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Salvini: “Per governare parlerei con i 5 Stelle”. E i numeri per farlo ci sarebbero...
giovedì 26 ottobre 2017, di
Matteo Salvini vuole vincere le prossime elezioni politiche e andare al governo del paese. Se però non dovesse riuscirci con il centrodestra, ecco che il segretario della Lega Nord sarebbe pronto anche a dialogare con il Movimento 5 Stelle.
Parole importanti quelle pronunciate da Salvini sulle onde di Radio 105, anche perché al momento, visto che si andrà a votare con il Rosatellum-bis, guardando gli ultimi sondaggi elettorali l’unico governo che potrebbe nascere sarebbe proprio quello formato da Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Salvini apre al Movimento 5 Stelle
Il rapporto tra Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle negli ultimi tempi è stato più che altalenante. Nella scorsa tarda primavera infatti i due importanti partiti politici nostrani sembravano aver trovato diversi punti d’intesa.
Oltre a una comune visione critica del rapporto con Bruxelles, con annessa simpatia verso Putin plateale da parte di Salvini più celata invece nei pentastellati, sul tema dell’immigrazione si venne a creare un’importante convergenza.
Un simposio questo che poteva apparire come un antipasto di un’alleanza ben più ampia, con molti osservatori politici che arrivarono anche ad ipotizzare quello che è stato poi definito un possibile “governo populista” alla guida della nazione.
I rapporti però con il passare del tempo si sono raffreddati. Matteo Salvini più d’una volta ha punzecchiato i pentastellati, bollandoli come poco affidabili oltre a rimarcare la propria contrarietà su alcuni temi del programma 5 Stelle come per esempio per quanto riguardo le politiche energetiche.
Negli ultimi giorni però sono stati i grillini a scatenarsi letteralmente contro il leader del carroccio, reo di aver garantito in Parlamento il sostegno dei leghisti all’iter della nuova legge elettorale.
Al momento quindi le distanze tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle sembrerebbero essere ai massimi storici. Intervistato da Nicola Porro sulle frequenze di Radio 105, Matteo Salvini però ha teso la mano in ottica post voto ai grillini.
L’obiettivo è di governare con il centrodestra. Esclusi accordi con la sinistra, se non fosse sufficiente il centrodestra, io parlerei anche con i 5 Stelle.
Per il segretario quindi al momento tutte gli sforzi devono essere concentrati nel vincere le elezioni con il centrodestra. Se però dovesse uscire fuori un pareggio dalle urne, ecco che si potrebbe anche dialogare con i 5 Stelle.
Non ho mai avuto la fortuna di colloquiare con Luigi Di Maio né con Di Battista. Se io dovessi parlare con qualcun altro che non sia del centrodestra, vorrei ragionare con i 5 stelle, ammesso e concesso che a loro interessi parlare con qualcuno perché a volte ho l’impressione che non vogliano governare.
Parole queste di Salvini che aprono nuovi scenari politici. Da tempo infatti si ha il sentore che, soprattutto con questa nuova legge elettorale, a prescindere dalle coalizioni che scenderanno in campo la vera sfida che si giocherà vedrà contrapposti due schieramenti trasversali.
La partita nella partita
Ipotizzando che come ormai appare scontato nel 2018 gli italiani andranno a votare con il Rosatellum-bis come sistema elettorale, allo stato delle cose il pareggio è il risultato che appare essere più scontato.
Per vincere le prossime elezioni politiche, numeri alla mano, al centrodestra unito mancano quasi un paio di milioni di voti. Silvio Berlusconi ci ha abituati a strepitosi recuperi in campagna elettorale e Salvini gode di sempre maggiore visibilità, ma il gap che sarebbe da colmare non è di poco conto.
Con il Movimento 5 Stelle tagliato fuori dal ritorno delle coalizioni, soltanto a un centrosinistra unito si potrebbe applicare un ragionamento simile a quello fatto per il centrodestra. Far stringere però un patto elettorale a Renzi e al resto della sinistra al momento è un’ipotesi quasi impossibile.
A meno di un exploit alle urne quindi di Berlusconi e Salvini, dalle prossime elezioni non dovrebbe uscire fuori nessun vincitore immediato. Per formare un governo quindi servirà ricorrere alle tanto chiacchierate larghe intese.
Il sospetto è che i principali partiti politici stiano già pensando più a questa eventualità che a vincere da subito le elezioni. La vera sfida quindi potrebbe non essere quella tripolare come è lecito aspettarsi, ma bensì una ben diversa.
Partito Democratico, Forza Italia e centristi vari da una parte, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle dall’altra. In mezzo ci sarebbe il listone della sinistra, che però non avrebbe i numeri e la collocazione politica per entrare in ogni discorso di sorta.
La competizione elettorale quindi in verità potrebbe essere tra questi due blocchi: da una parte i “tradizionalisti” e dall’altra i “populisti”. Numeri alla mano, al momento soltanto questi ultimi avrebbero la possibilità di formare una maggioranza, perlomeno alla Camera. Al Senato invece sarebbe tutto più complesso.
In quest’ottica dunque vanno contestualizzate le parole di Matteo Salvini, con soprattutto la frase “a volte ho l’impressione che non vogliano governare” riferita ai 5 Stelle che va a stigmatizzare il diktat pentastellato di non cedere mai a alla tentazione delle alleanze parlamentari.
Se il Movimento 5 Stelle vorrà salire al governo dovrà accettare l’appoggio dei partiti di destra visto che la sinistra extra PD non può garantire lo stesso numero di parlamentari. Salvini è disponibile, ora la palla passa a Di Maio.