sembra essere già considerata dal mercato, con un notevole anticipo di circa nove mesi. Questo è evidente nel rafforzamento del dollaro nelle ultime sessioni di borsa, un fenomeno che si verifica nonostante le aspettative di una diminuzione dei tassi di interesse. Tale tendenza riflette chiaramente l’opinione prevalente a Wall Street.

Un ulteriore segnale è l’aumento dei rendimenti dei Treasury Bonds statunitensi. Allo stesso tempo, si osserva un apprezzamento dell’indice RUSSELL 2000, che, seppur sottile, potrebbe essere attribuito all’aumento della visibilità mediatica di Donald Trump.

Interessante notare come, al di là delle considerazioni politiche e del sostegno a Trump o a Biden, il mercato sembra orientarsi in una direzione piuttosto chiara. Indipendentemente dall’esito delle elezioni, è evidente che gli sviluppi politici hanno un impatto diretto sul comportamento del mercato.

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