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Sondaggi: la tassa più odiata? L’IMU

martedì 18 giugno 2013, di Valentina Pennacchio

Sondaggi: la tassa più odiata? L’IMU. D’altra parte era difficile avere dubbi, è noto che l’IMU è stata una stangata che i contribuenti italiani non hanno mai digerito. Il sondaggio è stato condotto da Voices from the blogs, l’Osservatorio Internet dell’Università Statale di Milano.

Dai dati raccolti emerge che la maggioranza degli italiani è consapevoli che l’evasione fiscale sia sbagliata (52,7%), la giustifica, infatti, solo il 29,9%, mentre per il 17,4% dipende dai casi.

I contribuenti italiani chiedono semplicemente maggiori equità, l’8,7% sottolinea l’iniquità fiscale, nonché una rimodulazione del carico fiscale (34,7%). L’insofferenza dei contribuenti spesso nasce dalla consapevolezza che i servizi offerti non sono così efficienti, il che rende le tasse, quasi per il 10% dei contribuenti, ingiustificate: perché devo pagare se non ho servizi all’altezza delle mie esigenze?

Il carico fiscale inutile è anche il pensiero di quel 7% che ritiene che le tasse non saranno utili a rilanciare l’economia o a risanare i conti pubblici. Infine, solo il 3,1% dei contribuenti ritiene che il carico fiscale sia giusto così.

Le tasse più odiate

Capolista nella classifica delle tasse più odiate c’è l’IMU per il 36,3% dei pareri. Al secondo posto nessun colpo di scena: il 31,5% dei contribuenti detesta proprio tutte le tasse, nessuna eccezione. Quali sono le altre tasse più odiate?

  • IRAP: 8,8%;
  • IRPEF: 8%;
  • IVA: 7,2%;
  • TARSU: 4,3%;
  • Sigarette: 3,9%.

Tasse: quali diminuire e quali aumentare?

Secondo i contribuenti che hanno partecipato al sondaggio le tasse da abolire si concentrano sostanzialmente su 4 aree:

  • lavoro: 41,7%;
  • casa: 34,5%;
  • consumi: 18%;
  • reddito d’impressa: 5,8%.

Nel 18% che chiede la diminuzione delle tasse sui consumi, rientra anche chi è contrario all’aumento dell’IVA che, ormai con tutta probabilità, scatterà il 1 luglio, visto che il problema delle coperture finanziarie appare senza soluzione.

Nella schiera di coloro che hanno avanzato proposte sull’aumento delle tasse emerge, forse, una certa incoerenza visto che al primo posto troviamo le tasse sulla casa (52,1%), seguite da quelle sulle rendite finanziarie (25,2%) e sui consumi poco virtuosi, come tabacchi, incluse sigarette elettroniche, alcolici, gioco d’azzardo (22,7%).

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