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Banche e Trump: dopo il rally la frenata. Cosa bisogna aspettarsi?
giovedì 27 aprile 2017, di
Banche e Trump: cosa aspettarsi dai titoli finanziari che tanto hanno beneficiato della vittoria del repubblicano contro la Clinton?
Nel momento in cui Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti le banche hanno dato vita ad un vero e proprio rally a Wall Street, ma da qualche tempo a questa parte l’andamento infuocato del comparto sembra essersi affievolito e per questo molti si stanno chiedendo quale sarà il futuro delle banche sull’azionario ora che l’amministrazione Trump è entrata nel vivo - si pensi alla riforma fiscale presentata poche ore fa.
Da novembre, ossia dall’elezione di Trump, il settore finanziario ha guadagnato ampio terreno - parliamo del 25% circa - il tutto sulla base delle attese relative ad alti tassi di interesse, crescita più forte e minori regolamentazioni. Tutti elementi promessi da Trump già in campagna elettorale. Dopo circa 100 giorni di presidenza, però, il quadro non sembra più chiaro come in precedenza.
Il rally post-elezione di Trump non ha avuto lunga vita e il settore banche sta mettendo a segno delle performance piuttosto piatte attualmente. Nonostante i buoni risultati e gli ottimi profitti segnalati dalle prime trimestrali delle banche USA, l’andamento dei rispettivi titoli sull’azionario non è stato certo sbalorditivo. Cosa accadrà alla relazione tra banche e Donald Trump soprattutto ora che la riforma fiscale è stata presentata?
Banche e Trump: l’incertezza costante
Alla base del discorso c’è un senso di profonda incertezza che circonda le banche e le loro performance sull’azionario. In realtà questo sentiment ha fino ad ora riguardato quasi ogni settore sotto la presidenza Trump. Dalla cerimonia di insediamento ad oggi il rally si è scontrato con la realtà, come ha affermato Fred Cannon, direttore di ricerca e chief equity strategist della Keefe, Bruyette & Woods.
Banche e Trump: bene i conti, ma non basta
Il settore finanziario, che oltre a comprendere le banche conta anche fondi di investimento, assicurazioni e titoli del comparto immobiliare, ha registrato una crescita generalizzata degli utili del 16,4% durante i primi tre mesi dell’anno. Dal punto di vista azionario, però, le banche hanno perso circa 1,5 punti percentuali nello stesso periodo.
Il rally bancario di fine 2016 non ha retto: esso è nato delle speranze che la vittoria di Trump e dunque la sconfitta della Clinton sarebbero risultate in una minore pressione e in limiti meno stringenti su Wall Street. Il rapporto tra le banche e Trump diverrà più chiaro nel momento in cui altrettanto limpidi saranno i fondamentali e l’outlook politico e normativo forniti dal presidente.
Da considerare saranno poi la continua spinta di Trump a favore della deregolamentazione e le mosse di politica monetaria della Fed che alzerà ripetutamente i tassi di interesse nel corso del 2017. Per il già citato Cannon il problema più grande riguarda la deludente crescita di prestiti e mutui che, se reiterata anche nella seconda metà del 2017, renderà l’outlook più negativo per le banche.
Trump e banche: i vincitori e i vinti della presidenza
Secondo John Berlau, di Competitive Enterprise Institute, la presidenza Trump andrà a tutto favore di quelle banche che chiedono maggiori libertà e più ampi margini di manovra, quelle banche che sono più innovative insomma. A perdere saranno invece quelle banche che hanno bisogno del supporto governativo e che usano le norme di regolamentazione come un freno alla competizione. Ecco chi saranno i vincitori e i vinti durante l’amministrazione di Donald Trump.
Trump e banche: le previsioni degli analisti
Susan Roth Katzke, analista di Credit Suisse, si è detta convinta che il mercato azionario attraverserà un periodo di ampia volatilità a causa delle incertezze politiche legate al presidente Trump. Contemporaneamente le grandi banche registreranno buone performance - si parla di una crescita settoriale su base annua dell’11%.
Meno ottimismo si respira dalle parti di Sherrod Brown, senatore democratico USA, il quale ha affermato che gli sforzi di Trump per aprire alla deregolamentazione e per rimpiazzare la riforma di Wall Street esporranno i contribuenti e l’economia intera ad un rischio catastrofe in pieno stile 2008.
Nonostante gli analisti si mostrino piuttosto agli antipodi quando si tratta di fare previsioni sull’andamento delle banche, un punto d’incontro c’è: è ancora troppo presto per capire quale direzione intraprenderà l’azionario sotto Trump. Il presidente ha ancora molto da rivelare e, per gli esperti, non siamo neanche a metà strada.