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Trump vs Yellen, nuovo round: “È più politica della Clinton. Ci saranno conseguenze terribili”

mercoledì 28 settembre 2016, di Antonio Atte

Trump vs Yellen e Fed: nuovo round - L’altro-ieri il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton si sono sfidati nel primo faccia a faccia alla Hofstra University in vista delle presidenziali di novembre, che incoroneranno il nuovo inquilino della Casa Bianca dopo otto anni di amministrazione Obama.

In uno dei suoi affondi in tema di economia e finanza, il tycoon ha puntato il dito contro la Federal Reserve di Janet Yellen e le strategie di politica monetaria messe in campo finora dalla banca centrale statunitense, definita da Trump “più politica” della stessa Clinton, la quale, nel corso del confronto, non ha commentato le parole del suo rivale, pur avendo stigmatizzato in passato gli attacchi all’operato della Fed.

Secondo Trump, la scelta della Fed di mantenere bassi i tassi di interesse è una decisione “politica”, volta a sostenere l’azione dell’attuale presidente. “Quando alzeranno i tassi di interesse - ha rimarcato il magnate newyorkese - assisteremo a conseguenze terribili perché non stanno facendo il loro lavoro”.

Trump vs Yellen: gli attacchi alla governatrice Fed

Non è la prima volta che dal candidato conservatore arrivano critiche verso le decisioni della Federal Reserve. Questa volta la presidente Janet Yellen non ha ancora commentato le parole di Trump, ma dopo l’ultima riunione FOMC (che ha lasciato invariati i tassi) la governatrice aveva affermato:

“Posso dire, con forza, che la politica non ha alcun ruolo nelle nostre decisioni sull’adeguato orientamento della politica monetaria”.

Trump non è il solo a pensarla in questo modo. All’interno della stessa Fed in molti sposano la sua tesi. Il tycoon ha spiegato che in questo momento l’economia Usa si trova all’interno di una “grossa, grassa, tremenda bolla” pronta a scoppiare non appena i tassi saranno rivisti al rialzo, mettendo a repentaglio l’intero sistema finanziario.

Trump vs Yellen: le ultime decisioni dopo la riunione di settembre

In occasione dell’ultima riunione la Federal Reserve ha lasciato i tassi d’interesse a breve termine in un range tra lo 0,25% e lo 0,50%, lasciando aperta la porta a un intervento entro fine 2016.

La commissione di politica monetaria della banca centrale Usa

“ha ritenuto che la necessità di un aumento del tasso sui Fed funds si sia rafforzata, ma ha deciso, per il momento, di attendere ulteriori prove di un continuo progresso verso i propri target”.

Per quanto riguarda la crescita, il FOMC ha previsto un PIL all’1,8%, in calo dal 2% precedentemente segnalato. Il tasso di disoccupazione è previsto al 4,8%, in rialzo rispetto alla previsione di giugno al 4,7%. L’inflazione è invece stimata all’1,3%.

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