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Zone franche urbane, speranza per il Mezzogiorno
lunedì 16 settembre 2013, di
In una recente interpellanza urgente presentata alla Camera dei Deputati, il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, è stato chiamato a rispondere sullo stato di attuazione delle Zone Franche Urbane, uno strumento potenzialmente rivoluzionario che potrebbe aprire la strada a innovative politiche di fiscalità differenziata nel Sud d’Italia che necessita, oggi più che mai, di misure concrete a sostegno dell’imprenditoria.
ZFU: definizione
La zona franca urbana è un’area infra-comunale a cui si attribuiscono mezzi eccezionali per favorirne la rivitalizzazione economica, in considerazione anche delle sue potenzialità di sviluppo inespresse. La scelta delle aree è avvenuta sulla base di parametri socio economici: numero di abitanti per quartieri, numero di disoccupati e numero di persone uscite anticipatamente dal percorso formativo scolastico. Scopo della legge è quello di accordare un regime di esonero contributivo e fiscale alle piccole e micro imprese delle ZFU individuate nelle regioni Calabria, Campania e Sicilia, e in via sperimentale, nel territorio dei comuni della provincia di Carbonia-Iglesias. L’iniziativa prende spunto dall’esperienza francese delle Zones Franches Urbaines, iniziata nel 1996 e oggi attiva in più di 100 quartieri.
Gli incentivi
Le agevolazioni previste nelle ZFU consistono in:
- Esenzione IRPEF e IRES: l’esenzione prevede un tetto massimo di 100.000 euro per periodo d’imposta ed è totale per i primi 5 anni. Scende al 60% dal sesto al decimo anno, al 40% per undicesimo e dodicesimo anno e, infine, al 20% per il biennio successivo.
- Esenzione IRAP: esenti i primi cinque periodi d’imposta, entro il limite massimo di valore della produzione netta di 300.000 euro.
- Esenzione IMU: quattro anni di esenzione, compresi tutti gli immobili situati nella ZFU di proprietà dell’impresa e utilizzati per l’esercizio dell’attività economica.
- Esonero versamento contributi previdenziali: l’esenzione segue lo stesso procedimento delle imposte sui redditi, e sarà applicabile ai contratti a tempo indeterminato oltre che a quelli a tempo determinato, ma della durata minima di un anno. Il 30% degli assunti deve risiedere nel Sistema Locale di Lavoro in cui ricade la ZFU.
La dotazione finanziaria decisa dal Governo e stanziata nel Piano di Azione e Coesione in favore degli interventi da attuare nell’ambito delle ZFU, ammonta a 303 milioni di euro ed è integrabile con risorse messe a disposizione dalle Regioni interessate. Una misura che rappresenta un significativo passo avanti di questo Governo nel mettere a punto strumenti utili a combattere il progressivo impoverimento dei territori nel Sud d’Italia.
Il caso francese
Recenti studi realizzati dal Ministre déléguée à la Cohésion sociale et à la Parité mettono in luce i successi ottenuti dalle ZFU. Nelle 44 ZFU di prima generazione, infatti, il numero delle imprese è più che raddoppiato nel periodo tra 1999 e 2004. Ancora migliori i dati relativi alle 42 ZFU di seconda generazione (create nel 2003), dove nel 2005 la crescita economica è stata cinque volte superiore a quella di altre zone. Positivo anche l’impatto sull’occupazione: si registra che nelle ZFU il numero degli occupati è quasi triplicato e l’84% dei nuovi assunti ha avuto contratti a tempo indeterminato.