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USA: utili aziende, peggior calo dal 2009. Il rialzo dei tassi Fed è pericoloso?

mercoledì 25 novembre 2015, di Livio Spadaro

Nella giornata di ieri è stato pubblicato il dato relativo agli utili aziendali delle compagnie statunitensi. Il dato, relativo al terzo trimestre, ha registrato il peggiore calo annuale post-recessione mettendo in risalto la pressione generata dal Dollaro forte. La Federal Reserve potrebbe (o dovrebbe) quindi rivedere i suoi piani?

USA: utili delle aziende in calo a/a del 4,7%. Dato peggiore dal 2009

Il dato sugli utili aziendali conseguiti nel passato trimestre delle aziende americane è risultato decisamente preoccupante.

E’ stato registrato infatti il peggiore calo annuale del periodo post-recessione. Sul dato ha avuto un forte peso, con molta probabilità, la forza del Dollaro e il rallentamento dell’economia globale.

Nel particolare, il Dipartimento del Commercio statunitense, ha reso noto che i profitti delle aziende statunitensi sono calati dell’1,1% nel terzo trimestre (confrontato col secondo) pari ad una cifra di 2100$ miliardi. Gli utili aziendali hanno registrato un calo annuale del 4,7% che rappresenta il ribasso più forte da Settembre 2009.

Un dato del genere ed i fattori che ne hanno scaturito tale calo, dovrebbero preoccupare o quanto meno far ragionare meglio la Federal Reserve riguardo all’innalzamento dei tassi USA a Dicembre.

Infatti, con il proseguimento della lenta crescita globale, le società americane potrebbero non riuscire a sostenere la crescita del PIL americano vista finora.

Un calo degli utili e dei profitti aziendali fa in modo che gli investimenti delle compagnie calino dando un impatto negativo sulla crescita del PIL. Inoltre, i titoli azionari di molte società americane sembrano di gran lunga sopravvalutate e un calo degli investimenti potrebbero mettere troppa pressione ai prezzi delle azioni che, invece, dovrebbero tornare a prezzi più contenuti gradualmente.

Il CEO di Campbell Soup, Denise Morrison, ha avvertito che gli americani stanno tendendo a risparmiare di più e a spendere meno vista l’incertezza dei mercati, aggiungendo che il rallentamento dell’economia globale ha pesato sui profitti delle società americane. Il CEO ha concluso dicendo che in un contesto del genere è difficile riuscire a generare crescita.

Il top strategist di Wells Capital Management (che gestisce un portafoglio da 300$ miliardi), Jim Paulsen, ha commentato che nello scenario attuale, il mercato azionario americano rimane meno appetibile a causa del sovrapprezzo di molte società, mentre quello europeo diventerà oggetto di interesse degli investitori viste le valutazioni più contenute e la politica accomodante della BCE.

Quindi, stando alle dichiarazioni dei due top manager, il rialzo dei tassi USA a Dicembre potrebbe rendere molto difficoltosa la crescita delle società americane che potrebbe portare ad una decrescita del PIL.

E’ tuttavia vero che, come evidenziato da Goldman Sachs, la Fed sembrerebbe pronta a lasciare aperta la porta ad una manovra quantitativa nel caso in cui il rialzo dei tassi metta troppa pressione sull’economia americana.

Italia: Unione Nazionale Consumatori lancia allarme su calo export

In Italia anche è salita la preoccupazione per il rallentamento del mercato estero. Questa mattina, il segretario dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), Massimiliano Dona, ha commentato che il crollo delle esportazioni potrebbero non far raggiungere il target di crescita del PIL stimata dal Governo per il 2015 pari al +0,9%.

Il segretario ha sottolineato come il mercato estero in questi anni sia stata l’unica fonte di domanda per le imprese italiane, vista la caduta dei consumi interni. Per finire, il segretario ha spiegato che finché le famiglie non riusciranno ad arrivare a fine mese, sarà molto difficile che la domanda interna possa in qualche modo riprendere.

Al di là di come dovrebbe essere gestita la domanda interna del Paese, il segretario dell’UNC ha messo in risalto come anche per il mercato italiano, che dovrebbe essere in ripresa grazie all’Euro debole, pesa il problema di un rallentamento dell’economia globale.

Il rischio di fondo è che la Fed, più per orgoglio che non proprio per bisogno, possa rialzare i tassi troppo presto e generare un ulteriore problema all’economia globale (come spiegato nel nostro articolo).

Se, tuttavia, la Fed rimarrà colomba prevedendo un’inversione della manovra, il rialzo dei tassi potrebbe essere un test per l’economia globale.

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